TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 19^ GIORNATA
Inter Verona 2 -1
di Ludovico Begali
Prima partita del 2024 nel turno dell’Epifania per l’Inter che si vede davanti un Verona incastonato nella zona retrocessione. Il livello di forma non è ottimale, come gia visto a Genova ed anche oggi salta all’occhio: partita in controllo, ma pochi spunti buoni per provare a segnare. Solamente una grande combinazione a tre tra Thuram-Mhyki-Toro, con quest’ultimo che finalizza, ci porta in vantaggio nel primo tempo – ci eri mancato Lauta. L’Inter non deve commettere l’errore di staccare la spina per eccesso di sicurezza nella ripresa per non farsi beffare all’improvviso: guarda caso, succede esattamente questo. Troppo superficiali, senza voglia di provare a chiuderla, e l’Hellas, autore di una discreta partita viene premiato al 65esimo con il gol al primo pallone toccato – figurati – di Henry, su dormita difensiva nerazzurra. L’arrembaggio finale prevede anche l’ingresso di Sanchez – e allora stiamo freschi- insieme a Lautaro e Arnautovic, entrato al posto di Thuram e già protagonista in negativo per aver salvato sulla linea di porta – avete capito bene – un gol all’Inter su calcio piazzato. Arriva il 90esimo, altra palla in mezzo e nuovamente Arnautovic, con entrambi i piedi sulla linea di porta, incredibilmente non riesce a spingere la palla dentro con la testa – avrà la nuvola di Fantozzi sopra, se no, non si spiega. Al 93 esimo arriva il gol inaspettato: tiro al volo di Barella, Montipò non impeccabile e sulla respinta arriva Davide Frattesi che manda in delirio San Siro – esultanza a dir poco iconica con i pantaloncini abbassati dai suoi compagni per sbaglio e che mostrano in primo piano ciò che è servito oggi per portarla a casa: il culo. E quando sembra tutto pronto per il fischio finale al 98esimo, il Var richiama l’arbitro per un off-field review su un contatto in area pochi minuti prima tra Darmian e Magnani. D’Artagnan purtroppo oggi l’hai combinata: rigore per il Verona. Al 100esimo. La beffa totale. Si presenta Henry dal dischetto, tiro e… palo clamoroso e respinta a porta vuota fuori. Finisce finalmente la partita. Tranquilla oserei dire come prima dell’anno -il conto del cardiologo lo volete via fax o mail?
Ausipicio per l’anno nuovo: Che in Italia si parli più di pallone che di polemiche, arbitri e Var, nonostante da sempre si faccia il contrario. Amala.
Sassuolo Fiorentina 1-0
di Gianni Ammavuta
In occasione di sconfitte come quella di sabato sera, i giornalisti sportivi veri attingono al vasto repertorio di frasi fatte coniate negli anni, tipo: “Una sconfitta che non brucia”, “Una sconfitta che non fa male”, “Una sconfitta senza drammi”, “Una sconfiitta ininfluente” e così via. Siccome non sono un giornalista sportivo vero, io mi ribello a questo buonismo e dico: altro che sconfitta che non brucia, altro che sconfitta ininfluente! Le sconfitte che fanno più male sono quelle che si patiscono contro squadre pù deboli, Questi tre punti persi peseranno quando a Giugno saranno la discriminante fra centrare l’obiettivo di stagioen e fallirlo. E’ sempre così. Nello sport raggiungi il massimo obiettivo quando vinci le gare che puoi e che devi vincere, non quelle in cui sei sfavorito. La grande impresa è quasi sempre fine a se stessa. Quindi questo 1 a 0 non riesco a mandarlo giù con tutta la facilità che la retorica giornalistica consiglierebbe, soprattutto alla luce dell’andamento della gara.
