prima parte
I pianeti trans-personali di cui stiamo trattando, chiamati anche trans-saturniani, sono pianeti con una forza speciale, diversa dagli altri sette pianeti classici. Sono simboli di forze cosmiche che ci spingono a fare esperienza della presenza, in noi, di una volontà e di una forza più grandi e più vaste di quella del nostro ego, con cui di solito ci identifichiamo e di cui facciamo esperienza nel nostro vivere quotidiano. Detto in altri termini, essi ci spingono a prendere coscienza del fatto che noi siamo ben più di ciò che crediamo, che la nostra vita ha un significato che va ben oltre l’orizzonte ristretto del nostro “piccolo Io”. Urano, Nettuno e Plutone rappresentano forze e istanze, che sono totalmente al di là di un nostro possibile controllo conscio, e che, se da una parte ci spiazzano, ci spaventano, ci stravolgono l’esistenza a volte, dall’altra ci consentono anche di connetterci con poteri e abilità ben al di fuori della norma. Decisivo, per questi tre pianeti, il nostro livello di coscienza e di consapevolezza, che determina, molto più che per tutti gli altri, come vivremo la loro influenza. Per poter utilizzare i loro potentissimi doni, e non cadere nelle loro parti “ombra”, è necessario possedere un livello interiore di per sé già piuttosto evoluto. Non per niente essi si sono palesati alla nostra coscienza, anche concretamente, soltanto negli ultimi anni della nostra storia. Per millenni, come abbiamo detto nello scorso articolo, il nostro orizzonte si fermava a Saturno, oltre al quale non ci era dato di vedere. Saturno rappresentava in un certo senso l’apice del nostro potenziale evolutivo. E per la maggior parte degli esseri umani, forse, ancora oggi è così. Poi, nel 1781, ci accorgiamo dell’esistenza di Urano, e apriamo le porte così ad una visione più ampia del nostro sistema solare e, insieme, ad una consapevolezza più ampia delle nostre potenzialità evolutive. Non per niente dal 1781 ad oggi, negli ultimi 250 anni, abbiamo assistito a cambiamenti esponenzialmente più grandi e più rapidi di quanto non sia mai accaduto nei millenni precedenti. Tra i pianeti trans-personali, però, trovo che Urano sia un pianeta per così dire ancora “ibrido”, a portata e a misura d’uomo. Per certi versi, se ci pensate, Urano potrebbe anche essere considerato il pianeta che più di tutti rappresenta la natura umana: vuoi perché il suo ciclo corrisponde alla durata media della nostra vita, vuoi perché la sua cifra è l’originalità, la diversità, l’inventiva, la capacità di uscire dagli schemi e di progredire. Tutte prerogative che l’essere umano ha nella sua natura molto più di qualunque altro essere vivente sulla Terra. Se anche così non fosse, allora dobbiamo ammettere che, quantomeno, a questo pianeta sta particolarmente a cuore l’essere umano, vista anche l’analogia con il mito di Prometeo. Con Nettuno, invece, noi possiamo dire che entriamo in una dimensione che va decisamente oltre, al di là dell’essere umano. Con Nettuno noi entriamo in contatto con una forza che è interamente al di là del nostro controllo.
