foto di Silvia Meacci
Sono tutti a ingresso libero gli eventi della rassegna “Donne una lotta senza tempo”, organizzata a Firenze da Cgil per ricordare la prima Conferenza Nazionale della Donna Lavoratrice del 1954, determinante punto di svolta per il femminismo sindacale. Incontri, seminari, lezioni, mostre in cui i temi affrontati saranno il corpo, l’identità di genere, l’eros, la disabilità, la discriminazione, l’anzianità. “Le conquiste fatte non sono mai al sicuro e molte devono ancora arrivare”, ha detto Gessica Beneforti della Cgil Toscana, “la strada è lunga e noi siamo sempre in movimento, come dimostra questa iniziativa”. Dei sette appuntamenti in programma, il secondo è stato dedicato alla transizione di genere. Dare vita e parola ai corpi “dissidenti”, in un panorama in cui lo sguardo è eteronormato, significa sovvertire, o tentare di sovvertire, la cultura dominante. Ospite intervenuto a parlare della propria esperienza, Eytan Ulisse Ballerini, giovane transgender, divulgatore, scrittore, autore di podcast la cui missione è aprire la via a una nuova elaborazione del pensiero. Parlare del corpo è importante perché i corpi fanno politica, storicizzare i corpi significa anche storicizzare la cultura. Ulisse ha spiegato il persocro che lo ha portato a diventare femminista: “Il femminismo mi ha salvato durante il mio processo di transizione. Avvicinarmi al femminismo mi ha dato molta speranza, mi ha fatto capire che era possibile creare una mascolinità diversa, che fosse per me più vicina e consona, perché tutti i modelli mi allontanavano, in quanto ragazzo transgender, dal maschile” ed ha spiegato la mascolinità da un punto di vista queer:”Queer è tutto ciò che non rientra nella eteronormatività. Se per le donne si è trovata una strada attraverso il femminismo per capire cosa è donna, il maschio non è mai stato messo in discussione. Il corpo maschile ha un valore mai interrogato. Penso che ci siano tanti modi di essere maschio. Ora, per me, è differente, ma mi rendo conto del valore politico del mio corpo. Se incontro una donna, essendo io stato una donna, so che può aver paura di me e allora o rallento o cambio strada. Anche l’uomo ha pressioni, influenze, tuttavia. Quando gli dicono: “Non devi piangere” o quando sono accostati al femminile. Pure io inizialmente ho adottato atteggiamenti maschili, per farmi accettare. Non ne vado fiero. Ho usato l’espressione “figa”, la parte per il tutto, per chiamare una donna, ho svilito i lgbtq+. Poi sono rinsavito. E ho capito che io sono io. Vivo in una società binaria e so che quando esco, appaio come un ragazzo. Per me la mascolinita è un fatto esterno ( mi tutela) e interno ( sono solido, non ho bisogno di affermazione). Ma noi tutti siamo emozioni tenute insieme da un po’ di pelle, ed è inutile restare dentro scatole o etichette”. Secondo Ulisse ci sono stati una serie di privilegi acquisiti con il cambio di sesso: “Ci sono privilegi come il poter camminare con sicurezza, senza “cat calling”, o il non doversi stressare per la scelta dei vestiti. Non ho più paura di essere additato come lesbica e sono più assertivo perchè ho fatto chiarezza come persona. Ho notato che i maschi tra di loro parlano delle donne con dinamiche tossiche e nocive. Ad ascoltarli, dubiti che le amino. Gli uomini poi sono molto dipendenti dal loro rapporto con il proprio organo sessuale, si sviliscono delegando molto al pene, rivelando fragilità insospettate. Purtroppo la suddivisione binaria del mondo, non solo su base sessuale, ma del conforme o del non conforme in tanti sensi, sta alla base del sistema capitalista”. “L’accesso alle terapie è difficoltoso – ha detto Ulisse in merito alle difficoltà connesse con la procedura di cambio di sesso – Inoltre i tempi sono lunghi. Si tratta di un percorso molto regolamentato si passa attraverso la consulenza psicologica, talvolta psichiatrica, si incontrano svariati specialisti, endocrinologi, chirurghi, sono necessari il supporto di un avvocato e una sentenza del tribunale per avere l’autorizzazione all’intervento chirurgico e la contestuale autorizzazione al mutamento del genere anagrafico e del nome. La medicalizzazione rientra in un sistema normativo che però in pratica è funzionale al profitto e alla predazione, per cui sono favorite sempre le persone con maggiori disponibilità economiche”.
Eytan Ulisse Ballerini ha parlato anche dell’ambito lavorativo in cui lui, per fortuna, non ha mai avuto problemi. Tuttavia tante sono ancora le discriminazioni nei confronti delle persone transgender. Per questo è fondamentale portare maggiore conoscenza e consapevolezza nella società.
Donne una lotta senza tempo Fino al 30 maggio
CGIL TOSCANA
http://www.unalottasenzatempo.it