Se qualcuno è tifoso di calcio, magari della squadra di Firenze, oppure tiene a qualche altra compagine ed è stato in trasferta nella città toscana, conosce senza ombra di dubbio l’inno ufficiale della Fiorentina. Narciso Parigi nacque a Campi Bisenzio il 29 novembre del 1927. Fin da ragazzo manifestò un animo profondamente toscano e divenne un esponente degli stornellatori che erano molto attivi nell’Italia centrale e che, in Toscana, erano i naturali discendenti dei poeti che componevano in endecasillabi. Nel 1944 Narciso Parigi esordì a Radio Firenze, diretto dal maestro Lamberto Ariani, diventando il cantante ufficiale della radio toscana. Ebbe notevole successo in quel periodo così difficile del nostro paese e la cosa gli consentì, nel 1948 di trasferirsi a Roma, ormai con la strada tracciata verso una carriera importante.
Da stornellatore si trasformò in breve tempo in cantante melodico e partecipò al Festival di Sanremo nel 1955, in coppia con Claudio Villa, eseguendo Incantatella, un brano struggente con melodie tipiche dell’epoca. Nel 1957, Narciso Parigi partecipò al programma televisivo: Voci e volti della fortuna, che sarebbe stato il precursore di Canzonissima, abbinato alla Lotteria di Capodanno, quando non esistevano ancora i gratta e vinci, era una delle poche strade per diventare ricchi. Enzo Marcacci nel 1931 aveva scritto un brano che si intitolava: Canzone Viola, meglio conosciuta come: O Fiorentina. Nel 1959 Narciso Parigi cantò e pubblicò la canzone che divenne l’inno della squadra gigliata e ancora oggi si canta nello stadio fiorentino: il suo amore per Firenze e la sua squadra, non poteva essere rappresentato in modo migliore. L’anno successivo vinse il Festival internazionale di Firenze con Rondini fiorentine, cantata in coppia con Luciano Rondinella. Nel 1962 Narciso Parigi tornò a Sanremo con il brano: Vita, in coppia con Giorgio Consolini. Veniva apprezzato per la sua perfetta dizione, che gli consentì di partecipare a qualche pellicola cinematografica, come: Terra straniera di Sergio Corbucci e Gagliardi e Pupe di Roberto Bianchi Montero. In quegli anni, oltre al Festival di Sanremo, era molto importante e seguito quello di Napoli. Narciso Parigi partecipò nel 1963, in coppia con Nunzio Gallo, cantando il brano: Annamaria. Nel frattempo si era sposato con Fiorella Allegrini che sarebbe stata la sua musa per tutta la vita, dalla loro unione era nata Daniela nel 1957 e Stefano Menotti nel 1958 che sarebbe stato seguito da Andrea nel 1965. Il suo grande amore per Firenze lo cantò in brani che fecero epoca come: La porti un bacione a Firenze, del quale ricordo una stupenda interpretazione che declinava alla canzone napoletana di Massimo Troisi. Poi ancora: Firenze sogna e Mattinata fiorentina, veri e propri atti d’amore per la sua città. Narciso Parigi dimostrò di saper interpretare le varie sfumature della musica. Cantò con l’Orchestra Ferrari che suonava jazz e fece varie tournée negli Stati Uniti, dove gli italo-americani dicevano: Se vuoi imparare l’inglese ascolta i dischi di Frank Sinatra. Se vuoi imparare l’italiano ascolta i dischi di Narciso Parigi. Fece concerti in tutto il mondo e mantenne sempre quello spirito di stornellatore prestato alla melodia e quello di intrattenitore con l’ironia, spesso cinica, dei toscani. Narciso Parigi vinse molti premi nella sua lunga carriera artistica, tra i quali: La Maschera d’oro nel 1958, il Premi delle Arti dei Fiorentini nel Mondo nel 2011, attestato sul suo impegno di portare il nome di Firenze e della Toscana in giro per il mondo. La sua esistenza è stata vissuta parallelamente a quella della squadra di Firenze, quella Fiorentina che ha amato e cantato.
Venne gratificato al compimento del suo novantesimo compleanno nel 2017, quando durante la sesta edizione della Hall of Fame Viola, presso l’Auditorium Cosimo Ridolfi, fu premiato dalla squadra e dal suo amico e storico capitano viola, Giancarlo Antognoni. Nel 2018 Narciso Parigi partecipò a una manifestazione in suo onore a Palazzo Vecchio. Fu omaggiato da vari artisti toscani, come: Stefano Bollani, Irene Grandi, Litfiba. Narciso Parigi è morto il 25 gennaio del 2020, nella sua casa sulle colline fiorentine, osservando la sua città amata e cantata. Riposa nel Cimitero della Porte Sante e ha lasciato un’eredità di fiorentinità che ancora si canta allo stadio e ha un posto speciale nel cuore dei tifosi viola.