TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 28^ GIORNATA
Lazio Udinese 1-2
di Pierluigi Califano
Partiamo dalle cose positive: il campionato sta per finire e siamo salvi. Ora le cose negative: Lotito è ancora presidente e i giocatori stanno palesemente giocando contro qualcuno o qualcosa. Dopo il rugby che ha rizollato lo Stadio Olimpico, nel quale sono state piantate delle barbabietole da zucchero, si affrontano nel posticipo parrucchieri, la Lazio e l’Udinese, che sono entrambi in grandi difficoltà a secondo delle loro ambizioni. I capitolini partono forte, pressing alto e Zaccagni colpisce il palo, dall’altra parte del campo Provedel saluta San Gregorio attaccato sul proprio. Ci sono molte occasioni per passare in vantaggio, la mira non è precisa, un tiro di Immobile colpisce un signore a Monte Mario. Sarri in tribuna fuma l’impossibile, in tribuna Lotito con il suo cappello da Sartana mi fa salire un attacco di bile. Il primo tempo scorre via, come corre il tempo quando ci si diverte (stavo a scherzà). Inizia la seconda parte e l’Udinese sembra un’altra squadra, la difesa della Lazio schierata in posizione Subbuteo, Romagnoli ha anche la conchetta sotto le scarpe, si fa infilare da Lucca che alto come un baobab. I biancocelesti si tuffano subito in attacco e su un cross di Zaccagni, il migliore nello squallore, un difensore udinese la infila nella propria porta, San Gregorio ringrazia. Il tempo di pensare che finalmente la Lazio possa iniziare a giocare, che il museo delle cere difensivo laziale si fa beffare da uno che non segnava dal torneo delle scuole medie. Iniziano dei cambi fatti a caso, tipo sostituire l’unica punta in grado di tirare in porta (Immobile) con uno che zompetta per l’area di rigore avversaria, manco fosse Billy Elliot. C’è ancora il tempo per vedere Provedel che forse commette un fallo da rigore e si fracassa la caviglia saltando come Billy Elliot in area avversaria. Insomma per la Lazio, poche idee e molto confuse e pochi cambi, in panchina c’era il nonno di Luis Alberto e la zia di Immobile. Tanto non servivano i rinforzi, vero Clà…