Il peperoncino non rientra nella raccolta degli erbi, tuttavia è una pianta molto utilizzato dalla gente carrarina. La pianta del peperoncino non cresce spontanea in Italia, ma è coltivata in zone a clima molto caldo. Il Capsicum annuum, cioè il peperoncino, appartiene alla famiglia delle Solanacee, come la patata, il tabacco ed altre piante. L’uso che si deve fare di questo frutto è a crudo, ben tritato, semi inclusi. Oltre che a normalizzare i processi digestivi, il peperoncino serve a regolare la circolazione sanguigna: pare, infatti, che funzioni nella prevenzione dell’infarto e sicuramente migliora la circolazione, tanto che ha riscosso notevole successo nel trattamento di emorroidi e varici, e viene considerato un buon antiarteriosclerotico.
È stato dimostrato che il peperoncino è utile anche in gastriti, coliti e ulcere gastriche. In questi casi si deve usare in capsule gastroresistenti, che non si sciolgano nello stomaco, permettendo così il transito diretto nell’ intestino, dove avviene l’ assimilazione e l’entrata in circolo dei vari principi attivi. Il peperoncino ha anche proprietà stimolanti, rubefacenti, toniche, antiemetiche. Non tutti sanno che il peperoncino contiene una glicoproteina presente anche nel tabacco che appartiene alla sua stessa famiglia. È proprio per questo motivo che alcuni consigliano un uso abbondante del peperoncino alle persone che vogliono disassuefarsi dal vizio del fumo: l’organismo viene così a ricevere la stessa sostanza, questa glicoproteina, e sente in minor misura il “bisogno” della sigaretta. Nella tradizione culinaria carrarina il peperoncino, o meglio ‘l zenz’rin , è il jolly degli aromi, lo troviamo nelle acciughe così come nel baccalà marinato, nel coniglio alla cacciatora, nel sugo dei muscoli ripieni ecc….