La parietaria è un pianta appartenente alla famiglia delle Urticacee. Volgarmente nota come muraiola o vetriola, è una pianta piuttosto comune nelle campagne. Le sue foglie ovali hanno una sorta di ruvidità appiccicosa che le rende inconfondibili. Grazie a questa capacità, soprattutto sul fusto, la parietaria è in grado di aggrapparsi facilmente ai vecchi muri, alle recinzioni o ai tronchi nudi degli alberi morti. Fiorisce nei mesi caldi dell’anno, da fine primavera a inizio autunno, attirando numerosi insetti e provocando reazioni allergiche tra le più note a chi non tollera i pollini. Non ama un’eccessiva luce, ma predilige piuttosto la mezz’ ombra, e cresce generalmente con portamento cespuglioso. Il nome stesso parietaria ci racconta molto sulle abitudini della pianta, che ama crescere lungo i muri di campagna e sulle pareti delle case abbandonate-
La Parietaria possiede varie proprietà officinali: è diuretica e depurativa (può favorire l’espulsione di piccoli calcoli renali),inoltre è ricca di mucillagini, tannini, flavonoidi che insieme concorrono all’azione antinfiammatoria e regolarizzante sulla flora batterica.
Nell’uso esterno trova indicazione in caso di ustioni, ulcere ,foruncolosi, eczemi, ragadi e dermatosi in genere. Nella medicina popolare e contadina il brodo o l’infuso di parietaria era utilizzato per le sue capacità diuretiche ed espettoranti. In particolare, il suo consumo era fortemente consigliato per le cistiti e tutti i problemi dell’apparato urogenitale, mentre i cataplasmi di parietaria aiutavano in caso di infezioni alla pelle. Un tipico rimedio popolare era quello di strofinare fortemente tra le mani giovani foglie di parietaria finché i succhi non ne venivano estratti. Con la pasta ottenuta in questo modo si andavano a ricoprire le zone del corpo interessate da infezioni o escoriazioni . Sempre nella cultura contadina la parietaria era una pianta preziosa, non solo per il suo utilizzo come erba curativa e in cucina, ma anche perchè veniva sparsa nei granai come insettifugo ed era il miglior detergente per bottiglie e recipienti di vetro per l’azione delle piccole concrezioni calcaree presenti nelle foglie, da qui il nome di erba vetriola. Per la ruvidezza delle sue foglie e steli non è un’ erba che può essere mangiata cruda, si può comunque consumare cruda sotto forma di centrifugato, può essere mescolata con altri erbi e cotta assieme a questi oppure bollita da sola in pochissima acqua come si fa con gli spinaci e ripassata poi in padella con burro o olio e aglio.
Per la presenza di mucillagini in essa contenute si può usare come addensante nella preparazione di zuppe, minestre, minestroni , frittate. L’ intera pianta va raccolta prima della fioritura. Dopo la fioritura è preferibile raccogliere solo le sommità più tenere.
ATTENZIONE: dopo la raccolta della piantaggine è importante una pulizia più che accurata della pianta poichè la polvere e le piccole scorie rimangono aggrappate alle sue foglie con tenacia.