di Cristian Samarpan Bertoli e Selenia Erye
Siamo giunti alla fine di questo viaggio attraverso le caratteristiche dei dodici segni zodiacali. Mi sono divertita ed ho trovato interessanti gli approfondimenti del nostro esperto Cristian, devo ammettere che ho imparato molto. Ogni segno è stata un’ulteriore scoperta. Vorrei ringraziare Vinicia, perché è sempre pronta ad accogliere le mie proposte ed infine ringrazio Cristian, abile comunicatore e paziente compagno di viaggio. Quest’oggi parleremo dei nati sotto il segno dei pesci… che emozione. La mia seconda figlia è nata sotto questo segno ed ha tratti particolarmente accentuati. Ricordo che, quando era piccola ed usciva, per sua scelta, con delle scarpe diverse, era super felice di osservarsi i piedini. La fantasia non le mancava di certoIi nati sotto questo segno sono misteriosi, fantasiosi e sfuggenti. Inclini all’amore, alla poesia ed al romanticismo, vivono spesso come in una bolla. Molto intuitivi e sensibili, il fatto di essere un segno d’acqua permette loro di adattarsi alle situazioni. Sono spiccatamente creativi, ma, allo stesso tempo si riconosce in loro un’attitudine al capriccio, a tratti lamentoso. sono sempre alla ricerca di attenzioni. Si rifugiano nel loro mondo, distaccandosi dalla realtà. Talvolta il loro pessimismo adombra le loro giornate, ma si riprendono facilmente e dimenticano. Cristian ovviamente riuscirà a farci entrare nel loro universo, con la sua capacità descrittiva ci permetterà di conoscerli meglio. Grazie ancora Cristian, un forte abbraccio.
Grazie a te Selenia per avermi coinvolto in questo progetto e per averci accompagnati fino a qui con la tua impronta così genuina, autentica, spontanea e colorita. Oggi prendiamo in esame il segno dei Pesci, che rappresenta insieme la fine e l’inizio di tutto, l’Alfa e l’Omega. In una visione ciclica come quella delle stagioni e come quella della ruota dello zodiaco, infatti, la fine e l’inizio coincidono. Questo segno ha una natura intrinsecamente doppia: da una parte rappresenta la fine, ciò che va concludendosi, e tutto ciò che ha a che fare con un al di là che si preannuncia, ma che resta ancora a venire, e dall’altra rappresenta il grembo, la gravidanza, il periodo di gestazione che precede la vera e propria partenza della nostra avventura come nuovi individui nel mondo. Rappresenta, in questo senso, il senza-tempo, il non-tempo, quell’attimo prima che il tempo e lo spazio abbiano inizio. O quel momento appena prima che il tempo e lo spazio abbiano fine. L’archetipo dei Pesci, infatti, è piuttosto famoso per avere una percezione del tempo e dello spazio tutta sua, fuori, appunto, dal tempo e dallo spazio comunemente intesi e convenzionali, e anche per una certa difficoltà nella gestione del tempo e dello spazio, così come di tutte le questioni inerenti alla vita pratica. È un po’ come se fossero sempre da un’altra parte, sospesi, come se non appartenessero già più, o non ancora, a questo mondo. C’ è qualche cosa di profondamente indefinito, di vago, nelle persone caratterizzate da questo archetipo. Come se fossero costantemente connessi con un’altra dimensione, costantemente sintonizzati su una frequenza più morbida, più fluida e più elastica della realtà, di quella banalmente materiale. Possono apparire come disordinati, o disorganizzati, in questo senso, da un punto di vista più comune, più radicato in questa dimensione. Anche se in realtà più che di disordine qui, sarebbe corretto parlare di caos, nel vero senso del termine: ossia di quell’in-definito brodo primordiale carico di potenzialità che precede la nascita di un “cosmos”, di un ordine vero e proprio. Il “caos”, in questo senso, non è il contrario del “cosmo”, bensì ne è il presupposto fondamentale. Anche perché in una dimensione come questa, praticamente, spariscono tutti gli opposti, tutti i contrari e le contraddizioni. Nell’infinito non ha molto senso parlare di un sopra e di un sotto, di una destra e di una sinistra. Nell’infinito primordiale tutto è in tutto, e tutto è Uno. Ed ecco perché gli individui che hanno forti valori in questo segno possono apparire spesso anche come contraddittori, lasciando confusi e sbigottiti quelli che appartengono in modo più “coerente”, o potremmo anche dire più “vincolante”, a questo mondo. Nel mondo dei Pesci non ci sono vincoli, non ci sono regole, se non quelle di un sentimento profondo che li connette direttamente a tutti gli esseri viventi. Non c’è probabilmente segno più empatico di questo. Egli sente il dolore del