Venerdì 24 Maggio alle ore 19, al circolo ACSI La vecchia Mandragora, si terrà la mostra del pittore massese Giacomo Rossi. La sua pittura definita informale colpisce lo spettatore per la carica di emozioni che porta con sé. Impossibile non restare incuriositi di fronte alle sue tele, cercare di scorgere l’anima dell’autore ti porta a fondere lo sguardo con il colore che è protagonista della sua continua ricerca artistica. Artista poliedrico e dalle innate capacità ha, nel suo bagaglio, esperienze importanti che lo hanno reso ciò che è quest’oggi. Giacomo Rossi, per tutti Jeff, è nato a Forno nel 1973, un borgo speciale alle porte delle Alpi Apuane, dove la storia si è fermata nel 1944, con l’eccidio nazifascista che ha segnato per sempre lo spirito del luogo e con la Resistenza che non ha mai abbandonato le anime dei suoi abitanti. In questa terra di contrasti, tra il suono del fiume e il monte Contrario, nella cantina dei genitori, luogo di vino e aggregazione, Giacomo si è nutrito di facce, storie, sentimenti, fatiche e fin da ragazzo ha seguito le sue passioni ed aspirazioni, fatte di musica e disegno. Ha frequentato il liceo Artistico “Artemisia Gentileschi” di Carrara, appassionatosi sempre più alla pittura, e ha proseguito gli studi con i corsi dei professori Walter Tacchini e Andrea Granchi all’Accademia di belle Arti di Carrara. Negli stessi anni, ispirato dai “cantastorie” del paese, ha cominciato a suonare la chitarra, viaggiando nell’ascolto più profondo del cantautorato d’eccellenza e nel mondo della musica, della quale diviene un profondo esperto e collezionista. Spinto dalla passione per la storia dell’arte, ha intrapreso numerosi viaggi culturali, visitando i più importanti musei del mondo e avvicinandosi alla pittura “informale”, allo stile degli “Irascibili”, caratterizzato dal rifiuto di qualsiasi forma, figurativa o astratta, costruita secondo canoni razionali. Rossi ha realizzato numerose opere e preso parte a diverse rassegne personali e collettive locali. Nello stesso periodo si è avvicinato alla fotografia, della quale si occupa da circa dieci anni, strumento per raccontare in maniera impersonale realtà sociali e culturali e situazioni diverse incontrate nel suo cammino.In questo piccolo ma intenso percorso espositivo, con la sua pittura fatta di colori, luci, forme elaborate in forme astratte e fortemente espressive, Giacomo Rossi trascina l’osservatore dentro emozioni e sensazioni prive di qualunque connotazione oggettiva, guidate solo dal segno e dal colore, portandolo in un altrove immaginifico, irragionevole, inafferrabile.
Quando ha capito che l’arte avrebbe fatto parte della sua vita?
La pittura è come se fosse impressa nel mio dna: è nata con me, sono cresciuto con la pittura e la musica che mi tenevano compagnia. Una “ragazza” che conosco sostiene che è come se mi scorresse nelle vene, Io la definisco una semplice compagna di viaggio. Non potrei vivere senza.
La sua pittura viene definita informale, secondo lei perché?
Viene definita informale perché nei miei quadri non vi è una forma definita, solo così riesco ad esprimere il mio essere e le mie emozioni.
Quali sono i pittori o le correnti artistiche che più sente vicine?
La passione per l’arte è sempre stata fortissima. Ricordo che già alle elementari avevo una predilezione per i colori e per i disegni geometrici. Con il passare del tempo ho osservato molto tutto ciò che mi circondava, cosa che faccio anche oggi. Non ho pittori di riferimento, ho un debole per la corrente degli Irascibili nata a New York nel 1950.
Solitamente, quando è colto dall’ispirazione e che sensazioni ha?
Non è facile spiegare qual è il momento in cui traggo ispirazione: vivo con il costante impeto della pittura, dipingo in ogni momento in cui mi è possibile, non ho un momento dedicato ed uno studio. Inizio un quadro e lo riprendo anche in varie fasi della giornata e della notte. Spesso non mi fermo nemmeno quando mangio: i colori sono ovunque ed è così che io sono e mi riconosco.
Come si vede nel futuro?
Una domanda a cui non ho idea di come rispondere: premetto che non ho mai avuto molte ambizioni, dipingo per soddisfare la mia vena creativa, non per esporre o vendere. Vivo e dipingo, e nel mio futuro spero di continuare a fare questo.