Il granduca di Toscana più illuminato e innovatore nacque a Vienna, ma andiamo con ordine. Leopoldo II nacque nella città austriaca il 5 maggio del 1747, era figlio dell’imperatore Francesco I e Maria Teresa d’Asburgo. I suoi genitori pensarono di avviarlo alla carriera ecclesiastica, poi decisero per l’altro figlio, Massimiliano Francesco. Leopoldo II ebbe come tutore il conte Anton Thurn-Valsassina e il professore universitario e massone Carlo Antonio Martini. Il giovane si appassionò alla lettura filosofica e alle scienze e tecnologie. Parlava il tedesco, il francese, il ceco e il latino, più tardi l’italiano per immergersi in Toscana. Già nel 1753, sua madre pensò di farlo fidanzare con Maria Beatrice d’Este, erede del Ducato di Modena e figlia del vicegovernatore del Ducato di Milano, del quale Leopoldo divenne governatore nel 1754. Il matrimonio non ebbe luogo e la principessa sposò suo fratello minore Ferdinando – quando c’era qualcosa da fare, Leopoldo aveva sempre un fratello di scorta. Nel 1761 Leopoldo II venne dichiarato erede al trono al Granducato di Toscana e questa condizione gli impose il matrimonio, che fu celebrato il 5 agosto del 1765, quando prese in moglie Maria Luisa di Borbone, figlia di Carlo III di Spagna e Maria Amalia di Sassonia. In quello stesso mese morì Francesco I e Leopoldo divenne a tutti gli effetti Granduca di Toscana. Si stabilì a Firenze e fu amore a prima vista: prese il nome di Pietro Leopoldo I di Toscana. Fin dal suo insediamento propose una serie di riforme che fecero del granducato un paese moderno e all’avanguardia. Pietro Leopoldo fu supportato da Giulio Rucellai, Pompeo Neri e Angelo Tavanti. Nel 1766 dichiarò estinte le vecchie ripartizioni di origine feudale e di fatto creò le provincie toscane, Firenze, Pisa, Siena e Siena inferiore. La politica liberista e fisiocratica del nuovo granduca promosse la bonifica delle zone paludose della Maremma e Val di Chiana e lo sviluppo dell’Accademia dei Georgofili. Le idee fisiocratiche che avevano nel marchese di Mirabeau, Victor de Riqueti, il loro paladino, si diffusero nel granducato di Toscana. Pietro Leopoldo introdusse la libertà nel commercio dei grani, abolendo i vincoli annonari e mise in liquidazione le corporazioni di origine medievale. Nel 1769 venne abolito l’appalto generale e la riscossione diretta delle imposte. Nel frattempo Pietro Leopoldo I di Toscana ebbe numerose amanti, tra le quali molte nobili di alto rango. Il giurisdizionalismo ispirò le riforme in campo ecclesiastico del Granduca Pietro Leopoldo, correva l’anno 1786. Soppresse i conventi e abolì i vicoli di manomorta, inoltre impose l’autonomia delle chiese locali, andando in contrasto con il papato e dovendo rinunciare per non creare fastidiosi grattacapi. In quello stesso periodo chiuse definitivamente le confraternite e introdusse la riforma più importante per la Toscana e per il resto del mondo. Abolì il reato di lesa maestà, la confisca dei beni, la tortura e con la Riforma criminale toscana o Leopoldina, la pena di morte. La Toscana fu il primo Stato al mondo che adottò i principi illuministi di Cesare Beccaria che, con la sua opera: Dei delitti e delle pene, aveva squarciato il velo dell’oscurantismo, anche se oggi abbiamo fatto molti passi indietro, almeno a livello mondiale. Nel 1790 Pietro Leopoldo I di Toscana, indossò i panni di Leopoldo II d’Asburgo e divenne imperatore. Lasciò la sua amata Toscana e si ritrovò a fronteggiare la rivoluzione francese che stava mettendo in pericolo sua sorella Maria Antonietta, regina di Francia. Poi dovette fronteggiare ancora le ambizioni della zarina Caterina II di Russia, che pur seguendo i principi illuministi, osservava con interesse Austria e Prussia che cercavano di combattere contro la rivoluzione francese. Leopoldo II si alleò con l’Inghilterra al fine di trovare protezione con le mire espansionistiche russe. Leopoldo II siglò un trattato di pace con l’Impero Ottomano e nel frattempo tentò di far evadere Luigi XVI e Maria Antonietta, senza successo. Il 6 settembre del 1791 Leopoldo II divenne Re di Boemia e Mozart scrisse: La clemenza di Tito, per festeggiare l’evento. Leopoldo aveva appena sottoscritto un patto con la Prussia per intervenire militarmente in Francia e ripristinare la monarchia. In quello stesso anno Luigi XVI fu costretto a firmare la costituzione in cambio della sua stessa vita, che tuttavia perse nel 1793, ma questa è un’altra storia. Leopoldo II pensò che la Francia fosse ormai perduta, ma alcune falangi di nobili tentarono di rovesciare i rivoluzionari. Leopoldo II tentò di pacificare e ottenere una via d’uscita per sua sorella Maria Antonietta e Luigi XVI, quando la morte lo colse nel marzo del 1792. Ci furono molte voci sulla fine di Leopoldo II, anche una che narrò un eccesso di afrodisiaci e il conseguente avvelenamento, in pratica forse morì con il viagra. In ogni caso nella sua breve vita fu determinante per lo sviluppo del granducato di Toscana che fece da laboratorio per l’Europa del futuro.