mondo come il proprio. E difficilmente, e a fatica, riesce a mettere dei confini tra un dentro e un fuori, tra se stesso e il resto. Qui l’individualità tanto cara al segno precedente si disperde, qui i confini si dissipano. Uno dei simboli più tipici di questo Archetipo è l’oceano sconfinato. Non per caso, il governatore del segno dei Pesci è proprio Nettuno, il Dio dei mari e delle profondità oceaniche. Tipico di chi porta i tratti caratteristici di questo segno sono tutte le attività e le associazioni di volontariato, la carità, il supporto e il soccorso dei bisognosi, dei malati, di chi in qualche modo sta soffrendo e faticando, di chi è svantaggiato. Non solo per quanto riguarda gli umani, ovviamente, ma tutti gli esseri viventi. E questo evidentemente li espone più di altri segni a cadere nella cosiddetta “sindrome della crocerossina”, che per inciso vale tanto per gli uomini, come per le donne del segno. In altri termini, hanno la tendenza ad occuparsi sempre dei casi disperati, immolandosi nel cercare di salvarli, e finendo essi stessi per diventare, appunto, dei casi disperati. Da questa fortissima sensibilità nasce anche quella esigenza di isolarsi, di staccare la spina dal mondo, che troviamo spesso in chi ha forti valori nel segno. È come se fossero senza pelle, senza corazza, costantemente esposti a tutte le energie, spesso pesanti e dolorose, del mondo. Provate a pensarci: non è particolarmente simpatico. È molto importante quindi che chi ha valori significativi in questo archetipo trovi il modo di ritirarsi, di tanto in tanto, di uscire dal mondo e, nella solitudine, nella quiete, scaricare e ricaricarsi. Non a caso, e per gli stessi motivi, questo segno è associato a tutte le sostanze stupefacenti: le droghe, gli alcolici, e tutto ciò che può costituire una vera e propria fuga dalla realtà. Un modo per anestetizzarsi anche, per non sentire il dolore e il carico emotivo. Al limite estremo di questo scollamento, di questa presa di distanza dalla realtà, troviamo la follia, come vedremo meglio tra poco. Questa profonda connessione con il tutto senza parti, infatti, non può certo limitarsi a questo mondo e ai suoi abitanti. Essa di fatto non è di questo mondo. Ecco quindi che quello dei Pesci, oltre ad essere l’archetipo più empatico è anche il più mistico di tutto lo zodiaco. Qui non si tratta tanto di una dottrina organizzata, o, peggio ancora, di una istituzione religiosa. Il segno dei Pesci è un segno d’acqua: quello che conta, e che emerge qui, è, se mai, un sentimento religioso. Un sentimento mistico per la precisione. Il rapporto che ha questo archetipo con il divino è un rapporto di Amore Universale. Viscerale direi. E anche qui, sebbene possa sembrare una cosa spettacolare, e lo è per certi versi, questa apertura senza filtri e senza confini verso l’infinito, infondo, non è così facile da sostenere. E soprattutto non è facile da integrare con la vita di tutti i giorni, fatta di cose molto più pratiche, più prosaiche, più grige anche. Qui vediamo ricomparire quella tendenza alla fuga dalla realtà di cui abbiamo accennato prima per le sostanze stupefacenti. Solo che in questo caso, possiamo cominciare a parlare della impareggiabile fantasia e immaginazione tipica dei Pesci. È sempre un modo, seppur molto più sano, di fuggire dalla realtà. Ricordando che qui stiamo parlando di un archetipo che tende ad esondare, a non avere confini, cominciamo a comprendere come si possa facilmente passare dalla estrema fantasia alla pazzia. Il passo infondo è breve. Così come lo è quello tra certe forme di misticismo e la follia. Il confine qui, come vedete, è sempre piuttosto labile. Ma non è tutto: questo accesso incredibile a livelli di fantasia e di intuizione ineguagliabili, portano anche il segno dei Pesci ad essere uno dei più affini a tutto ciò che concerne la creatività, l’arte, e in generale la canalizzazione. Da questo punto di vista, si evidenzia una particolare propensione per la musica e per le arti visive. Anche qui, il confine tra genio e follia è spesso labile. E forse una delle definizioni più immediate e più calzanti del segno potrebbe essere proprio questa: “genio e follia”. Del resto, come diceva Nietzsche: “bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante”. Questa citazione mi ricorda un altro aspetto particolare legato ai Pesci: la danza. Il segno dei Pesci a livello anatomico è associato ai piedi, e spesso ho trovato tra i nativi del segno famosi ballerini, o anche semplicemente appassionati di danza. Un altro aspetto