Presentato al Gabinetto Vieusseux di Firenze il volume “Radici aeree” : studi, testimonianze e riflessioni su Clara Sereni , la scrittrice romana (1946 -2018) che molti ricorderanno per i libri “Sigma Epsilon”, “Casalinghitudine”, “Il gioco dei regni” e per una vasta produzione di scritti, azioni e impegno che continuano a vivere e lasciare tracce anche dopo la sua morte. “Radici aeree” è il frutto del Convegno di Studi tenutosi a Perugia nel 2022. A presentare il volume erano presenti Valeria Della Valle, Anna Nozzoli e Puma Valentina Scricciolo. Ricco di una ampia serie di saggi, il libro è fonte di nuovi spunti di ricerca e faro su zone, sinora poco conosciute, della Sereni scrittrice e donna. Se una parte del volume è dedicata a interventi di carattere critico sulla scrittura, un’altra si fa scrigno della memoria più intima, con testimonianze preziose sulla sua vita personale. Non si tratta solo della produzione letteraria, prezioso patchwork di tessere narrative tenute insieme dal tempo, ma anche della vita, di storie familiari complesse, di affetti e di parole. “Il termine “casalinghitudine” è entrato a far parte del dizionario dei neologismi nel 2003″, ha commentato Valeria della Valle, linguista e soprattutto amica della scrittrice, “e successivamente nei dizionari Treccani”. Le due si sono scritte tante lettere. Tutto il carteggio fra di loro è stato donato dalla Della Valle all’Archivio Bonsanti del Gabinetto Vieusseux e analizzato da Gloria Manghetti, segretario generale del Gabinetto e responsabile dell’Archivio Contemporaneo, che nel suo interessante saggio si è soffermata sullo stile molto ironico della scrittura epistolare di Clara Sereni.
L’archivio conserva le carte della scrittrice, manoscritti e dattiloscritti che lei stessa ha ceduto, già organizzati e scientemente catalogati, grazie alla pianificazione e alla determinazione nel sapere come e a chi voleva trasmettere il suo “dopo di me”. “Se dovessi scomparire per sempre” ha scritto Clara Sereni nella filastrocca ‘Ambarabà ciccì coccò’ , “che destino avrebbero libri e oggetti, se non finire nei cassonetti? Ma un giorno accadrà che qualcuno raccolga l’eredità“. Ebbe una vita complicata, punteggiata da difficoltà familiari, scoperte, subìte o da lei generate, che e con abilità speciale riuscì a trasformare in apertura all’esterno, in proposte. Cercò sempre comunità di cui far parte, nel cinema, nel canto, nei salotti letterari, in politica. Attorno alla persona di Clara gravitano tante sfaccettature tematiche, l’impegno, la militanza, l’attenzione alle questioni di genere, benché non femminista, e ebbe sempre un occhio per gli “ultimi”, anche se non era religiosa.Si nota in lei una costante ricerca di appartenenza, pure per quello che riguardava una sua identità culturale ebraica in cui non si sentiva completamente immersa: il padre non le insegnò mai la sua lingua e il romanzo “Il gioco dei regni “, inizialmente stroncato da Baldacci, e alla cui base ci sono il suo viaggio in Israele e la storia della sua famiglia, ha gangli profondi, ancora da studiare.
Certamente la scrittura fu un modo per poter dare ordine e coerenza al mondo. Ciò che nella vita non era possibile, nell’allinearsi delle righe, lei trovava forma e organizzazione. Clara Sereni è ricordata anche come cantante. La musica fu balsamo per lei. “Quando penso alla mia infanzia, penso che ci fosse più musica che parole” disse Clara Sereni. Le canzoni in macchina durante i viaggi della famiglia, i canti popolari e di protesta, i brani classici, meno, invece, la musica leggera che storpiava con gli amici. Fu la zia Ermelinda Pontecorvo ad avviarla da bambina allo studio del piano, al bello, al lusso, elementi che poi le furono di conforto, quasi di risarcimento a ciò che di difficile si presentava nella vita. C’erano discussioni? Lei cantava. Con il piccolo Matteo, autistico, le ninne nanne e le canzoni erano per lei, mamma, aiuto e cura. In seguito però dovette farne a meno perché il figlio non voleva che lei continuasse e fu grande rinuncia.
Quando stava per pubblicare “Il gioco dei regni”, Clara si trasferì a Perugia, città per lei inclusiva, vivace e più a misura d’uomo. Nel volume “Radici aeree” , Francesca Silvestri, direttrice della casa editrice Ali&no, e amica di “merendanze” ricorda gli anni perugini della scrittrice.Qui visse in modo attivo, coprì la carica di vicesindaco e fondò 25 anni fa la Onlus “La città del sole”, nata per dare sostegno e sviluppare innovazione in psichiatria. L’impegno sociale della scrittrice si è fatto radice e si è propagato nel tempo. Grazie a una serie di varie iniziative Clara continua a vivere. Dedicato a lei il celebre “Premio Letterario Clara Sereni”, organizzato da Francesca Silvestri e giunto ormai alla quinta edizione, con una Presidente Onoraria di eccezione, la senatrice Liliana Segre.
“Radici aeree”
Studi, testimonianze e riflessioni su Clara Sereni
a cura di Simone Casini, Puma Valentina Scricciolo, Fabrizio Scrivano
ali&no editrice
Su RaiPlaySound
esiste un’interessante intervista audio a Clara Sereni e il suo rapporto con la musica.