TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 18^ GIORNATA prima parte
Lazio Frosinone 3-1
di Pierluigi Califano
È venerdì e indovinate, gioca la Lazio. Oggi affronta la compagine (ho sempre sognato scriverlo) del Frosinone, una città laziale a pochi chilometri dalla capitale. Lo stadio è gremito anche per la presenza di circa 3000 tifosi frusinati. Prima della partita i due allenatori si salutano cordialmente. Questo rito mi ricorda le riunioni famigliari natalizie, si inizia con saluti di rito e si finisce a colpi di torrone, quello bianco duro. La gara inizia e la Lazio parte veloce mettendo in difficoltà il Frosinone, almeno fino al limite dell’area, anche perché nessuno dei laziali tira in porta. A sinistra viene schierato nuovamente Pellegrini e il terzino si comporta bene in entrambe le fasi. Sarri ha dimenticato il taccuino con gli appunti e sua moglie di certo si arrabbierà perché ha dimenticato qualcosa, tipo il sapone per la lavatrice. Dopo i primi 15 minuti, la partita langue e vengo colto da una noia che mi spinge a mangiare un pezzo di pandoro che non è affatto male, vedrai la bilancia dopo le feste come ride. Felipe Anderson dopo un paio di buone giocate si trasforma nuovamente in Pamela e viene giustamente sostituito alla fine del primo tempo, al suo posto entra Isaksen. Inizia la seconda frazione della gara e il ritmo è sempre lo stesso, ripenso alla Lazio di Cragnotti e il paragone con quella attuale è come tra i Pink Floyd e Al Bano. Improvvisamente Guendouzi decide di allenarsi a ballare la macarena in vista dei festeggiamenti per capodanno. Schiaffeggia il pallone in area e la logica conseguenza è il rigore per il Frosinone. Soulé, detto er sola, lo trasforma spiazzando il portiere che non dimentichiamo è Provedel di provenienza friulana, questa volta non si limita a birichini. La Lazio sembra scuotersi dopo la rete del Frosinone, spinge verso l’area avversaria. Castellanos inizia finalmente a giocare guardando la porta avversaria e non di spalle come se avesse timore di vederla. Su un cross di Isaksen la punta laziale con un colpo di testa pareggia per la Lazio. Il Frosinone entra in confusione (pure la rima), e su un passaggio alla Marusic manda in porta Castellanos che smista verso Isaksen, il quale con un tiro preciso porta in vantaggio la Lazio. Lo stadio esplode, quasi come il bottone dei miei pantaloni dopo il pandoro. Ci sono vari cambi in entrambe le squadre e Sarri continua a masticare la sua cicca, in attesa di fumare le 180 sigarette quotidiane. Su un’azione di calcio d’angolo segna Patric: significa che è una serata davvero fortunata. La partita volge al termine e non accade nulla di significativo a parte Di Francesco che prepara il torrone per percuotere i suoi giocatori a fine gara. Vince la Lazio orfana della difesa titolare e di Luis Alberto e ovviamente Immobile e risale in classifica. Il Frosinone gioca bene, ma ha qualche difetto di personalità forse a causa di una rosa molto giovane. Il pandoro mi guarda maliziosamente, ma resisto e me ne vado a dormire con 3 punti importanti e la domanda che mi ronza in testa: a che pensa Anderson durante le partite?
Buon anno a tutti, anche ai romanisti😘
Fiorentina Torino 1 -0
di Gianni Ammavuta
Mi chiedo per quanto tempo ancora andrà avanti questa pantomima, questa suadente illusione di trascendere la nostra essenza e palesarne una che, in realtà, non ci appartiene. La Fiorentina, ad oggi, è come un tizio che va alla prima della Scala con lo smoking di qualcun altro. È bella, ma solo se la si guarda da lontano, più precisamente, dalla prospettiva della classifica. Gli esperti dicono che quest’ ultima non menta mai. Sarà, ma anche ieri è andata in scena una gara inguardabile tecnicamente e, stavolta, anche agonisticamente. Difronte ad un Franchi gremito e pronto alla festa, come ad un veglione di fine anno dopo aver fatto il trenino, la squadra che scende in campo per vincere, però, è solo il Toro. Prima su Zapata e poi su Lazaro, infatti, Nonno Terracciano omaggia la platea bramosa di qualcosa per cui entusiasmarsi, con due grandi interventi salva risultato. Il secondo, soprattutto, in allungo su un rasoterra partito dall’interno dell’area di rigore, è davvero notevolissimo. Si va al riposo con la netta sensazione che non andrà a finire bene, ma alla gente del Franchi la cosa non sembra interessare più di tanto. Durante la pausa, uno sconosciuto inserviente in vena di scherzi sardonici chiude il Torino negli spogliatoi e butta via la chiave. Solo così la Fiorentina prende in mano la gara, e dopo altri 30 minuti di calcio piatto e freddo come il tavolo di un obitorio, il buon Ranieri insacca di testa e salva la serata. E mentre in strada si odono arditi clacson che richiamano gli ignari, o i non tifosi, a condividere l’euforia del momento, per quanto vacua ed effimera, Prade oltraggia il comune senso del pudore calcistico, affermando che la squadra non ha bisogno di ritocchi. Con una coppia di attaccanti che non hanno segnato dieci reti in due in campionato, non si può dire un’enormità del genere, e sperare che la gente ci creda. Anche ieri sera Nzola non ha tenuto una palla che fosse una, Beltran non si è proprio visto, Ikonè ha sbagliato il suo solito golletto a partita, Kouamè ha azzeccato solo il cross per la zuccata di Ranieri, Sottil è entrato e si è fatto male sbadigliando.
Adesso Commisso ha un’opportunità più unica che rara, sportivamente parlando, nonché un obbligo morale nei confronti di Firenze. Se vorrà cogliere la prima e onorare la seconda, lo sapremo a breve. Se arriveranno quei giocatori che ci servono come il pane, allora potremo davvero inneggiare ad un nuovo corso, diversamente sarà solo l’ennesimo film già visto, e dovremo restituire in fretta il vestito. Nel frattempo, dell’inserviente birichino, si sono perse le tracce.
Buon anno calcistico a tutti!
Genoa Inter 1 -1
di Ludovico Begali
Ultima partita del 2023 che ci vede protagonisti, in quel di Genova, in un Marassi gremito e pieno di entusiasmo. Partita sospesa per i troppi fumogeni/torce accesi dalla curva di casa che, francamente, non hanno interrotto nessuno spettacolo. Lenti, molli, pochi spazi. Presupposti perfetti per la classica partita rognosa con annessa beffa. Da una rimessa laterale Arna riesce incredibilemente a portarci sull’1 a 0. Nove minuti di recupero dati per l’interruzione, calcio d’angolo per il Genoa al cinquantunesimo ed ecco servito il pareggio, con dormita difensiva e papera di Sommer. Si mette male -Lauti torna prestoooo-. Secondo tempo confusionario con poche occasioni. Su altri tre calci d’angolo genoani rischiamo il patatrac -oggi si sono dimenticati di difendere- e partita che scivola via, così come quella piccola sicurezza che pian piano iniziava a crescere. Ci si rivede nel 2024, con la stessa passione di sempre. Amala