caratteristico del segno, come già aveva sottolineato Selenia, è il suo inguaribile romanticismo. E non si tratta solo di un modo di amare o di stare all’interno di un rapporto di coppia, sebbene siano i più propensi ad innamorarsi in modo ovviamente folle di qualcuno. Essi custodiscono più in generale una visione romantica della vita e delle cose. Per quanto riguarda invece i rapporti a due, tendono più di altri segni a fondersi con l’altro, a perdersi nell’altro, a darsi senza misura. Ma veniamo adesso agli aspetti ombra più comuni e più tipici del segno. Dovrebbe essere abbastanza chiaro a questo punto che, avere a che fare con una persona fortemente caratterizzata da questo archetipo, significa avere a che fare con una persona ipersensibile, che sente tutto all’ennesima potenza. Una persona che per sua natura tende ad avere una sorta di attrazione speciale per la sofferenza, come abbiamo accennato. Inoltre sentire tanto, sentire troppo, porta sempre con sé una certa sofferenza. Indipendentemente da “che cosa” si sente. Ecco che l’archetipo dei Pesci diventa anche il simbolo di tutti i tipi di sofferenza e di malattia, ma in particolar modo ovviamente quella mentale. Anche qui, possiamo notare come, spesso, i mistici abbiano avuto accesso a visioni e connessioni particolari proprio attraverso situazioni, se non addirittura a volte pratiche deliberate, di estrema sofferenza. Così come possiamo notare quanto spesso l’animo degli artisti più famosi, e la loro vita, siano carichi di sofferenza e tormento. Estasi e tormento, appunto. Che tra l’altro è il titolo di una famosa biografia di Michelangelo (nato con ben 3 pianeti in Pesci, tra cui sia il Sole che la Luna). Ed è in questo contesto che possiamo inserire una certa tendenza al vittimismo e alla autocommiserazione tipica dei Pesci, che a mio avviso sono tra le ombre più insidiose di questo segno. Nettuno non porta solo un enorme potenziale di connessione e di fantasia: porta anche una tendenza micidiale all’ illusione, a confondere le cose, a idealizzare, a proiettare proprio quelle fantasie, che, in altri casi, possono essere considerate delle doti pazzesche. L’archetipo dei Pesci tende più di altri a non vedere come si causa da solo un sacco di illusioni e di conseguenti delusioni. Manca ovviamente spesso di principio di realtà. Non può essere altrimenti. E spesso si ostina a non voler vedere le cose come stanno. Preferisce restare nel suo mondo incantato, romantico, magico e fatato. E così spesso finisce per schiantarsi rovinosamente contro una insegna luminosa grande come una casa, con scritto “pericolo”. Un’altra evidente ombra di cui abbiamo già accennato, legata sempre a questa natura nettuniana, è la tendenza alla fuga dalla realtà, e a tutte le forme di dipendenza da sostanze o dispositivi che in qualche modo creano una dissociazione. Quello che sono venuti ad imparare invece, venendo qui, è proprio come dirigere, disciplinare, rendere utile e fruibile quella creatività e quella connessione con gli altri mondi sottili, quel sentimento mistico, a favore di tutti. Per il bene di tutti. Perché attraverso l’opera artistica, attraverso la connessione e la condivisione, possono aiutare gli altri ad andare oltre il semplice mondo materiale fatto di lavoro, impegni e bollette quotidiane. Aiutare gli altri ad avere accesso a quell’oceano infinito da cui veniamo e verso cui tutti siamo diretti. Potremmo dire che sono venuti qui proprio per guarire il mondo dal materialismo e dall’individualismo. Ma se si chiudono nel loro mondo, se cercano semplicemente di fuggire, o se non imparano a canalizzare e gestire la loro mente superiore, si trasformano in vittime dei loro stessi talenti e mancano il loro scopo evolutivo fondamentale.
Chiudiamo così questa rubrica dedicata alla analisi dei 12 Archetipi che costituiscono la ruota zodiacale. Ma non finisce qui il nostro viaggio nel mondo delle stelle. Dalla settimana prossima, cominceremo un nuovo capitolo dedicato al lavoro di integrazione dell’ombra attraverso gli assi dei segni opposti. Vedremo in altri termini come ognuno di noi sia strettamente collegato non solo al “suo segno”, come siamo soliti dire, ma anche al segno opposto che ne rappresenta il fondamentale completamento. Seguiteci per scoprire quali sono i vostri segni opposti e soprattutto per capire come portare maggiore equilibrio e armonia nella vostra vita, attraverso l’integrazione del vostro segno opposto. Alla prossima settimana!
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