I miei gusti musicali sono oggettivamente lontani alla musica di Toto Cutugno. Tuttavia, quando un artista vende circa 100 milioni di dischi non possiamo far altro che riconoscerne la grandezza. Salvatore Cutugno, detto Toto, nacque il 7 luglio del 1943 a Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara, non troppo distante dal Castello dei Malaspina nella storica Lunigiana. Suo padre era un sottufficiale di Marina e per tale motivo la famiglia si trasferì nella città ligure al confine, La Spezia. L’infanzia di Toto fu travagliata. Sua sorella Anna morì a sette anni per soffocamento, l’altra sorella Rosanna dovette essere operata al cuore e infine suo fratello Roberto si ammalò di meningite. Toto si avvicinò alla musica grazie al padre che suonava la tromba. Già da bambino, Toto suonava il tamburo con la banda del paese, poi passò alla fisarmonica perché il pianoforte troppo costoso. Nel 1965 forma il gruppo, Toto e i Tati, a dire il vero poco fantasioso. Nel 1970 partecipano al Disco per l’estate, una gara itinerante che scandiva le nostre stagioni da bambini. L’incontro con Vito Pallavicini, il paroliere di Azzurro, fu determinante per la carriera di Cutugno. Toto formò gli Albatros e il gruppo partecipò al Festival di Sanremo del 1976 con il brano: Volo AZ504, che divenne un tormentone estivo: la canzone si apriva con un annuncio in aeroporto cadenzata da una musica tipicamente anni settanta e si chiudeva con Toto che gridava verso l’aereo che decollava. Una canzone che rispecchiava le esistenze alquanto semplici che si vivevano in quel periodo. In ogni caso il brano ebbe successo e Toto Cutugno decise di intraprendere la carriera solista. Nel 1977 portò al successo Donna donna mia e scrisse Soli per Adriano Celentano. Due anni dopo compose l’album Voglio l’anima che divenne una hit internazionale, portata al successo in Francia da Dalida. In quel periodo continuò la sua attività di paroliere. Scrisse per: Johnny Hallyday, Michel Sardou, Mirelle Mathieu, Miguel Bosé, Luis Miguel. Il 1980 lo vide partecipante del Festival di Sanremo con il brano Solo noi, arrivò secondo. In quello stesso anno vinse come autore il Festivalbar con il brano Olympic Games interpretato da Miguel Bosé, che in quel periodo avrebbe potuto anche cantare le Pagine gialle e avrebbe vinto. L’inizio degli anni ottanta fu importante. Compose: Il tempo se ne va che divenne un successo clamoroso di Adriano Celentano. Nel 1983 Toto partecipò al Festival di Sanremo con un brano che arrivò quinto, ma che era e rimane il suo manifesto e la canzone con la quale si identificano spesso gli italiani, si intitolava: L’italiano e giocava con gli stereotipi degli abitanti dello stivale e che in fondo sono sempre gli stessi. Nel 1984 si presenta nuovamente a Sanremo e arriva secondo con Serenata e l’anno successivo ottiene lo stesso piazzamento come autore di Noi ragazzi di oggi, interpretato da Luis Miguel, che all’epoca era un misto tra Recoba e Macaulay Culkin quello di Mamma ho perso l’aereo. Nel 1987 arrivò nuovamente secondo al Festival di Sanremo con Figli ed ebbe successo con i brani: Io amo, interpretato da Fausto Leali e Il sognatore da Peppino di Capri. La sequela di piazzamenti d’onore proseguì nel 1988 con Emozioni e nel 1989 con Le mamme. Scrisse per Franco Califano, Io per le strade di quartiere e Per noi cantata da Fiordaliso. Negli anni novanta arrivò la televisione, condusse Piacere Raiuno. Nel 1990 per consolidare la tradizione del secondo posto, al Festival di Sanremo arrivarono i Pooh che ovviamente vinsero e indovinate chi arrivò dietro di loro, il nostro Toto con Gli amori. Si prese una rivincita vincendo l’Eurovision Song Contest molto prima dei Maneskin. Partecipò nuovamente al Festival nel 1995 senza avere molto successo con il brano: Voglio andare a vivere in campagna, un Ragazzo della via Gluck degli anni novanta. Negli anni duemila Toto Cutugno fece molti tour, soprattutto all’estero dove personalmente vidi i manifesti del suo volto inopportunamente ritoccati con un rossetto sulle labbra davvero inquietante. Nel 2007 Toto Cutugno scoprì un brutto ospite nel suo corpo e dovette fermarsi. Tornò tre anni dopo a Sanremo con il brano: Aeroplani, forse per celebrare quel Volo Az504 che lo fece diventare famoso, ma non ebbe successo. Nel 2013 fu ospite del Festival di Sanremo nel quale ricevette il premio speciale alla carriera e cantò insieme al coro dell’Armata Rossa, L’Italiano molto famoso nei paesi dell’est Europa. In quegli anni Toto Cutugno si dedicò alla scrittura e all’insegnamento dei nuovi autori. Ha continuato a fare qualche concerto anche con il fisico minato dal brutto ospite che stava prendendo sempre più spazio. Toto Cutugno è morto il 22 agosto del 2023, all’età di 80 anni in una clinica di Milano. Ha decisamente incarnato l’italiano tipo, narrandone i vizi e le virtù con la semplicità di chi sa raccontare le emozioni.