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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Gian Gastone de’ Medici: granduca per caso

DiPierluigi Califano

Mag 4, 2024

La vita è davvero strana. Spesso chi desidera tanto un ruolo importante non lo ottiene, mentre altri, che a quello stesso ruolo non hanno mai anelato, lo ottengono senza sforzi. Giovanni Battista Gastone de’ Medici, conosciuto come Gian Gastone, nacque a Firenze il 25 maggio del 1671. Crebbe lontano dalla madre Margherita Luisa d’Orléans, che era tornata in Francia nel 1675 e i rapporti con suo padre Cosimo III de’ Medici, furono sempre molto freddi e distaccati. Cosimo preferiva i suoi fratelli Ferdinando e Anna Maria Luisa, che avrebbe recitato, in seguito, un ruolo importante. Gian Gastone ricevette in ogni caso un’ottima educazione e si interessò agli studi scientifici, in particolar modo alla botanica. Imparò il greco, il latino, lo spagnolo, il francese e anche l’inglese, come solo poche persone potevano permettersi all’epoca. In quegli anni conobbe Giuliano Dami che divenne suo amante e in seguito compagno di avventure omosessuali. Cosimo III fu costretto, suo malgrado, a rivalutare la figura di Gian Gastone, quando fu confermata la notizia che Ferdinando e sua moglie,  la principessa Violante erano destinati a generare figli. La sifilide di Ferdinando e la sua presunta omosessualità, furono determinanti nella mancanza di eredi per Cosimo III. Gian Gastone fu costretto al matrimonio con Anna Maria Francesca di Sassonia, una donna volgare e rozza, una perfetta concorrente per il grande fratello. Il 2 luglio del 1697 il matrimonio venne celebrato in Germania e Gian Gastone si trasferì in un piccolo villaggio della Boemia. Non riuscì resistere a lungo e l’unione entrò in crisi. Gian Gastone partì per un viaggio attraverso l’Europa sotto il falso nome di marchese di Siena. Tornò in Boemia per poco tempo, soggiornando tuttavia perlopiù a Praga, dove si abbandonò ai piaceri carnali e l’alcool. Nel 1708 Gian Gastone fece ritorno nella sua amata Firenze, trasferendosi a Palazzo Pitti. Si dedicò alle amate letture, non provando alcun interesse per gli affari di stato e riprese le sue scorribande in compagnia di Giuliano Dami. Cosimo III disperato per la mancanza di un erede, fece abbandonare l’abito cardinalizio a Francesco Maria e lo costrinse a sposare la principessa Eleonora Luisa Gonzaga, che aveva 17 anni e rifiutò di accoppiarsi con un uomo grasso e malato, che infatti morì dopo due anni, il 31 ottobre del 1713, devastato da crisi epilettiche e demenza precoce. Gian Gastone divenne erede al trono e Cosimo III pensò di estinguere la casata e tornare alla Repubblica fiorentina. Quando le potenze europee iniziarono ad avventarsi sulla preda in difficoltà, Cosimo III decise di nominare Gian Gastone granduca e Anna Maria Luisa sua erede, cosa che avrebbe chiuso definitivamente la dinastia dei Medici. Nuove pressioni su Cosimo III avvennero nel 1718, quando la quadruplice alleanza decise che a Cosimo sarebbe dovuto succedere Don Carlos, figlio di Filippo V di Spagna, il granduca di Toscana si ribellò e diede sua figlia Anna Maria Luisa incarichi di natura politica. Gian Gastone nel frattempo continuava a non interessarsi minimante al regno e quando fu costretto a presenziare alla festa di San Giovanni nel 1720 e ai lavori della Consulta di Stato nel 1722, a causa della indisponibilità di suo padre Cosimo, lo fece con molta sofferenza. Il 31 ottobre 1723 morì Cosimo III de’ Medici e Gian Gastone si ritrovò Granduca senza volerlo e con una situazione economica e politica molto difficile. Suo padre aveva imposto tasse molto elevate per favorire il clero e creato uno stato monastico, pervaso di fanatismo religioso. Gian Gastone abrogò molte leggi promulgate da suo padre, fece riforme profonde, tornando a uno stato laico, tagliando le pensioni e i privilegi ecclesiastici. Ovviamente Gian Gastone incorse negli inevitabili screzi con l’autorità ecclesiastica, tuttavia non sembrò curarsene più di tanto e proseguì nelle sue riforme. Riabilitò l’Università di Pisa, che suo padre aveva depotenziato e rintrodusse la filosofia epicurea. Contattò Pompeo Neri per la cattedra di chirurgia teorica, chimica e algebra. Abolì la pena di morte e come già detto, ridusse le tasse, come quella sul grano, di vitale importanza per il popolo. La politica estera di Gian Gastone fu incentrata sulla questione della successione, agendo diplomaticamente per evitare lo smembramento del granducato di Toscana. Furono anni difficili, le precarie condizioni di salute di Gian Gastone furono un continuo allarme di una probabile invasione di uno stato estero. Quando 6000 spagnoli mossero alla volta della Toscana, Gian Gastone designò suo erede Don Carlos, del quale apprezzò le qualità, pur essendo molto giovane. Nel 1734 cambiarono nuovamente le carte in tavola nello scacchiere europeo. Don Carlos e la Spagna ottennero il Regno delle due Sicilie e quello di Napoli e lasciarono il Granducato di Toscana agli eredi della Lorena. Gian Gastone de’ Medici, minato dagli stravizi dovuti all’alcool, peggiorò le sue condizioni di salute nel giugno del 1737 e morì il 9 luglio dello stesso anno. Il Granduca per caso, Gian Gastone de’ Medici,  ha lasciato un’eredità di democrazia, civiltà e cultura, strada poi percorsa dalla sorella Anna Maria Luisa che sancì la fine della dinastia dei Medici.