Nettuno ci apre la porta a tutto ciò che è inconoscibile, indefinibile, tutto ciò che va oltre i limiti della logica e della ragione, tutto ciò che trascende questo piano di realtà al quale siamo più o meno solidamente ancorati. Nettuno è il Signore delle profondità e delle vastità oceaniche. Con Nettuno noi perdiamo i confini, dissolviamo le identità, le forme, le definizioni. Tutto ciò che esiste come entità definita non è che un’increspatura momentanea dell’infinito oceano, un’onda che per un attimo si leva, senza mai separarsi per questo dall’oceano stesso, in cui si riversa qualche istante dopo. Nettuno è principalmente questo: connessione. È ciò che ci fa sentire intimamente connessi e interdipendenti con tutti gli altri umani, con tutti gli esseri viventi su questo pianeta, e persino con tutte le forze dell’Universo. Nettuno è la connessione viva con il Tutto, di cui siamo soltanto un’illusoria e momentanea parte. Nettuno è l’infinito, l’indeterminato, l’assoluto. L’unico modo per fare esperienza di questo pianeta, per coglierlo nella sua essenza, è arrendersi alla sua influenza, perché trascende completamente la nostra ragione. Non lo possiamo capire, carpire, afferrare, catalogare. Lo possiamo solo “sentire”. L’esperienza che ne possiamo fare ha, di solito, vari livelli, che dipendono in gran parte, come accennavo poco sopra, dal nostro livello di consapevolezza e dalla nostra disponibilità a farci canali d’espressione della sua energia. Uno dei canali più frequenti in cui si esprime una personalità nettuniana è l’empatia, la capacità appunto di connettersi profondamente con un altro essere umano, di sentire ciò che sente l’altro, fino a volte a fondersi, se non addirittura con-fondersi, con l’altro. Un’altra cifra della personalità tipicamente nettuniana è un senso di fratellanza universale. È evidentemente un pianeta d’acqua, e per alcuni astrologi rappresenta l’ottava superiore della Luna. Come tale ha una natura estremamente sensibile, e tutto ciò che nel tema natale è “toccato” da questo pianeta, viene altamente sensibilizzato e affinato. Essendo un pianeta che ci porta in connessione con altre dimensioni, Nettuno è anche ispirazione, e come tale ha molto a che fare quindi con l’arte e con la creatività, con la musica in particolare, essendo di natura prettamente vibrazionale. Ma è anche immaginazione, fantasia, poesia. Chi ha una natura particolarmente dominata da questo pianeta, anche se non produce concretamente arte, ha spesso una visione poetica e artistica del mondo e della vita. Una visione estremamente romantica anche. Del resto, questo pianeta è stato scoperto nel 1846, ossia in un’epoca dominata dal romanticismo, che ha per temi centrali per esempio la negazione del valore assoluto della ragione, un certo gusto per l’esplorazione dell’irrazionale, un ritorno alla spiritualità, una tensione verso l’infinito e l’indefinito, la presenza viva di uno Spirito assoluto immanente alla realtà, il senso del “sublime” come sentimento incontenibile generato dal contatto con l’immensità. Tutte tematiche che richiamano valori nettuniani.
Con Nettuno entriamo in un mondo in cui i sentimenti e il sentire sovrastano e dominano l’intelletto e la ragione. È un pianeta profondamente psichico: non a caso proprio nel periodo in cui è stato scoperto, sono cominciate anche le prime esplorazioni e le prime teorizzazioni di ciò che noi oggi chiamiamo “psicologia”. E in tutta la seconda metà del secolo, possiamo notare un incremento notevole dell’interesse e degli studi in merito al funzionamento della psiche. Nettuno amplifica notevolmente le facoltà psichiche superiori: quando lo troviamo in posizioni chiave del tema natale, o quando fa aspetti con altri pianeti importanti nella nostra carta, spesso ci apre la porta a percezioni extrasensoriali, ad una straordinaria intuizione, al sesto senso e alle capacità medianiche. Nessun altro pianeta predispone così tanto al misticismo, ad un sentimento profondamente spirituale: chi ha una natura particolarmente influenzata da questo pianeta, così, non solo avrà una natura tendenzialmente compassionevole, sensibile e creativa, ma avrà anche una corsia preferenziale, un contatto diretto, interiore, con il divino. La parola “psiche”, del resto, nel suo significato letterale, indicava l’Anima e non la mente. Nettuno è l’anelito della coscienza a superare, ad andare oltre, i confini materiali, visibili e consueti della nostra percezione, di ciò che noi chiamiamo “realtà”. È insieme predisposizione, tendenza e necessità di accedere a stati di coscienza “non ordinari”. Rappresenta più precisamente la tendenza e a volte il bisogno impellente dell’essere umano di perdersi in un altro stato di coscienza. Che questo “altro” stato di coscienza sia poi “superiore” o “inferiore” è tutto da stabilire, e dipende in larga parte sia dal tipo di aspetti che il pianeta fa che, ancor di più, dal nostro livello evolutivo e dalla nostra capacità di canalizzare in modo evolutivo la sua potentissima energia. E, come ho già anticipato, si tratta di una energia piuttosto difficile da canalizzare e da vivere bene.