Di Aurora Marchi classe IV E Liceo Scientifico Marconi Carrara
nella foto di copertina: Georges Sand
Di fronte all’enorme numero di femminicidi, tra cui il più recente, quello di Giulia Cecchettin, mi sono interrogata sulle cause di un fenomeno tanto devastante, sulla presenza femminile nella società e il mio interesse per la musica mi ha portato a riflettere sulla condizione delle donne in questo settore, facendomi così capire quanto sia stata forte la loro esclusione e l’emarginazione, anche in ambito culturale. Ho trovato notizie interessanti che danno l’idea di una situazione di profonda misoginia. Dunque in questa riflessione si potrà notare come i talenti femminili vennero occultati volontariamente dalla storia e dalle famiglie stesse. Imprigionate fra le pareti domestiche, senza alcun tipo di libertà e senza poter svolgere alcuna forma di lavoro, in quanto, considerate deboli e inadatte, molte donne furono private anche della loro creatività. Tra queste si può ricordare Amy Marcy Cheney, una bambina prodigio, dotata di un orecchio assoluto e di una grande memoria musicale. La sua infanzia fu segnata dai genitori che, decisero di privarla dell’oggetto che amava di più: il pianoforte. Ma ciò non bloccò la passione di Amy, la quale continuò a comporre servendosi di un “pianoforte immaginario”. Infine, la sua carriera fu bruscamente interrotta a causa del suo matrimonio, che le impedì di continuare con i suoi recital pubblici e con l’insegnamento. Così la passione posseduta nella giovane età, con il diventare moglie, venne interrotta a causa della severa sottomissione al marito-padrone, mediante il cosiddetto “glass ceiling”, quella barriera invisibile che impedirà a quasi tutte le donne di arrivare all’apice della propria carriera. Questo fattore comportò pure la dimenticanza di varie musiciste come: Anna Maria Mozart, Fanny Mendelssohn, Emilie Mayer, Lili Boulanger, Clara Wieck Schumann. Sarà proprio quest’ultima a scrivere: “Una volta credevo di avere talento ma, sto cambiando idea“. Questa frase riesce ad esprimere tutta la demoralizzazione e tutta la sofferenza che poteva provare una donna, in quell’epoca e infatti continua: “Una donna non dovrebbe desiderare di comporre“. Un metodo molto usato per combattere i pregiudizi di “artista di qualità inferiore”, era utilizzare uno pseudonimo maschile. Fra questi possiamo ricordare Mildred Jane Hill, cantautrice e musicologa che riuscì, col nome Johann Tonsor, ad avere un suo impatto nella storia, scrivendo articoli e influenzando Dvořák. Storia simile è quella della scrittrice Aurore Dupin, ricordata come amante di Fryderyk Chopin, la quale, indossando vestiti maschili ed utilizzando il nome di George Sand, riuscì a frequentare luoghi vietati alle donne. Oggi siamo in un’altra società, in un mondo molto più evoluto dal punto di vista tecnologico ed educativo. La scuola, che è il principale fondamento del futuro, sta insegnando ed abituando gli studenti a pensare, a riflettere ed ad essere responsabili di ciò che in libertà si sceglie. L’evoluzione ulteriore della società si avrà solo grazie alla più profonda integrazione, grazie al dialogo e al rispetto, delle differenze tra uomo e donna. Tuttavia occorre sottolineare, che i sessi femminili e maschili sono, sì, diversi, ma non saranno mai così differenti come il giorno e la notte, la terra e la luna, la vita e la morte. Come sottolinea Oscar Wilde “Bisogna dare alle donne le occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto”.