La vita di Ferdinando de’ Medici è una di quelle da narrare. Nacque a Firenze il 30 luglio del 1549, era il quinto figlio di Cosimo I de’ Medici ed Eleonora di Toledo, figlia del viceré spagnolo di Napoli. La carriera di Ferdinando sembrò tracciata fin dalla sua adolescenza: divenne cardinale nel 1562, all’età di 13 anni. In quel periodo, le zone paludose erano molte nel territorio italiano e la malaria mieteva vittime. Proprio a causa della malattia virale, Ferdinando perse sua madre Eleonora e i suoi fratelli Giovanni e Garzia, lui sopravvisse, ma soffrì di tubercolosi per il resto della sua esistenza. Ferdinando de’ Medici arrivò a Roma per ricoprire quel ruolo di cardinale per il quale sembrava tagliato su misura. Divenne Cardinale diacono di Sant’Eustachio, da ricordare anche per il magnifico caffè. Quando la via sembrava tracciata, accade un evento inatteso: morì suo fratello Francesco I de’ Medici, granduca di Toscana. Suo malgrado, Ferdinando dovette prendere il suo posto, con il nome di Ferdinando I de’ Medici, mantenendo comunque il suo ruolo di cardinale. Nel 1587 divenne Granduca di Toscana e due anni più tardi, sposò Cristina di Lorena, dalla quale ebbe nove figli. Ferdinando I de’ Medici si dimostrò fin dal suo insediamento, un abile amministratore. Ristabilì il sistema giudiziario, riorganizzò le corporazioni, i dazi, snellì l’apparato burocratico e promosse una riforma fiscale che fu apprezzata dai suoi sudditi. Il Granduca Ferdinando fu molto aperto verso le altre confessioni, malgrado il suo ruolo di cardinale cattolico. Emanò un editto di tolleranza verso gli ebrei e gli eretici, conosciuto come Costituzione Livorniana. Il porto di Livorno divenne porto franco, in cui si rifugiarono gli ebrei spagnoli espulsi nel 1592. Per migliorare gli spostamenti commerciali tra Firenze e Pisa, fece deviare il corso dell’Arno e rese coltivabili molti terreni a Pisa, Fucecchio, Val di Chiana e altre zone limitrofe. Ferdinando I de’ Medici proseguì la tradizione mecenatesca della sua famiglia. Commissionò a Giambologna una statua in memoria di suo padre Cosimo I, che oggi si può ammirare in piazza della Signoria a Firenze. Bernardo Buontalenti fu incaricato di erigere il Forte Belvedere e completò le ville medicee di Artimino e quella dell’Ambrogiana. Ferdinando I de’Medici fu un grande ammiratore e divulgatore dell’opera lirica italiana e ne promosse la diffusione anche tra le classi meno abbienti. Fece costruire la chiesa di Santa Maria in Provenzano a Siena, su progetto del monaco certosino, Damiano Schifardini. Ferdinando I de’ Medici fu un abile ambasciatore della Toscana. Lavorò alacremente per rendere il Granducato indipendente dall’influenza asburgica. Dopo l’assassinio di Enrico III di Francia, si alleò con Enrico IV, che era in lotta contro la Lega Cattolica. Ferdinando appoggiò economicamente Enrico IV e lo convinse a convertirsi al cattolicesimo e nel 1600 combinò il matrimonio tra il re di Francia e Maria de’Medici, figlia del suo defunto fratello Francesco. Tuttavia la politica di Ferdinando I non ebbe successo. Enrico IV si dimostrò irriconoscente e il granduca di Toscana si riavvicinò agli Asburgo, combinando il matrimonio tra suo figlio Cosimo II e l’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria. Ferdinando I promosse la spedizione Thornton, che era un tentativo di creare una colonia nel Nuovo Mondo, quelle Americhe che promettevano risorse, i metalli preziosi e quelle spezie così indispensabili all’epoca. La spedizione partì dal porto di Livorno verso il Brasile settentrionale, comandata dal comandante inglese Thornton, era il 1608. Ferdinando I de’ Medici non riuscì ad ascoltare l’esito del viaggio compiuto da Thornton, perché morì il 7 febbraio del 1609. Il sogno di una colonia del Granducato di Toscana nel Nuovo Mondo si spense insieme a Ferdinando I. Il suo successore, il figlio Cosimo II, cancellò le spedizioni verso le Americhe. La storia è figlia di coincidenze. Ferdinando I de’ Medici è stato un granduca illuminato, un cardinale, un uomo che ha amato e rispettato il suo popolo, lasciando un’eredità artistica e culturale, come testimoniano le opere e le scoperte nel campo della ricerca e botanica che aprirono nuovi orizzonti, come quel Nuovo Mondo che avrebbe voluto scoprire.