TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 25^ GIORNATA
di Vinicia Tesconi
Lo so: mi sono ammutolita. Anzi ho proprio taciuto la settimana scorsa, tanto era il livello del mio sconforto e oggi abbiamo completato l’opera di distruzione di ogni velleità, di ogni possibile interesse a seguire la fine di un campionato già vinto dai nostri peggiori nemici, che sono forti, senza dubbio, ma a cui non solo abbiamo spianato la strada, ma gli abbiamo proprio stesso tappeti di velluto per calpestarci la testa. Era tutta un’illusione quella di aver sepolto la Juve zombie degli ultimi anni: è sempre lì che ci azzanna alla gola e demolisce ogni senso di continuare a seguire la nostra squadra. La Juve non è questa. La Juve non molla mai, la Juve lotta sempre per il premio più alto, la Juve c’è sempre…fino alla fine. Questa misera pagliacciata di Juventus ha lasciato andare via tutto solo dopo il pareggio con l’Empoli. Ha fatto credere all’Inter di essere stratosferica, e non lo è manco se rinasce, si è fatta ridere in faccia dall’Udinese e dal Verona. E noi tifosi dobbiamo ingoiare fiele, ancora. Siamo esattamente dove eravamo l’anno scorso, penalizzati di 12 punti: solo che ce li siamo tolti da soli, questa volta. Che vergogna. E io ci credo che quando si è juventini, lo si è sempre, non solo quando vince, ma di fronte a una palese inettitudine la voglia di prendere mister e giocatori a calci nel sedere è davvero tanta. Non smetteremo mai di amare la Juve, ovviamente, nè di sostenerla, ma dover ancora vivere momenti di così profonda amarezza ci sembra una punizione eccessiva. Ne abbiamo passate tante, amando la Juve. Abbiamo portato con orgoglio i nostri colori sempre e lo faremo anche adesso, sia chiaro, con l’ennesimo cuore bianconero a pezzi. Allora per provare a tirarci su, ricordiamo le parole del nostro unico, immenso capitano Alex Del Piero quando, finalmente, dopo anni di sofferenza, ci siamo rialzati dal baratro in cui forzatamente gli indegni ci avevano cacciato, badando bene a non essere presi in una tagliola che avrebbero meritato ben più di noi. Confidando che presto, quelle meravigliose parole, saranno vere di nuovo.
Siamo tornati
Quando vincevamo, sempre. Sul campo, più di tutti. Quando siamo caduti. Quando non sapevamo che fine avremmo fatto. Quando l’abbiamo saputo, e l’abbiamo accettato. Lottando per rialzarci. Quando siamo entrati in campo a Rimini. Quando gli altri festeggiavano. Quando noi stavamo a guardare. Quando speravano che non saremmo mai tornati. Quando abbiamo cominciato a risalire. Quando non riuscivamo a ritrovare la strada. Quando l’abbiamo ritrovata: vincendo. Questa è la nostra festa, conquistata fino all’ultima goccia di sudore. È la festa di tutti quelli che ci hanno sempre creduto. È la festa di tutti voi tifosi juventini che al posto di abbandonarci avete fatto sentire ancora più forte la vostra voce. È la festa di quelli che hanno esultato per un gol in serie B come per quello che è valso lo scudetto. È la festa, perché no, degli avversari (non tutti) che ci hanno sempre rispettato. È la festa di Balzaretti, Belardi, Bianco, Birindelli, Bojinov, Boumsong, Buffon, Camoranesi, Chiellini, De Ceglie, Giannichedda, Giovinco, Guzman, Kovac, Lanzafame, Legrottaglie, Marchionni, Marchisio, Mirante, Nedved, Palladino, Paro, Piccolo, Trezeguet, Venitucci, Zalayeta, Zanetti, Zebina. Dell’allenatore Deschamps.
E doveva finire così, non ho mai smesso di crederci. Grazie a tutti, ragazzi. Godiamocela, ce la siamo meritata. Io c’ero, voi c’eravate. Noi c’eravamo. E ci siamo, finalmente.
Siamo tornati.
Alessandro