prima parte
Eccoci arrivati al settimo pianeta astrologico: il tanto famigerato Saturno, che gode davvero di pessima fama, soprattutto tra i profani, ma spesso anche tra gli “addetti ai lavori”, tanto che gli antichi usavano chiamarlo “il grande malefico”. Più che malefico, direi che risulta piuttosto antipatico, sia per le sue qualità caratteristiche, sia per la sua funzione. Saturno è, innanzitutto, un pianeta dal temperamento freddo, duro, ruvido, secco. È un pianeta estremamente serio, un po’ grigio, che rappresenta i mesi più freddi e più rigidi dell’anno: quelli che minano e mettono alla prova la nostra capacità di sopravvivenza. E chi ha una forte impronta saturnina nel proprio tema natale, e quindi nel proprio carattere, è un po’ così: tendenzialmente freddo, taciturno, solitario, severo, con uno spiccato senso del dovere e con la sensazione che le cose, nella vita, bisogna guadagnarsele con la fatica e con il sudore, con rigore e disciplina. Saturno, per molti versi, è l’opposto di Giove: è tendenzialmente pessimista, pensa che nella vita nessuno ti regali niente e che le cose siano sempre, per lo più, difficili e faticose. Non ha una natura affabile e gentile, tende piuttosto a scoraggiarci, a metterci alla prova, a metterci di fronte alle avversità, e porta un clima generale di sfiducia. È l’ultimo dei pianeti visibili senza macchinari complessi, e quindi per gran parte della storia dell’umanità, è stato considerato l’ultimo dei pianeti del nostro sistema solare. Rappresenta quindi il senso del limite: al contrario di Giove che, come abbiamo visto, tende ad espandere, Saturno tende a rimpicciolire, a togliere, a ridimensionare. E pur considerando che “di meno” o “più piccolo” non sempre è sinonimo di “peggio”, che non sempre limitare, accorciare, rendere più essenziale, sia, in sé, qualche cosa di negativo, dobbiamo riconoscere che la sua azione, se non direttamente sfortunata, può causare, di certo, più facilmente una visione della vita meno rosea ed entusiasmante, e quindi, di conseguenza, meno piacevole di quella gioviale. Inoltre, il fatto che esso porti con sé una certa carica di pessimismo e di sfiducia, ci rende sicuramente molto più prudenti, molto meno inclini ad osare, e questo diminuisce la possibilità di incontri, opportunità e occasioni, nella vita. D’altro canto, tutto questo, ci difende anche dalla possibilità di prendere cantonate, di schiantarci a duecento all’ora, oltre che di bruciare tutte le risorse che abbiamo per dei sogni ad occhi aperti.
La sua posizione nel tema natale spesso rappresenta un blocco, un limite, un tipo di energia che nella vita facciamo fatica ad esprimere. Sciogliere questo blocco, di solito richiede tempo, pazienza, sforzo, impegno e autodisciplina. Tutte qualità prettamente saturnine. Dobbiamo ricordare, che se Saturno è lì, in quella posizione, con quelle caratteristiche specifiche, è perché la nostra anima ha bisogno di lavorare su questi aspetti. L’intento, in altri termini, non è, di per sé, quello di bloccarci, o di renderci la vita difficile, ma è la nostra evoluzione: Saturno ci indica esattamente che cosa dobbiamo fare per evolverci. In un certo senso, nessun altro pianeta ha un carattere così specificamente evolutivo. La sua funzione principale, infatti, è quella di farci lavorare per raggiungere una maggiore maturità. Saturno è la maturità. È il senso del dovere. È la regola. Particolarmente significativi risultano, in questo senso, i suoi cicli di transito, che scandiscono le tappe più importanti nella vita di ognuno di noi: quei passaggi cruciali, in cui si è spinti a confrontarsi con le regole del mondo e della società, con i limiti che esso impone, in cui dobbiamo affrontare crisi, maturare e conquistare una maggior autonomia e indipendenza come individui. Non per niente Saturno è Chronos, il “Signore del Tempo”, che detta e scandisce il ritmo della vita, e che implacabile spinge, va avanti, incede, senza tregua e senza possibilità di revoca. Ma anche senza pietà, in un certo senso: senza curarsi delle nostre sofferenze, dei nostri sentimenti, dei nostri attaccamenti e soprattutto senza fare sconti a nessuno.
