Diari Toscani incontra Carlo Motta, responsabile Libri Editoriale Giorgio Mondadori (Cairo Publishing). Vive a Vigevano, città nella quale è nato, ma si dichiara cittadino d’Italia per i suoi impegni lavorativi che lo conducono in giro per lo “stivale”. Ha una vera passione per l’Inter. Il suo sogno nel cassetto è continuare a lavorare per il “bello” e in futuro cercare di orientare la sua professionalità nel settore dell’arte. La sua filosofia è accettare le difficoltà che si incontrano nella vita come occasione di crescita. Il suo motto: per aspera ad astra.
Carlo Motta, la presentazione del settimo volume “L’Arte in cucina – Gli Artisti incontrano gli Chef” è stata l’occasione per conoscerci. Ho avuto l’onore di intervistare alcuni artisti presenti in questa edizione oltre a Domenico Monteforte – curatore –, Elmar Elisabetta Marcianò – parte attiva in questo progetto – e ultimo, ma non ultimo, il nostro amico comune Claudio Roghi, che ha contribuito al libro con un suo scritto. Nonostante le opportunità siano state molteplici, non mi mai è venuto in mente di chiedere loro perché nel titolo la parola Arte sia con la A maiuscola…
Dovrebbe fare questa domanda a Domenico Monteforte, ideatore e curatore di questa collana. Credo di poter immaginare che Arte con la A maiuscola sia un voler privilegiare la componente artistica, in quanto questo progetto è nato con gli artisti e per gli artisti. Il focus quindi è dedicato a essi, con la geniale idea di legare le loro opere a un ristorante e a un ristoratore. Sfogliando, vedrà che nelle pagine di sinistra c’è la biografia dell’artista corredata di foto e le immagini delle sue opere. Sulla destra il piatto che dialoga con le immagini delle opere – in questo volume sono presenti solo i dolci – con la ricetta, a fianco la foto del ristoratore e dello Chef e, per finire, il vino consigliato per accompagnare il piatto. La protagonista in questo volume è l’Arte.
Questo è il settimo volume di una collana che ha incontrato ovunque pareri positivi ed entusiasmo, anche all’estero, quindi una formula vincente. Dato che parliamo anche di cucina… qual è l’ingrediente segreto di questo successo?
Per adesso il libro è solo in lingua italiana e la sua popolarità è legata soprattutto al territorio nazionale, ma molti ristoratori lo hanno fatto conoscere anche all’estero. Ad esempio, nel novembre 2019 il volume fu presentato dal curatore Domenico Monteforte all’Istituto Italiano di Cultura di New York, durante la settimana dedicata all’enogastronomia italiana. Nell’occasione la partecipazione del pubblico fu tale che fu necessario dotare alcune sale di maxischermi: un’eccellente “vetrina” per un volume come L’Arte in Cucina, che esalta la cultura, l’arte, i piatti e le produzioni tipiche del Bel Paese.
L’arte è ciò che emoziona nel senso più poliedrico del termine, e tutti gli aspetti in essa contemplati sono degni di considerazione, nel volume “L’Arte in cucina – Gli Artisti incontrano gli Chef” lo si ravvisa in maniera preponderante. Ogni periodo ha avuto una propria corrente artistica, legata anche ad avvenimenti storici, dando vita a movimenti e scuole di pensiero che si sono evoluti nel corso del tempo, quanto la preparazione di pietanze e di “piatti” hanno avuto la stessa evoluzione?
È difficile legare i piatti a uno specifico periodo artistico. La cultura artistica italiana è il frutto di una storia ricca e millenaria, le cui tracce arrivano fino ai giorni nostri, perciò non parlerei di ricette legate ai periodi artistici ma di apporti originali e contaminazioni che hanno indubbiamente arricchito la cucina italiana, straordinaria anche per la morfologia del territorio, una caratteristica che è anche la grande forza di questo paese; abbiamo valli, pianura, mare e montagne con un clima che varia dal Nord al Sud. Un esempio sono i microclimi dei laghi del Nord, che consentono la coltivazione di olivi – e ottimo olio d’oliva – a latitudini estreme per questo tipo di coltura.
L’Editoriale Giorgio Mondadori ha, nel proprio catalogo, numerosi titoli di libri sull’arte, quello che mi chiedo è chi siano i lettori di questo genere di pubblicazione. Essendo un settore del mondo editoriale importante e articolato può esserci il rischio che rimanga circoscritto a coloro che sono appassionati d’arte?
È sicuramente così, possiamo considerare questo settore una nicchia di mercato, con prodotti indirizzati ad appassionati d’arte. Ci tengo a dirle che, oltre ai libri d’arte, realizziamo anche volumi per artisti e, oltre a realizzarli, accompagniamo gli artisti nella promozione. La casa editrice è un punto di riferimento e risponde alle esigenze di chi ama l’arte, il nostro Catalogo dell’Arte Moderna (CAM) è un volume di circa 1000 pagine, con illustrazioni in bianco e nero e a colori, che offre una visione del panorama artistico dove, insieme ai grandi maestri del Novecento, abbiamo anche i maestri del contemporaneo. Questo catalogo, nato nel 1962, è uno strumento di consultazione e di mercato. Qualcuno potrebbe obiettare che il costo del libro è elevato, ma posso assicurarle che in questo volume dal peso di quattro chili, il costo di 98 euro è più che giustificato; al suo interno si trovano note critiche, report di mostre d’arte, aste, informazioni su ogni singolo artista, immagini a colori e in bianconero e tanto altro. È un lavoro enorme, che coinvolge ogni anno oltre cinquanta professionisti del settore tra storici e critici d’arte, ricercatori e collaboratori a vario titolo. Nelle 1000 pagine del volume si ritrovano decine di migliaia di informazioni selezionate sul mondo dell’arte moderna e contemporanea.
