Secondo studi più o meno recenti gli italiani soffrono di fobie abbastanza comuni, e non parlo solo della paura di rimanere bloccati per ore in ascensore, magari con la suocera, ma di paure già catalogate nei manuali di psicologia di tutto il mondo. Come, ad esempio, l’aracnofobia, ovvero il timore per i ragni, la glossofobia ovvero la paura di parlare in pubblico, l’aerofobia cioè la paura di volare in aereo e poi, ancora, situazioni più particolari, come la misofobia, che tanto ha colpito un po’ tutti nell’era del Covid, che colpisce chi ha paura dei germi o la coulrofobia, che sarebbe la paura dei pagliacci – guardate IT al cinema per capire se vi appartiene. L’elenco sarebbe lunghissimo e sono sicuro che ognuno di noi ne troverebbe almeno un paio che sentirebbe proprie. Dal mio canto, posso confessare, nonostante sappia nuotare, di avere una paura sfrenata per il mare profondo, tanto che vedermi al largo circondato da acque blu scure mi fa salire un’ansia inenarrabile. Altra fobia di cui soffro è quella di perdermi nel bosco, avvenimento che purtroppo ho dovuto affrontare, motivo per il quale non ci vado mai da solo. Come comportarsi, però, se, camminando in una foresta, ci si smarrisce e non si riesce più a trovare la strada maestra? E soprattutto cosa fare per non farsi prendere dal panico? I consigli sul web sono davvero tanti, alcuni sono decisamente fantasiosi, altri un po’ più seri, per cui mi limiterò a indicarvene alcuni, l’ultimo dei quali vi lascerà davvero a bocca aperta.
Per prima cosa bisogna calmarsi e a meno che non si possa disporre di una più che decennale esperienza con dei guru dello yoga, non è davvero la cosa più facile da farsi e siamo solo all’inizio. Inspirare col naso, espirare con la bocca, sedersi per terra e magari bere un goccio d’acqua, infine pensare che alla fine troverete una soluzione perché siete usciti da situazioni ben peggiori… anche se non è vero! La cosa più furba sarebbe quella di prendere il telefono e avvertire qualcuno che vi siete persi, ma cosa succede se non avete campo o peggio ancora, se il telefono è scarico perché vi siete fatti mille selfie per arrivare dove siete? Provate a ripercorrere il sentiero che avete fatto al contrario, ma se siete in preda al panico o non avete il senso dell’orientamento (come me), allora non ritrovereste la strada nemmeno se ci fossero dei segnali stradali a indicarvela. Non vi rimane che decidere di camminare, tenendo sempre la stessa direzione, possibilmente in discesa, in modo da imporvi una traiettoria che prima o poi vi porterà da qualche parte. Con me funzionò, anche se la mia storia è un po’ diversa, ma senza scendere in troppi particolari, quella fu sicuramente la scelta giusta. Come capire però in quale direzione stiamo andando? Bisogna prima trovare il Nord. Facile, basta guardare su quale lato degli alberi cresce il muschio ed eccolo lì, ma se vivete in Lunigiana dove il muschio cresce un po’ dappertutto, non credo sia la scelta più condivisibile. SI può guardare il sole e, stimando l’ora, è possibile approssimare il nord, ma, anche in questo caso, se già siamo colti dall’ansia, non è proprio il metodo ideale. Abbiamo bisogno di metodi più sicuri. Allora ci può venire in soccorso l’orologio, perché con le lancette esiste un metodo infallibile per trovare il nord che consiste nel… ah ma io ho un orologio di nuovissima generazione tutto elettronico ed è pure scarico! E allora, se tutti questi metodi falliscono e ne potete trovare davvero tanti in rete, potrebbe venirci in soccorso il nostro cane: sì, proprio lui, che continua a correrci tra le gambe felice per averlo portato finalmente a fare una passeggiata in mezzo alle foglie, tra gli alberi ad inseguire gli scoiattoli. Quello stesso cane che, non solo non sa parlare, ma nemmeno sta mai a sentirci e che si perderebbe anche solo a fare dal bagno al salotto, ma che, come tutti i cani, prima o poi, stimolato dalla natura e dal cibo spazzatura che compriamo in sconto dal negozietto sotto casa, farà i suoi bisogni. Non quelli brevi, quelli un po’ più impegnativi, diciamo. Un team di esperti tedeschi e della Repubblica ceca, dopo aver pazientemente osservato e annotato le abitudini di settanta cani appartenenti a 37 razze diverse, ha scoperto che i cani defecano in base ai campi magnetici, ovvero posizionano il deretano lungo l’asse nord-sud preferendolo di gran lungo all’asse est-ovest. Il perché di questo comportamento non è ancora ben chiaro, ma bisogna anche tenere conto delle possibili fluttuazioni del campo magnetico terrestre, infatti, secondo questo studio, il 2 gennaio scorso il campo magnetico era agitato e i cani si sono disposti in maniera assolutamente arbitraria.
Per uscire un secondo dal discorso, io, già, mi immagino il 2 gennaio tutte le persone che cercavano di riprendersi dagli eccessi di capodanno, mentre questi scienziati erano chini ad osservare l’orientamento dei sederi dei cani.
Ma torniamo alla nostra ricerca e soprattutto torniamo alla soluzione del nostro problema che a questo punto appare abbastanza chiara. Abbiamo intenzione di farci una bella girata nel bosco senza essere assillati dalla paura di perderci? Appuriamo per prima cosa che non ci siano sbalzi nel campo magnetico terrestre e partiamo in sicurezza, portandoci dietro il nostro cane, osserviamolo mentre fa i suoi bisogni e magari immortaliamoci insieme a lui, mentre è lì che si ricongiunge alla natura, così, se dovessimo perderci, basterà guardare quella foto per capire in che direzione andare. E il gioco è fatto!