L’unione fa la forza e la condivisione degli intenti danno una spinta ulteriore a superare gli ostacoli che la vita pone di fronte. Lo sanno bene le due ragazze che, nel pomeriggio di giovedì 23 maggio, sono arrivate con il loro tandem a Massa. Due donne unite dalla forza di volontà e da una salda amicizia, con l’obiettivo di dimostrare che i limiti possono essere superati e che se si desidera davvero qualcosa è possibile raggiungerla, basta crederci fortemente.
Il loro racconto, lucido e coinciso, ha permesso di comprendere pienamente le diverse finalità del loro viaggio, che sembra essere nato per caso. Il loro progetto di sensibilizzazione sulla disabilità sta permettendo loro di conoscere nuove persone e di condividere piccoli frammenti di vita; sta nascendo, inoltre, una piccola community di sostegno e proprio per questo Giusi Parisi, l’atleta non vedente che ha dato origine a questo giro d’Italia alternativo, sembra essere molto soddisfatta.
Il suo scopo è fare in modo che si possa cambiare modo di percepire le persone diversamente abili, affermando il desiderio, che è dietro a molti di loro, di non essere commiserati. Ieri sono partite da Lucca per la 29a tappa del loro Giro d’Italia…alla cieca con arrivo nel palazzo Ducale di Massa: Giusi Parisi assieme alla sua driver, Chiara Ozino hanno fatto ingresso nel cortile dell’antico palazzo. Ad accoglierle autorità locali e il Soroptimist Club Apuania che ne ha curato l’ospitalità.
La prima parte del loro giro, da Milano a Lecce, oltre 1500 chilometri, l’avevano percorsa lungo la costa adriatica dal 19 settembre al 26 ottobre 2023: quest’anno sono partite da Reggio Calabria il 25 aprile e percorrendo la costa tirrenica arriveranno a Milano il 4 giugno, dopo 41 tappe. Mentre Giusi Parisi ha portato a compimento tutte le 41 tappe, alla guida del tandem si sono alternati Gianfranco Mazzucca e Laura Seroni e, nelle ultime 15 tappe Chiara Ozino Hanno viaggiato e viaggiano senza supporto e con un bagaglio ridotto, ma con molti obiettivi: in primo luogo sensibilizzare sul binomio sport e inclusione facendo comprendere quanto il tandem possa essere un mezzo inclusivo, di condivisione, benessere ed esperienziale per tutti, non solo per chi come Giusi è una persona con disabilità. In secondo luogo fa capire l’importanza di abbattere tutte quelle barriere fisiche (infrastrutture inaccessibili) e mentali (stereotipi sulla disabilità) presenti nella nostra società.
Hanno viaggiato e viaggiano senza supporto e con un bagaglio ridotto ma con molti obiettivi: in primo luogo sensibilizzare sul binomio sport e inclusione facendo comprendere quanto il tandem possa essere un mezzo inclusivo, di condivisione, benessere ed esperienziale per tutti, non solo per chi come Giusi è una persona con disabilità.
In secondo luogo contribuire ad abbattere tutte quelle barriere fisiche (infrastrutture inaccessibili) e mentali (stereotipi sulla disabilità) presenti nella nostra società. Con il loro Italia in tandem vogliono anche creare sinergie tra associazioni, enti, istituzioni che si occupano di inclusione sociale e turismo sostenibile, ridare vita attiva ai tandem che giacciono abbandonati negli scantinati (a tal fine hanno creato un Sondaggio tandem a livello nazionale), utilizzandoli o donandoli a chi potrebbe beneficiarne. Tra gli altri scopi anche quello di promuovere la bicicletta ed i cicloviaggi come strumento di emancipazione femminile e far conoscere e valorizzare imprese locali e territori attraversati. Lo sport visto come possibilità di riscatto e mezzo di autoaffermazione. Messaggi di positività ed altruismo sono valorizzati e ricercati. Segnali di cambiamento sono sempre più evidenti e forti. Ed ora l’obbiettivo è rimettersi in viaggio, sfidare il tempo, le salite ed traffico per arrivare a destinazione