Può capitare di uscire alle 5 del mattino per andare a lavorare e l’ultima cosa che ci si aspetta di vedere è un signore giapponese che fa jogging al buio per le strade del paese. Non me ne voglia a male quella persona di cui non conosco l’identità e che ha tutta la mia stima e ammirazione, non fosse altro per la scelta dell’orario e per la completa noncuranza della temperatura, che, in questi giorni, rimane ancora un po’ freddina, però la scena, almeno per gli standard fivizzanesi è alquanto inusuale.
Di certo, molto più incredibile deve essere stata la scena presentatasi di fronte agli occhi attoniti degli agenti di polizia in pattuglia della città inglese di Stevenage nell’Hertfordshire a sud di Londra. Allertati, probabilmente, da qualche cittadino, hanno avvicinato un uomo che correva con un frigorifero di più di 40 kg legato sulla schiena. Mantenendo il tipico aplomb britannico gli hanno detto – nel caso non lo avesse saputo – che, ordinando un frigorifero in una famosa catena di negozi di elettrodomestici, glielo avrebbero recapitato a casa. Si trattava di una battuta per cercare di capire cosa stesse facendo, scongiurando il pericolo che si trattasse di un ladro, se pur non dei più scaltri. Il ragazzo, Daniel Fairbrother (che tradotto, ironicamente suona tipo Daniele ragazzo corretto) deve aver pregato i suoi santi per sperare di essere creduto subito: infatti, con non poco imbarazzo, ha spiegato che si stava solo allenando per correre una maratona la cui particolarità è quella che i partecipanti, devono portare con sé un elettrodomestico. Non è dato sapere se le dimensioni dell’oggetto debbano sottostare a delle regole precise, perché altrimenti avrebbe potuto optare per un più comodo tostapane o uno spazzolino elettrico, ma ciò che più ha toccato il cuore dei poliziotti e di quelli che sono venuti a conoscenza del fatto, è che la corsa a cui doveva partecipare ha lo scopo benefico di raccogliere le 10 mila sterline, da devolvere al fondo per la ricerca delle cure sul diabete, e che lui voleva partecipare per aiutare il suo amico Sam colpito da quella malattia. “L’anno scorso ho provato ad intraprendere una sfida che non è andata come avevo previsto e ho promesso di tornare più forte” ha raccontato Daniel alla Bbc. I poliziotti a questo punto non hanno fatto altro che lasciarlo andare, augurandogli buona fortuna. Il caso di Daniel non è però isolato, infatti già nel 2014 il sito sikelianews.com riportava la notizia che Tony Phoenix Morrison, divenuto poi famoso come “Tony the fridge”, si stava allenando per correre una maratona con 42 chilogrammi di frigorifero sulle spalle, per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro: “Ho pensato che il frigo fosse un peso veramente gravoso. Volevo usare il frigo per attirare l’attenzione della gente su che cosa sia il cancro, un fardello pesante ogni giorno, lungo la stessa strada” ha poi rivelato alla stampa.
Anche Michael Copeland conserva un record con un frigorifero sulle spalle, dopo aver scalato le tre montagne più alte di Inghilterra, Scozia e Galles, il Ben Nevis, lo Scafell Pike e lo Snowdown in sole 23 ore e 53 minuti. “Il frigorifero aveva lo scopo di illustrare l’onere di portare in giro i problemi di salute mentale. Rappresenta il peso che la salute mentale ha su di noi.” Ha dichiarato alla stampa, motivo per cui anch’egli ha deciso di donare tutti i proventi della sua impresa ad un’associazione che si occupa di salute mentale.
Ma se c’è qualcuno che corre con un frigo sulle spalle, c’è anche qualcun altro che corre dentro un frigorifero, si tratta del maratoneta austriaco Reiner Predl che, per allenarsi ad una corsa al Polo Nord ha percorso per 781 volte il perimetro di una cella frigorifera per la preparazione dei gelati, lungo solo 54 metri ad una temperatura di 25 gradi sotto zero. Predl non è estraneo a imprese simili: durante il lockdown imposto per la recente pandemia da Covid ha percorso, ininterrottamente, 70 chilometri girando esclusivamente intorno al tavolo della cucina di casa sua. Con il tapis roulant in salotto ha corso per 7 giorni consecutivi, mentre in giardino si è allenato per un’altra maratona (la sua specialità) di ben 100 chilometri. Non so a voi, ma a me, storie come queste, fanno ricordare una scena del film Forrest Gump, quando il protagonista si alza all’improvviso dalla sedia e corre per ben tre anni, due mesi, 14 giorni e 16 ore, dormendo quando aveva sonno e mangiando quando aveva fame, finché un bel giorno si ferma semplicemente perché era stanco (cliccate su questo link per le folli statistiche riguardo questa impresa https://film.narkive.it/nSJocDVB/quanto-lontano-ha-corso-forrest-gump). Deve aver avuto la mia stessa sensazione Rob Pope che, insieme alla sua fidanzata Nadine, per raccogliere fondi a favore dell’ONG Peace Direct e del WWF ha superato il record di Forrest correndo per 60 chilometri ogni giorno per 422 giorni. Partito da Mobile in Alabama, il veterinario trentanovenne ha percorso 25 mila chilometri in 19 mesi.
Senza frigoriferi, in assenza di temperature estreme, ma con qualche paio di scarpe da running di ricambio, per commemorare il padre morto di cancro nel 1997, Gary Mckee ha raccolto ben un milione di sterline in favore del Macmillan Cancer Support e del Hospice at Home West Cumbria, centri di ricerca per la cura del cancro, correndo una maratona al giorno per un anno di seguito. Per non perdere giorni di lavoro è arrivato a persino a intraprendere la sua corsa quotidiana la mattina presto prima di andare a lavorare.
Di fronte ad avventure epiche come queste, per strane che siano, non rimane che alzarsi in piedi ed applaudire forte gridando forza Daniel, Tony, Michael, Reiner, Rob, Nadine e Gary e tutte quelle persone che la loro estrema forza di volontà compiono imprese quasi impossibili solo per aiutare gli altri.