Eh, già. Tocca leggere tutto il libro, per capirne il significato. Tocca guardare tutto il film, per comprenderne il messaggio. Tocca vivere la vita in ogni sua sfaccettatura, per cogliere l’intera luminosità del suo diamante. La stessa luminosità albeggiante che ispirò a Giuseppe Ungaretti il suo celeberrimo “Mi illumino d’immenso”.
Se bastano quattro parole per produrre un componimento immortale e di rara potenza espressiva, altrettante (una in più, ma tant’è😅) ne bastano per rivisitarlo, nel solco di quel che dicevamo in apertura.
“COMPIUTO, MI ILLUMINO DI SENSO”, recita testualmente il graffito che potete trovare all’inizio di Corso Rosselli a Carrara, dirimpetto al Garibaldi marmoreo.
È giustappunto quando una roba viene sviscerata da cima a fondo, che rivela alfine la sua precisa essenza. “Ah, ecco chi era l’assassino”, lo possiamo dire solo al culmine del giallo che stiamo leggendo e del film che stiamo guardando, magari tratto dallo stesso libro. Al medesimo modo, sarà al culmine della nostra esistenza terrena che potremmo finalmente dire di averne colto il senso ed il perchè.
Ed allora bisogna per forza attendere la fine?
Beh, sì….e no!
Se aguzzate la vista, sullo stesso muro e sotto lo stesso graffito, ne potrete scorgere un altro, molto più piccolo, che recita:
“VERRÀ LA FINE, MA NON SARÀ LA FINE”.
Pensateci: anche se il romanzo finisce e noi chiudiamo il libro, i protagonisti da qualche parte andranno e qualche cosa continueranno pure a fare, no? Idem i personaggi del film: si chiosa anche l’ultima scena e partono i titoli di coda, ma, come noi ci alziamo dalle poltroncine del cinematografo e ce ne torniamo al nostro trantran, anche loro, non visti, da qualche parte andranno e qualche cosa faranno, dico male?
Ed anche noialtri, quando saremo arrivati -si spera il più tardi possibile, certo- al termine della nostra vita, in qualche maniera -nel ricordo altrui, come spiriti magni o come grande energia dell’universo-, continueremo a portare avanti una sorta di esistenza.
Ismaele, scampato al disatro del Pequod, magari si imbarcherà su di un’altra baleniera o, più saggiamente, cambierà mestiere; Rossella O’Hara, dopo aver concluso che “domani è un altro giorno”, magari lo spenderà badando alla sua tenuta, e così pure quelli che verranno; Renzo e Lucia, dopo aver penato tanto per sposarsi, dovranno pure viverla, stà benedetta vita coniugale…e magari potrebbero pure concludere che forse avrebbero fatto bene a non sposarsi😄…
Gli esempi possono essere molteplici e -nel caso di letteratura e cinema- tutto dipende dalla fantasia degli esseri umani. Ciò che preme palesare è che ogni Fine è in realtà un continuo Inizio. Sforziamoci dunque di arrivarci, fino alla fine, ad ogni fine, e vediamo bene di imparare qualcosa ogni volta, sì da garantirci sempre un nuovo, luminoso inizio.
Chi ben comincia è a metà dell’opera, ma, se prima ha ben finito, ne ha già l’altra metà in mano😊.