Saturno impiega circa 28 anni per fare il giro completo della ruota zodiacale. E mentre scorre sulla ruota, ad ogni giro, tocca quattro punti fondamentali nei quali siamo chiamati a fare i conti, in un modo o nell’altro, con dei passaggi, spesso critici, di maturità. In pratica, dividendo 28 per quattro, parliamo di un evento che si ripete ogni sette anni, circa. E non è di certo un caso che si parla spesso della famosa “crisi del settimo anno”. Questi passaggi costituiscono dei veri e propri riti di iniziazione. Così, il primo punto critico di maturità, avviene tra il sesto e il settimo anno di vita: momento in cui, di solito, incominciamo ad entrare in un vero e proprio ciclo di istruzione. Momento in cui dobbiamo imparare delle regole, in cui dobbiamo imparare a stare seduti al nostro posto, in cui non possiamo più soltanto pensare a giocare, disegnare e colorare. Cominciamo in qualche modo a venire “valutati”, e a misurarci con le nostre capacità, con i nostri eventuali limiti, le nostre difficoltà e le nostre frustrazioni. Cominciamo, inoltre, ad avere delle piccole responsabilità, oltre fare i conti con dei compiti, dei doveri e delle “autorità” esterne non più legate da una affettività immediata. Il secondo passaggio avviene di solito tra i 14 e i 15 anni, ed è un momento molto delicato e difficile un po’ per tutti: è la famosa “adolescenza”, che comprende cambiamenti importanti nel corpo e nel carattere, l’emergere di nuove esigenze e nuove spinte anche ormonali, l’esigenza di svincolarsi sempre più dai modelli famigliari, di imporre e far valere la propria individualità, le proprie scelte, la propria autonomia. Proprio per questo è, spesso, anche un periodo pieno di conflitti, di contrasti, di ribellione e di crisi d’identità. Inutile sottolineare inoltre come incominci a diventare più impegnativo anche il percorso scolastico, oltre che espressione di una maggiore autonomia di scelta, rispetto al ciclo precedente. Intorno ai 21 anni di età siamo al terzo passaggio, e di certo non è un caso che, fino a non molto tempo fa, si diventasse, proprio a quell’età, maggiorenni. Il che comportava ovviamente tutta una serie di obblighi, di doveri e di diritti che prima non si avevano, tra cui il fatto di rispondere direttamente delle proprie responsabilità anche di fronte alla legge. Ancora oggi, comunque, il periodo intorno ai 20 anni diventa uno snodo cruciale per un individuo: pensiamo alla scelta dell’università, per esempio, oppure, per alcuni, all’ingresso nel mondo del lavoro. Il primo ciclo si chiude così tra i 28 e i 30 anni di età, quando Saturno in pratica ritorna nella sua posizione originaria di partenza, per cominciare da lì un nuovo ciclo. Ed è il momento in cui gli eventuali studi sono finiti, dobbiamo cominciare a pensare a dove stiamo andando e dove vogliamo andare, emerge il bisogno di una maggiore autonomia, uscire dalla residenza famigliare, trovarsi una propria dimensione, magari andare a convivere, cominciare ad avere relazioni più stabili, a pianificare di più, fare i conti con le spese, e cose di questo genere. Non è raro in questa fase affrontare delle vere e proprie crisi esistenziali. E da qui, ovviamente, parte un secondo ciclo che presenta sempre la stessa cadenza settenaria.
continua…