Hanno litigato a lungo i monaci di san Caprasio e i vescovi di Luni: i primi proprio non ne volevano sapere di ospitare vescovo ed ecclesiastici-, compresi cavalli e servitori. Intorno al 1180 un gruppo di persone in età avanzata fu convocato davanti ad un collegio di arbitri per riferire i propri ricordi intorno ai rapporti tra il vescovo di Luni e l’abbazia di San Caprasio di Aulla. In presenza di un notaio verbalizzante, dopo avere toccato il Vangelo come da prassi, alcuni tra i testimoni giurarono di avere visto sovente i monaci dare al vescovo pane, vino, carne, verdure, frutta, nonché il foraggio per i cavalli; altri raccontarono di avere visto più volte il vescovo lunense a pranzo nel refettorio del monastero con molti uomini del suo seguito, almeno trenta o forse più. A quei tempi il vescovo di Luni era un signore territoriale prima ancora che un pastore di anime. E, al pari di ogni principe laico della sua epoca, quando si muoveva i monaci erano tenuti a garantirgli in quanto soggetti alla sua autorità ospitalità.
Per lunghi decenni, tra XII e XIII secolo, vescovato lunense e abbazia di San Caprasio furono in contrasto. Il primo rivendicava il diritto di consacrare gli altari della chiesa, benedire gli abati scelti dai monaci, ordinare i sacerdoti per la cura d’anime della popolazione aullese. I monaci, al contrario, sostenevano di non avere obblighi nei confronti dell’ordinario diocesano in quanto dipendenti direttamente dal pontefice in virtù di privilegi risalenti ad epoca antichissima. Per loro era preferibile, d’altronde, dipendere da un’autorità lontana, estranea alle dinamiche politiche locali, piuttosto che sottostare alle ingerenze, in campo spirituale e temporale, di un vescovo quanto mai ingombrante e presente sul territorio…
La disputa tra i due enti, tra fasi di crisi più acuta e fragili tregue, si trascinò per anni e anni a colpi di controversie legali, istanze rivolte alla Santa Sede, documenti (non sempre autentici) esibiti in giudizio, escussione di testimoni chiamati a deporre a favore di una delle due parti in causa. La diatriba tra vescovi e abati è uno dei temi che verranno affrontati dal relatore Edilio Riccardini venerdì 22 marzo, alle ore 17, nell’auditorium di San Caprasio nel corso di una conferenza promossa dall’Accademia Lunigianese di Scienze Capellini e con l’adesione degli Amici di san Caprasio dell’associazione ApuaMater e Istituto Internazionale di Studi Liguri Sezione Lunense