Continua il nostro viaggio in un territorio che è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità: le Cinque Terre. Oggi affrontiamo il percorso che va da Corniglia a Manarola, di circa sette chilometri, con un dislivello di 350 metri che pensiamo di fare, prendendocela comoda, in tre ore di cammino. La stagione è ideale, siamo in febbraio, ed i sentieri sono poco trafficati per cui, come si dice, gambe in spalla ed alla via così.
Dalla stazione di La Spezia prendiamo un comodissimo treno locale, che in poco più di quindici minuti ci porta alla stazione di Corniglia. Al contrario degli altri quattro deliziosi paesi, Riomaggiore, Manarola, Vernazza e Monterosso che scendono fino al mare, Corniglia si trova, proprio al centro delle Cinque Terre, a quota 90 metri, su uno sperone di roccia strapiombante su di esso.
Ed ecco la prima sorpresa; una volta giunti alla stazione, dove peraltro c’è un bus navetta, ma che noi snobbiamo, dobbiamo percorrere una strada in piano che costeggia la ferrovia, per poi arrivare ai piedi di via Lardarina, una bella ed ampia scalinata in mattoni che con i suoi 382 gradini ci porta su in paese le cui origini risalgono all’epoca romana.
Le gambe ora sono calde ed il fiato è rotto, per cui non esitiamo ad affrontare il ripido sentiero che sale fra ardite terrazze, le fasce, di muri a secco ancora ben coltivate a vite ed olivo. “Di qui i vigneti illuminati dall’occhio benefico del sole e dilettissimi a Bacco si affacciano su Monte Rosso e sui gioghi di Corniglia” (Petrarca). Man mano che si sale, le coltivazioni cedono il posto alla macchia mediterranea, che si è impadronita delle fasce, ancora ben visibili, ormai da tempo abbandonate.
Arriviamo in quota a circa 360 metri: la vegetazione ora è formata da pini, corbezzoli e lecci in mezzo ai quali s’intravvede ancora qualche vecchio olivo. Il sentiero ora procede parallelo alla costa con continui saliscendi, regalandoci ogni tanto degli stupendi affacci sul mare. Dopo due ore di cammino dalla partenza, ecco che ricominciano le coltivazioni che preannunciano l’abitato di Volastra a quota 330, un piccolo borgo con poche decine di abitanti che risale, si dice, all’epoca etrusca.
Qui davanti al santuario di Nostra Signora della Salute troviamo un ampio spazio ben attrezzato dove ci soffermiamo per rifocillarci in santa pace. Oggi il paesino è lambito da una bella strada asfaltata che collega Manarola al Santuario di San Bernardino per collegarsi poi alla SP 38 che scende a Levanto ma, fino a pochi decenni fa, era raggiungibile soltanto a piedi.
A questo proposito, mi sia concessa una breve digressione: parlo del 1972, quando ero stato trasferito da pochi giorni da Torino a La Spezia. Per prendere confidenza con il territorio, mi accompagnavo ad un collega, con il quale facevamo delle misure per verificare la bontà di trasmissione dei vari Posti Telefonici Pubblici della zona; uno di questi era appunto Volastra.
Giunto a Manarola, equipaggiato con gli strumenti del caso, cominciai a salire verso il borgo che s’intravvedeva in alto. Un contadino, al quale chiesi informazioni sul sentiero da prendere, mi dette le indicazioni del caso, assicurandomi che in una decina di minuti sarei arrivato a destinazione; vi giunsi madido di sudore, perchè ero in giacca e cravatta, dopo quaranta minuti ed una serie irripetibile d’improperi all’indirizzo del mio informatore. Ancora una volta Einstein aveva avuto ragione: il tempo è un concetto relativo!
Scendiamo lungo una bella, larga e lunga scalinata che abbandoniamo quasi alla fine per piegare a destra lungo un sentiero che ci porta ad attraversare il famoso presepe di Manarola, una serie di oltre 300 figure a grandezza naturale che nel periodo natalizio vengono illuminate da circa 17 mila lampade, alimentate da un impianto fotovoltaico; uno spettacolo unico già inserito nel Guinness dei primati come il più grande presepe del mondo.
Pieghiamo ancora a destra e scendendo arriviamo sopra il minuscolo cimitero del paese posto su un piccolo promontorio a strapiombo sul mare; un posto dove si può riposare veramente in pace.
Aggiriamo il promontorio ed eccoci in pochi minuti alla Marina Piccola dell’incantevole borgo di Manarola; risaliamo lungo la strada principale fino a superare la ferrovia dopo di che imbocchiamo la galleria pedonale che ci porta in stazione; una breve attesa ed arriva il treno che ci riporta a La Spezia a conclusione di un’altra splendida giornata.