Ci sono giorni in cui non può nemmeno aprire le persiane delle finestre perché le macchine parcheggiate sul marciapiedi davanti alla sua casa bloccano il giro delle ante. E, soprattutto, giorni in cui non può uscire di casa perché manca lo spazio sufficiente per far passare la sedia a rotelle su cui si trova. È il caso di una giovane disabile di 24 anni, che abita in via Passo Volpe ad Avenza e che sta vivendo questa odissea da due anni, da quando si è trasferita a Carrara per convivere con il suo compagno, Maicol Ricciardo, carrarese di 33 anni.
È stato proprio Ricciardo a segnalare l’importante disagio e, da due anni, è lui che combatte contro una burocrazia immobile contro la quale continuano a rimbalzare tutte le sue richieste. “Ho fatto richiesta ai vigili per ottenere dei pali o un qualunque sistema di dissuasori per impedire il parcheggio davanti casa nostra, appena la mia compagna è venuta ad abitare con me, cioè due anni fa. Mi è stato detto che sarebbero intervenuti e, in effetti, hanno fatto diversi sopralluoghi, ma, di fatto la situazione non è mai cambiata. Le macchine continuano a parcheggiare ovunque sul marciapiedi, anzi, più volte hanno spaccato la pedana di legno che avevo messo fuori dalla porta per fare da scivolo per la sedia a rotelle, salendoci sopra con le ruote delle auto. In questi due anni ho fatto moltissime segnalazioni e chiamato i vigili diverse volte, ma, in alcuni casi mi è stato risposto che non potevano neanche multare le macchine parcheggiate sul marciapiedi perché non avevano il libretto delle multe”. Ricciardo si è rivolto anche all’assessore ai lavori pubblici Elena Guadagni, dalla quale, anche di recente, ha ricevuto rassicurazioni in merito all’installazione dei pali davanti alla sua porta: “L’assessore Guadagni mi ha ricevuto ed è venuta a fare un sopralluogo a casa nostra. Mi ha assicurato che mi avrebbe dato una mano. Ci era stato detto che i pali sarebbero stati messi a dicembre, ma siamo a marzo e non è ancora cambiato niente. Per la mia compagna è una grande limitazione perché potrebbe anche uscire da sola, se il marciapiedi fosse libero e in condizioni più idonee anche per l’utilizzo da parte dei disabili”.