All’ingresso delle squadre in campo, il Mapei Stadium si presenta desolatamente semideserto. Al fredddo e sotto una pioggia battente si sentono solo gli encomiabili tifosi viola che iniziano a cantare subito e non smetteranno fino alla fine, sospinti da un insensato quanto commovente entusiasmo. Il Sassuolo parte forte e la Viola troppo molle. Il giovane Kayodè (che è promettente ma ha ancora tantissima strada da fare davanti a sè) si fa saltare opponendo la stessa dinamicità di uno spaventapasseri in una giornata senza vento, l’attaccante neroverde guadagna il fondo, rimette la palla all’indietro rasoterra, e Pinamonti – che segna con la frequenza di un battito cardiaco in criogenesi – arriva baldanzoso e rimorchio e insacca comodo comodo. Nei 35 minuti successivi la Fiorentina non riesce proprio a scuotersi e il Sassuolo controlla agevolmente la gara. Chi segue questa rubrica sa che non amo il gioco che offre questa squadra, in quanto è privo di talento ed inventiva; una sterile espressione calcistica che si basa solo su un grande possesso palla e preventive che funzionano, senza mai un colpo di classe, senza mai un lampo di luce che squarci le tenebre della mediocrità tecnica che purtroppo affrange molti, troppi giocatori. Allo stesso modo, ho sempre apprezzato la capacità della squadra di essere sempre sul pezzo agonisticamente. Ebbene, fermo restando la pochezza tecnica ormai endemica ed identitaria, neanche sul fronte agonistico e dell’intensità la squadra è stata all’altezza della sua luccicante posizione in classifica. Così il primo tempo scivola via leggero, senza sussulti, come una boccia di curling nel suo lento approssimarsi al boccino. Nel secondo tempo, la sonnecchiosa ed umida partitella andata in scena fino a quindici minuti prima, lascia spazio ad una girandola di emozioni che da un senso alla pioggia che sta martoriando chi ha deciso di assistere alla partita. La Fiorentina appare subito più dinamica ed aggressiva, grazie all’ingresso di Beltran e Dunscan, mentre Martinez Quarta si mette a fare il regista difensivo, dispensando pregevoli passaggi a lunghissima gittata. Nonostante questo il Sassuolo va in gol una seconda volta, in mischia, ma il VAR interviene annullando la rete per un fuorigioco machiavellico. Ripresasi dallo spavento e dalla prospettiva di perdere senza neanche cominciare ognuno dei due tempo, la Viola alza il ritmo e comincia a spingere, stringendo d’assedio il Sassuolo nella sua metà campo. Le occasioni costruite non sono clamorose – e comunque sono sempre macchiate da una certa macchinosità – ma regalano la sensazione che qualcosa sta per accadere. E infatti è così. Dapprima Jack Buonaventura sbaglia un rigore, e poi al buon Martinez Quarta (difensore centrale goleador) viene annullato dal VAR un bel gol per fuorigioco, dopo una mischia con traversa. Ci prova Beltran, con una pregevole girata dopo un’uscitona a farfalle del portiere del Sassuolo, trovando però l’opposizione di un difensore a due metri dalla linea di porta. Poi è la volta di Milenkovic, che di testa la indirizza proprio sul portiere neroverde, con tutto lo specchio della porta a disposizione. Naturalmente, anche Nzola si unisce alla festa del gol sbagliato, ciabattando un tap in che per un attaccante di seria A dovrebbe essere piuttosto agevole, invero, nonostante la palla non fosse proprio comodissima. Non manca neanche il brivido sul gong finale, quando Ikoné non riesce a ribattere in rete in acrobazia da posizione ultraravvicinata, l’ultima palla del match. Alla fine, davvero, questa sconfitta non ha lasciato traccia nella classifica viola, ma non sono del tutto certo che sarà indolore. La riprova, martedì 9 gennaio con il Bologna in casa, per i quarti di Coppa Italia. Nonostante le due ultime partite non brillanti, il Bologna resta una squadra vera, ben allenata e con alcune individualità molto interessanti. Se la Fiorentina c’è, il primo colpo da battere, in questo gennaio denso di appuntamenti, è proprio quello con il Bologna, in una partita da dentro o fuori che, forse, ci dirà qualcosa in più su questa squadra.
Buon 2024 a tutti i tifosi viola!