foto di Pietro Marchini
prima parte
Sono stato incaricato da tutte le Vette Apuane riunite nella sigla AVA (Associazione Vette Apuane) per parlarvi del territorio, La scelta è ricaduta su di me, Monte Pisanino, in quanto dall’alto dei miei 1946 metri, ho la possibilità di osservare meglio il territorio e quindi di descriverlo. La catena delle Apuane, dalla forma ellittica, che segue la linea di costa ad una distanza inferiore ai dieci chilometri, emerse dalle acque circa 25 milioni di anni fa. La si può raffigurare con la testa fra le nuvole e i piedi nel mare. Aulla è il borgo più Nord, Monte San Quirico quello più a sud, alle porte di Lucca. Un fenomeno tipico di queste montagne è il carsismo, che si manifesta all’interno con grotte, pozzi, abissi e gallerie scavati dalle acque meteoriche su rocce carbonatiche, dando origine a stalattiti e stalagmiti, o ad erosioni superficiali come le doline o il monte Forato o le marmitte dei giganti. È doveroso, a questo punto, citare l’Altipiano della Vetricia, la grotta del Vento, l’Antro del Corchia, il solco di Equi il fiume Frigido e la Turrite Secca. Il dissodamento e asportazione delle pietre dalle pianure venne fatto per utilizzarle nella costruzione dei terrazzamenti, delle mulattiere e delle case. I nostri antenati non aggredirono la montagna, si limitarono ad apportare ad essa nuovo materiale, cioè terra, trattenuta con efficienti muri a secco. Nacquero le coltivazioni a terrazza conosciute anche come gradoni a terrazzamenti. Queste geniali costruzioni si rivelarono anche come importanti argini alla torrenzialità delle piogge. La maggior parte delle mulattiere, sorte tra i secoli XVI e XIX, richiedeva, per la costruzione, manodopera esperta e un gran numero di personale impiegato nella raccolta e nella lavorazione di sassi e pietre levigate, adatte alla posa del fondo stradale. Le più importanti mulattiere erano quelle a lunga percorrenza, che univano diverse regioni come Lunigiana e Garfagnana, oppure il Ducato di Modena con quello di Massa. Il dissodamento delle terre dette origine alla fertilità dei suoli che poterono così essere coltivati o adibiti a pascolo. La conformazione della catena delle Apuane, la grande piovosità dovuta ad un clima temperato-umido, fa sì che i corsi d’acqua abbiano un andamento torrentizio nel loro breve percorso dalla sorgente al mare. Unica eccezione è costituita dal fiume Serchio, che dai rami di Gramolazzo e Sillano, raggiunge la marina di Vecchiano, dopo un percorso di oltre cento chilometri. Sempre in tema di acqua, debbo segnalare la presenza dei laghi di origine artificiale, nati dopo la Seconda guerra mondiale dallo sbarramento dei rispettivi torrenti, per il funzionamento delle centrali elettriche dell’Enel: Lago di Vagli, di Gramolazzo, Isola Santa, Trombacco, Turrite Cava. Fociomboli rappresenta l’unica zona umida naturale dei nostri monti. La storia più recente ci ha lasciato testimonianze indelebili che raccontano più di ogni scritto: sto parlando dei molti castelli, fortezze e torri che ancora testimoniano di un passato tormentato da guerre di conquista, ma anche degli oltre mille edifici religiosi che interessano il territorio e affermano, con notevoli opere d’arte, il culto delle popolazioni residenti. Il loro interno è sempre prezioso, affreschi, dipinti, fonti battesimali, tabernacoli, balaustre, oggetti vari di arte sacra, organo e soffitti a cassettone. A rendere ancora più evidente la religiosità degli apuani troviamo centinaia di Maestà, veri e propri manufatti scultorei su marmo bianco, scolpiti per lo più a Carrara da provetti scalpellini. Sono definite anche Preghiere di Pietra, in quanto invocazioni per un buon raccolto o il ringraziamento per una scampata epidemia. Le troviamo lungo i sentieri che percorrono il territorio, nei crocicchi delle mulattiere o affissi ai muri delle case, in questo caso si tratta di abitazioni signorili perché il materiale, la scultura e il trasporto avevano un costo non indifferente e soltanto famiglie agiate se lo potevano permettere.
Foto di copertina: Il monte Pisanino coi Zucchi di Cardeto
continua…