Se non me lo avessero detto qualche giorno fa, durante la presentazione di un libro di un amico, non lo sarei mai venuto a sapere. Nel Museo di storia naturale dell’Università di Pisa è conservato il meteorite più grande mai caduto in Italia, pesa ben 48 kg ed è stato rinvenuto niente meno che a Bagnone, in quel ramo della Lunigiana che da Aulla si estende verso Pontremoli. Il meteorite, sostantivo che deriva dal greco e significa “sospeso nell’aria”, fu rinvenuto casualmente, nel 1904, dal fattore Antonio Bassignani mentre era intento ad arare un campo della famiglia Noceti, in località Ca’ d’Bernard. Scambiato per una pietra priva di valore fu abbandonato ai margini del podere, fino al 1967, quando fu portato all’interno del castello di Bagnone. Nell’estate dello stesso anno, il dottor Lorenzo Ruschi Noceti ,lo sottopose all’attenzione di Stefano Bonatti, che lo riconobbe come meteorite e lo acquistò per conto dell’allora Istituto di Mineralogia e Petrografia dell’Università di Pisa. Il meteorite di Bagnone, chiamato con il nome del luogo in cui venne ritrovato, è una lega di ferro e nickel che viene classificata come siderite. La superficie, costituita dalla crosta di fusione che si forma nel passaggio attraverso l’atmosfera durante la velocissima caduta, è completamente ossidata a causa del contatto con l’ambiente terrestre ma il meteorite Bagnone ha conservato, se pur smussate e superficiali, le “impronte” derivate dal percorso attraverso l’atmosfera. Da tali segni è stato possibile risalire alla data della caduta.Due piccole porzioni del meteorite furono asportati per eseguire studi dettagliati e sono conservati rispettivamente nei musei di Roma e Milano.
I meteoriti possono essere considerati come messaggi provenienti dallo spazio che ci raccontano molto sull’evoluzione dell’ universo, del sistema solare ed anche del nostro pianeta. Per chi si incuriosisca a questi fenomeni rimando ad alcuni indirizzi che riporto qui sotto, cito solo la descrizione di questi bolidi nel caso qualcuno di voi, scavando nel proprio terreno avesse la fortuna di trovarne uno. Le caratteristiche di questi corpi spaziali variano a seconda che essi siano di natura ferrosa, come quello di Bagnone, o rocciosa, ma tutti quelli, la cui caduta è relativamente recente, sono accomunati da una crosta di fusione scura e dalla presenza di regmagliti, cioè piccole cavità – le impronte – causate dal processo di vaporizzazione e rimozione che l’atmosfera mette in atto sugli elementi che entrano al suo interno e che elimina più facilmente i minerali con bassa temperatura di fusione. I meteoriti non hanno mai forma sferica, né contengono quarzo o bollicine. La forma è condizionata dall’orientamento del meteorite durante la caduta: se è stabile, la forma è a scudo orientato. I meteoriti rocciosi hanno una densità maggiore rispetto alle rocce terrestri, mentre quelli ferrosi sono molto vicini al ferro per densità. Sezionati e lucidati, i meteoriti ferrosi mostrano un disegno geometrico di linee e lamelle che si intersecano chiamato figure di Windmanstatten, quelli rocciosi, invece presentano un disegno con dei cerchi detti condruli
Se, come me, siete curiosi conoscerne le origini, potreste rimanere stupiti dal sapere che le meteoriti possono essere anche di origine lunare o marziana e non perché qualche essere verde con il naso a trombetta ce lo abbia scagliato dalla sua navicella, ma perché a seguito di collisioni avvenute su quei corpi celesti, i detriti possono essere scagliati così violentemente nell’atmosfera da raggiungere il nostro pianeta. Incredibile vero?
I fenomeni extraterrestri non si esauriscono però tutti qui, visto che la Lunigiana nel 2001 fu teatro di un avvistamento ufo che fece così tanto clamore da essere citato nei notiziari nazionali. Tra le 19 del 15 giugno e le 11 del giorno successivo, una trentina di abitanti del borgo di Sassalbo nel comune di Fivizzano, osservarono un oggetto non identificato sospeso nell’aria all’altezza del crinale di Monte Giogo, nel comune di Comano, famoso per aver ospitato una stazione di ripetitori della NATO e dismesso a metà degli anni ’90. Verrà descritto come un oggetto cilindrico, della grandezza di circa 15/20 metri, apparentemente metallico, perché rifletteva le luci del sole e delle auto, simile al braccio di una gru e che oscillava sopra la faggeta in località Ospedalaccio. Il mattino seguente, convinti che si trattasse davvero di una gru in difficoltà e che la caduta potesse arrecare danni a cose o persone, gli abitanti allarmati chiamarono i carabinieri, ma al loro arrivo quello strano oggetto era già volato via. Gli avvistamenti non terminarono quel giorno, ma si susseguirono: lo stesso oggetto venne segnalato il 22 giugno, mentre percorreva i cieli di tutta la Lunigiana fino a Carrara e La Spezia e a Licciana Nardi in Località Panicale venne avvistato ad un’altezza di circa 2000 metri. Vennero avvisati i Vigili Urbani della zona che scattarono alcune foto delle quali però, ad oggi, non si sa nulla e poi ancora avvistamenti dello stesso oggetto nelle stesse modalità a Livorno, Rosignano e Pisa. L’Aeronautica Militare, presente sia a Pisa che a Sarzana ha sempre negato la presenza di voli militari in quei periodi di tempo ma più persone, dopo le segnalazioni degli avvistamenti, hanno notato il passaggio di alcuni arerei a reazione militari. La testimonianza di Carlo Giannarelli, che in quel momento si trovava nei boschi vicini a Sassalbo, è stata raccolta dal giornalista Massimo Giletti nella trasmissione I fatti vostri e da più servizi nei telegiornali nazionali e locali.
Pensavo di aver raccolto abbastanza materiale per poter scrivere questo pezzo quando, l’amico e ricercatore locale Rino Barbieri, che già mi aveva raccontato di questi fatti, mi ha inviato in extremis quella che sembra il più antico avvistamento avvenuto in Lunigiana: avvenne a Fivizzano e fu registrato tra le pagine di un diario di tale dottor Nicola Battini, oggi conservato nell’Archivio di Stato di Massa. Il dottor Battini annotava il 12 Ottobre 1730 : “La sera à ore tre della notte sopra il Monte di Pognana, si vidde un fenomeno grande color di fuoco acceso pendente in color di sangue”. “Non dice altro” mi spiega Rino nel suo messaggio “ma quel “pendente” significa che era fisso e che è durato abbastanza da essere osservato da più persone (“si vidde”).”
Siamo soli nello spazio? È una domanda a cui non so dare risposta, ma penso che se davvero qualcuno o qualcosa abbia deciso di venirci a trovare proprio qui in Lunigiana, vuol dire che questa è davvero una terra magica e affascinante che merita di essere scoperta e vissuta.
Fonti sul meteorite:
https://mmg.inera.it/frontend/museo-di-calci-2/oggetti-esposti/meteorite-di-bagnone
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Meteorite_di_Bagnone.JPG
https://www.wikiwand.com/it/Meteorite
Fonti sull’avvistamento:
http://web.tiscali.it/skemaonline/sass.htm
http://www.crprato.it/sito/index.php?option=com_content&view=article&id=72:anno-2001&catid=34:avvistamenti&Itemid=68&jjj=1705341423728