Storia di un successo annunciato: lo sapevamo tutti che sarebbe stato bellissimo, anche per questo, infatti, le due serate al teatro Guglielmi di Massa – sabato 15 e domenica 16 giugno – sono andate subito sold out. Lo sapevamo perchè il marchio Clacsonbeauty, la pluripremiata scuola di musical di Carrara, è una garanzia di spettacoli di altissimo livello da 20 anni; lo sapevamo perchè il testo originale di Maria Corsini, fondatrice e anima della Clacson e le musiche di Pablo Flore Torres, musicista di fama internazionale che ha all’attivo collaborazioni con la Disney Picture, erano stati annunciati come un grande omaggio alla terra apuana, al marmo, alla storia e soprattutto al duro lavoro alle cave della sua gente; lo sapevamo perchè nel musical “Senz’ali nè gloria” c’è tutto il meglio delle qualità dei carrarini: competenza, abnegazione, cura dei particolari e un cuore che solo all’apparenza è di marmo, ma che è sempre capace di slanci mai neppure pensabili da altri, e questo è venuto fuori dallo spettacolo da molto prima che andasse in scena per la prima volta.
E la prima, dunque, di sabato 15 giugno è stata un trionfo: non avrebbe potuto essere altrimenti. Emozionante in ogni sua parte, coinvolgente, persino educativo perchè per molti degli spettatori, la vicenda che fa da sottotesto alla trama – la storia di un amore contrastato tra la figlia di un padrone di cava e un umile cavatore – non la conoscevano per niente. La storia si dipana, infatti, attorno ai mesi tra la fine del 1928 e il 1929 quando, dalle cave di Carrara, fu estratto il Monolite, il più grande blocco di marmo bianco mai estratto da una montagna. Impresa nata nell’ambito del fascismo che dominava all’epoca – il Monolite servì per fare l’obelisco dedicato a Mussolini che si trova a Roma al Foro Italiaco – ma che rapidamente perse i connotati politici, per diventare l’impresa di una città intera. Carrara usciva prostrata dalla crisi economica internazionale che aveva colpito soprattutto l’esportazione del marmo, fonte di impiego per la maggioranza dei cittadini.
Il trasporto del Monolite diede lavoro e respiro, se pur temporaneo, a tante persone, ma, soprattutto, data la quasi impossibilità, sulla carta, di riuscire a far scendere da una cava a circa 800 metri di altezza, un blocco di 300 tonnellate e di 17 metri di lunghezza, senza danni e senza incidenti e poi portarlo fino al mare per imbarcarlo su una chiatta diretta a Roma, fece scattare il tipico piglio del “mi’ che me” carrarino e divenne la sfida incredibile vinta da una città intera. Il blocco scese e partì senza che nessuno si ferisse e senza essere, neppure, scalfito dall’accidentato percorso. Maria Corsini, nel suo Senz’ali nè gloria è riuscita a ricreare, rievocare, recuperare proprio quello spirito che è la natura più profonda dei carrarini , che troppo spesso appare sepolta, ma che in fondo si riscopre sempre rediviva.
E allora vedere un tecchiaiolo appeso a un filo, poi investito dalla caduta di massi, sentire la buccina che annuncia lo scoppio della mina e poi il “mugnone” che prepara alla morte di qualcuno in cava, vedere i cavatori e i lizzatori degli anni Trenta – con perfetti costumi sapientemente ricostruiti – al lavoro intorno al blocco gigantesco e poi a bere, come era costume, nelle osterie dei borghi sulle colline carraresi, vedere l’amore e l’angoscia delle donne dei cavatori, la loro vita scandita da suoni, ora di speranza, ora di disperazione, non poteva non toccare corde che, forse, molti spettatori non pensavano di avere. Per tutti lo spettacolo ha evocato ricordi ascoltati da nonni, bisnonni, parenti lontani; per tutti è stato un comprendere meglio da dove arriva la storia millenaria di una città baciata e dannata dalla presenza di un materiale che l’ha resa famosa in tutto il mondo, in tutti i tempi. E poi, sì: ha soffiato sulle scintille dell’orgoglio di appartenere a questa città, a questa storia. Quando il corpo di cantanti e ballerini della Clacson ha cantato “Carrara eterna sarà” molti occhi, in sala, si sono fatti lucidi e i brividi hanno fatto la ola tra gli spettatori. Alla fine applausi e standing ovation.
Maria Corsini è salita sul palco per i rigraziamenti che sono partiti da suo marito Michele Trombella, cantante e attore, protagonista del musical, e da suo padre Roberto Corsini che ha realizzato tutte le imponenti e accurate scenografie con la collaborazione di Francesco Sassi e Giovanna Bonoldi. Ha poi ringraziato tutti gli attori, allievi della scuola Clacson Beauty e i lizzatori della Compagnia della Lizzatura storica di Carrara, che hanno partecipato allo spettacolo sia come consulenti, sia come attori.
Maria Corsini ha poi chiamato sul palco le autirutà presenti allo spettacolo: la senatrice Susanna Campione, l’assessore regionale Alessandra Nardini, il sindaco di Carrara serena Arrighi e il sindaco di Massa Francesco Persiani. “Ci avete raccontato uno spaccato di storia del territorio apuano ma anche del nostro paese – ha detto l’assessore Nardini – Grazie per la serata di divertimento e di riflessione.” “Carrara è un posto unico e speciale – è stato il commento della senatrice Susanna Campione – e voi della Clacsonbeauty lo avete raccontato in maniera bellissima, molto vera e spero che questo spettacolo possa essere portato in giro per far conoscere a tutti cosa è Carrara e quanto è prezioso il suo marmo”. Soddisfatta Serena Arrighi ha detto: “Per me è un gioco facile: avete cantato Carrara eterna e per questo vi ringrazio infinitamente. Avete fatto un grande omaggio a tutti noi e sono convinta che ci sarà grande futuroi per voi e per Carrara”. Il sindaco Persiani ha dichiarato: “Sono sicuro che, questa volta, non ci saranno polemiche per aver scelto di ospitare a Massa uno spettacolo su Carrara, perchè lo spettacolo è stato veramente bellissimo. Vi auguro che possiate continuare sempre al meglio come state facendo e che questo teatro di Massa possa dare l’avvio per una grande tourneè che porti Massa Carrara in tutta Italia e nel mondo”.