Avete presenti le tribune politiche? Generalmente, si tratta di gente che la pensa in modo diametralmente opposto, che si parla vicendevolmente addosso.
A volte, paradossalmente, i protagonisti la pensano pure in modo affine e compatibile, ciononostante riescono ugualmente a parlarsi addosso l’un l’altro. Risultato? I due fanno a cornate come i mufloni, nessuno arretra di un millimetro e, alla fin della tenzone, gli ascoltatori non hanno capito nulla di quel che i parlatori avrebbero voluto dire.
Anche nel graffito accade spesso una situazione simile. Uno scrive o disegna una roba, l’altro arriva e, o gli risponde per le rime, oppure scrive il suo pensiero direttamente sopra quello dell’altro, quasi a voler comunicare la maggior forza del proprio, di messaggio.
Ma il graffito ha un enorme pregio, che le suddette tribune televisive non hanno e non potranno mai avere: è silenzioso. Quindi, il fruitore può mettersi lì, con certosina pazienza ed olimpica calma, a ricostruire, parola per parola e simbolo per simbolo, il filo del discorso.
Prendiamo ad esempio il “duello grafico” che potete trovare tra il Civico 2b ed il Civico 4 di Via Nuova a Carrara. Qualcuno aveva inizialmente scritto, in rosso: POETICA DI FIORI, con tanto di fiorellino a corredo. Qualcun altro è successivamente intervenuto, in nero, tracciando una riga sopra la parola “POETICA”, e scrivendo “RIVOLTA ARMATA”, con la “A” finale cerchiata, a rivendicare l’orgoglio anarchico dell’autore, e la parola “ARMATA” a coprire senza mercè il preesistente complemento “DI FIORI”.
Ecco. Questo è un lampante esempio di due soggetti che avevano scritto concetti che non erano assolutamente contrastanti fra di loro, bensì totalmente coincidenti ed esattamente corrispondenti.
Eppure, si sono parlati addosso l’un l’altro, ammazzando sul nascere la potenza complessiva del loro messaggio.
Pensateci: Una RIVOLTA è di per sè stessa ANARCHICA, in quanto gesto di ribellione;
Nel 99 per cento dei casi che la storia ci ha regalato, tale rivolta è stata, effettivamente, ARMATA;
Al tempo stesso, in quanto RIVOLTA, quindi atto di negazione all’immobilismo ed al vuoto cosmico, essa è senz’altro, in sè, estremamente POETICA;
Infine, questa “RIVOLTA ARMATA POETICA”, può essere anche DI FIORI. Volete qualche esempio?
Eccovelo:
“La Rivoluzione dei Garofani”, in Portogallo, nel 1974;
“La Rivoluzione delle Rose”, in Georgia nel 2003;
“La Rivoluzione dei Tulipani” in Kirghizistan nel 2005;
“La Rivoluzione dei Gelsomini”, in Tunisia nel 2011.
Visto?
Ecco dunque il messaggio, finalmente ricostruito in tutta la sua innata potenza:
“RIVOLTA ARMATA E POETICA DI FIORI”.
Ci voleva tanto, a mettersi d’accordo?
Ha fatto prima, ed ha espresso molto meglio il concetto, colui che ha vergato il proprio graffito su uno dei pannelli lignei che tristemente serrano l’ingresso alle pericolanti vestigia del fu Teatro Verdi, lato Via Roma, accanto al pure inaccessibile Civico 20.
Anarchico, rivoltoso, poetico e floreale in un sol colpo:
“NON FAR POLITICA, PIANTA UN 🌸”, egli dice.
E siccome non è possibile dirlo meglio, concludo così😄.