Quanto l’editoria è importante nella circolazione e comunicazione della conoscenza dell’arte contemporanea?
Guardi, c’è una regola fondamentale che vale anche per l’arte: la promozione. Puoi avere un ottimo prodotto, ma se non lo promuovi non avrai grande riscontro. Se un artista lavora bene, ma tiene le opere in casa e non vengono promosse è come se l’artista non esistesse. Se ha ambizioni e ha fatto una scelta di vita, per poterla concretizzare è necessario utilizzare gli strumenti che gli consentono di farsi conoscere e quindi apprezzare dal mercato. A tal proposito torno sul tema CAM: il Catalogo diventa una storicizzazione dell’artista, ed è uno strumento indispensabile per coloro che intendono farsi conoscere e se possibile vivere del mestiere. Faccio una mostra? Pubblico un catalogo della mostra, questo fa sì che ci sia un aumento del valore dell’opera esposta anche per gli stessi visitatori presenti. Sono altresì importanti le monografie, opere antologiche in cui è raccolto il percorso dell’artista, dagli anni passati fino al presente. Sono molto importanti anche i cataloghi generali perché raccolgono le produzioni delle opere e che, se correttamente curati, rappresentano anche un documento di certificazione.
C’è un altro aspetto, a mio avviso, interessante: quando godiamo di una mostra d’arte c’è l’immediatezza, l’impatto visivo, la sensazione che le opere ci trasmettono, quanto, poi, rimarrà in noi sarà il ricordo di quelle sensazioni percepite in quel momento, in quella unica occasione, in quel determinato ambiente e in quel preciso momento. In un libro d’arte, quanto la grafica, la dimensione del libro, la consistenza della carta e quindi l’aspetto “tattile” compartecipano affinché i nostri sensi vengano sollecitati e anche appagati?
Come le ho detto in risposta alla sua precedente domanda, la presentazione di un volume è importante come lo è una monografia, ma altrettanto importanti sono il formato, la qualità della confezione, la qualità della stampa e le dimensioni delle opere pubblicate; un libro con determinate caratteristiche esalta l’opera. Altrettanto importante è l’impaginazione, ci sono volumi che raccontano artisti moderni che dialogano con il concettuale in cui è necessaria una dinamica specifica, ma è sempre importante che l’impaginazione stessa non prevarichi le opere perché queste devono essere libere di “respirare” senza essere appesantite. Quindi, a mio parere, la grafica deve rispettare l’essenza delle opere riprodotte senza diventare la protagonista.
L’opera d’arte ha sempre una funzione comunicativa. Nella comunicazione dobbiamo contemplare anche la letteratura perché grazie a essa si suscitano emozioni, sensazioni e reazioni, possiamo asserire che anche la comunicazione è arte?
Direi di sì, è una forma di arte. Per me l’arte ha di per sé un immediato impatto emozionale. La letteratura ha tempi diversi, comunque se stimola riflessioni ed emozioni, sì allora è arte.
Quanto, arte e bello, vanno di pari passo?
Non sempre! Arte uguale bello può anche andare bene, ma non tutti coloro che ritengono di fare arte riescono nell’intento di emozionare. Il bello è qualcosa che ci fa palpitare e, purtroppo, non tutti riescono in questo proposito, vuoi per limiti di pensiero, di tecnica, di cultura. Per principio rispetto anche coloro che non hanno queste capacità, ma poi scelgo. Curo il Catalogo dell’Arte Moderna da oltre vent’anni e riconosco che possono anche esserci artisti in grado di suscitare emozioni, ma che non mi corrispondono. Voglio anche aggiungere che l’arte può essere una forma di terapia, perciò ben venga l’arteterapia se aiuta a uscire da situazioni di disagio, ma la bellezza non sempre coincide con questa modalità.
Lei ha una passione per l’arte e come ogni passione necessita di essere nutrita. Qual è, sempre per rimanere in tema culinario, il piatto per eccellenza per soddisfare questo bisogno?
Leggere, molto. Oltretutto il mio lavoro mi permette di soddisfare questa necessità. Prediligo romanzi storici e romanzi sugli artisti, ad esempio ho trovato meraviglioso un classico come Il tormento e l’estasi di Irving Stone, dedicato alla figura di Michelangelo, o ancora La passione di Artemisia di Susan Vreeland, mentre di recente ho letto Vita maledetta di Benvenuto Cellini, di Alessandro Masi. Sì, la lettura è un nutrimento indispensabile. Per rimanere in tema culinario, invece voglio partire dal Nord, con un piatto valtellinese, i pizzoccheri, scendendo arriviamo in Toscana con la pappa al pomodoro e terminiamo in Sicilia con pasta con le sarde, i cannoli siciliani e il pani câ meusa.
Possiamo dire che l’arte si nutre con l’arte?
Sì, lo possiamo dire, gli ingredienti sono l’intelligenza e la creatività. L’arte visiva per arrivare al cuore e alla testa deve portare un messaggio da comunicare e la capacità di provocare un pensiero.
Progetti futuri?
Intanto abbiamo già iniziato la lavorazione del Catalogo dell’Arte Moderna che uscirà a novembre, un passaggio importante perché siamo alla sessantesima edizione. La prima uscì nel 1962, per qualche anno fu biennale, ma dal 1970 il Catalogo è annuale. Poi avremo l’ottava edizione de L’Arte in cucina. Gli Artisti incontrano gli Chef, con tante belle novità. Tra le altre pubblicazioni in preparazione, la Guida ai siti Unesco della Toscana, i cataloghi generali e di mostre e la collana “Arte e letteratura”.