Il genere “Crepis” di cui fa parte questa radicchiella, raccoglie in Italia circa una trentina di specie diverse, tutte piuttosto somiglianti, tutte commestibili e interessanti dal punto di vista alimentare. Il nome Crepis Sancta deriverebbe dalla parola greca “Krepìs”=calzatura, riferito forse alle sue foglie aderenti al suolo, oppure perché i suoi frutti ricordano una calzatura domestica. ‘Sancta’ sottolinea, invece, che si tratta di una pianta che cresce rigogliosa in Terrasanta. La Radicchiella di Terrasanta è una pianta erbacea annuale che cresce su terreni aridi, in campi incolti, e sotto gli ulivi. La sua fioritura va da marzo a maggio. Può rsaggiungere un’altezza di trenta centimetri e si caratterizza rispetto alle specie simili, per la presenza di peli sul “bocciolo”, la parte esterna del fiore. Ha un fusto diritto con peli color verde rossiccio, che emette un lattice biancastro se spezzato. Inoltre non ci sono foglie lungo il fusto, ma solo la rosetta basale (le foglie disposte a rosa alla base del fusto) ed è più piccola per dimensioni rispetto al dente di leone, con cui potrebbe essere confusa. Ha fiori di colore giallo brillante, talvolta con sfumature rossicce nella parte esterna. Spesso durante il periodo di fioritura, la pianta riesce a tappezzare completamente i prati, creando un piacevole effetto cromatico. Utilizzata, da sempre, nella medicina popolare ha le stesse proprietà depurative, diuretiche e disintossicanti della cicoria e del tarassaco. La radichiella santa si mangia cruda, quando le foglio line sono ancora tenere, aderenti al suolo, condita come un qualsiasi radicchio. È molto gradevole anche lessata in misticanza con altre erbe selvatiche o ripassata in padella.