TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 29^ GIORNATA
Frosinone Lazio 2-3
di Pierluigi Califano
Dopo la prematura dipartita di Sarri, la cui unica colpa è aver creduto ar panzone maledetto, la Lazio affronta il Frosinone in una trasferta di pochi chilometri. In panchina siede Martusciello a tempo determinato, che verrà sostituito da Tudor, povero Martusciello vittima dell’articolo 18. I romani sembrano scossi dall’avvicendamento in panchina e partono contratti, non quelli milionari che percepiscono, ma la rigidità muscolare. I frusinati devono salvarsi e spingono sulle fasce laterali. Da un cross dalla sinistra le belle statuine laziali permettono a Lirola che non segnava dal torneo dell’asilo di portare in vantaggio il Frosinone. In porta laziale c’è Mandas, dopo l’infortunio di Provedel che ha prestato al collega l’album di figurine dei santi. Lo schiaffo serve e i laziali iniziano a giocare più alti e hanno delle occasioni per pareggiare, solo che Immobile ha la testa e soprattutto i piedi da un’altra parte. Da uno scambio veloce sulla destra, Guendouzi crossa e Zaccagni pareggia per la Lazio. Verso la fine del primo tempo Immobile ha un’altra occasione ma la spreca malamente mentre canta con i piedi ciao ciao. Inizia la seconda parte della partita e la Lazio continua a giocare alta nell’area del Frosinone, ci sono un paio di occasioni senza esito. Martusciello fa dei cambi, esce Immobile, oggi nomen omen e Cataldi, entrano Castellanos e Vecino. Accade qualcosa di inatteso, Castellanos ha contattato Aranzulla e ha scaricato: Come diventare attaccanti in serie A mentre dormi. In omaggio ci sono le cuffie da indossare e un poster di Blisset. Il giocatore laziale stacca alto e mette la palla in rete portando in vantaggio la Lazio. Tanta roba, il massimo a cui possiamo aspirare, invece no. Dopo qualche minuto, da un’azione concitata a seguito di un calcio d’angolo, Castellanos è il più lesto e mette in porta il suo secondo goal, nel frattempo ordino su internet: Come vincere il Premio Nobel della letteratura, c’è in omaggio il poster di Federico Moccia. Il Frosinone disperato si butta in avanti e Cheddira accorcia le distanze. Ci sono altre occasioni per la Lazio e una parata di Mandas ma il risultato non cambia più, la Lazio vince e aggiusta una classifica comunque deludente. Io cerco in rete se esiste: Come liberarsi di un presidente in poche mosse, in allegato il poster di Gaucci.
Juventus Genoa 0 – 0
di Marco Germelli
La sequenza pugilistica Uno-Due-Uppercut era già bella che pronta per arrivare a compimento. Dopo essersi visto recapitare sul becco dapprima il prevedibile UNO, da parte della capolista Internazionale Ambrosiana; Dopo il meno prevedibile DUE, menato dall’insidioso Monza Calcio; il Grifo aveva già tutti i nervi tesi per ammortizzare i devastanti effetti di un UPPERCUT finale che sembrava più scontato di un capitolo della saga di Rocky, dato che si combatteva nel ring dello Stadium di Torino, contro una certa Giuventus.
Una Giuventus a propria volta in insolita crisi di risultati, per la quale, pertanto, i rossoblè genovesi rappresentavano, teoricamente, il giusto faro per sfuggire alla tempesta in cui si erano infilati.
Già, la tempesta… “Devi mangiare fulmini e cacare tempesta”, diceva l’allenatore Mickey al Rocky Balboa. E invece: pali su pali, possesso palla esageratamente a favore dei bianconeri, idem per quanto riguarda i tiri in porta, ma nulla da fare. Il Grifo risponde alla forza inarrestabile facendosi oggetto inamovibile, come un James Buster Douglas qualunque che ferma la corsa dell’invincibile Mike Tyson dei tempi d’oro. E alla fine: pari, dice la giuria al calcolo dei punti. Al suono del gong, il Grifo è ancora, incredibilmente, in piedi. L’unico “Occhio della Tigre” di Balboiana memoria è quello di un Vlahovic incazzato come un Toro Scatenato (ma l’unico rosso che vede è quello del relativo cartellino) ed ora anche basta con le metafore pugilistiche eh, si è riusciti a non perdere con la Juve sia all’andata che al ritorno. Questo è quanto, e non è affatto poco😄
Juventus Genoa 0 -0
di Vinicia Tesconi
Posso scrivere solo: Allegriout. Diversamente dovrei mettere una sequela di XXXX, oppure direttamente di improperi (eufemismo) per esprimere lo sconcerto con il quale, noi tifosi, bistrattati e vilipesi dalla nostra stesssa squadra dobbiamo assistere a uno scempio senza fine. Penso che ormai l’obiettivo sia prenderne 20 dall’Inter, così, le serpi avranno anche questo spunto da usare per sfotterci. E comunque, comincio a temere che si dovrà faticare anche per restare in zona Champions – il ridicolo obiettivo a cui non ha mai creduto nessuno, che Acciuga(fritta) ha sempre ribadito – nonostante l’aumento dei posti a cinque. E infine, cominciamo a lasciar perdere anche la fievolissima speranza di vincere la Coppa Italia: la Lazio, a brevissimo, ci massacrerà. Vorrei tirarne giù di tutti i colori…ma mi limito a Allegriout, Allegriout, Allegriout. Ma quel che sto pensando si capisce lo stesso, vero?
Inter Napoli 1 -1
di Ludovico Begali
L’Inter riprende la corsa al campionato contro gli azzurri del Napoli, per cercare di dimenticare la delusione Champions. Le fatichee europee si fanno sentire, ma nonostante questo, sono gli uomini di Inzaghi ad andare in vantaggio con Darmian -l’uomo dei gol pesanti- dopo due interventi degni di nota di Meret. Nel secondo tempo il ritmo, già basso, si spegne completamente: i partenopei, che pur non creando pericoli, crescono alla distanza e me approffittano a poco dalla fine su un calcio d’angolo -parecchio dubbio- da cui spunta sul secondo palo l’ex Juan Jesus – che probabilmente non segnava dai tempi del suo “omonimo” più conosciuto palestinese. I minuti finali scorrono via con l’arbitro che non fischia più nessun fallo e decide di farla finire in fretta -doveva andare a casa presto si vede- con tre minuti di recupero: finisce in parità, primo stop del 2024 in serie a, giocatori spompati. Quando si paventa in lontananza un qualche sentimento di preouccupazione ecco che arriva la famigerata sosta nazionali, da sempre tanto odiata, ma oggi più che mai indispensabile. Amala