Nelle sue Vite, Giorgio Vasari definì Luca Signorelli “l’invenzione bizzarra e capricciosa della pittura rinascimentale”. Luca d’Egidio di Ventura, poi divenuto Signorelli, nacque a Cortona tra il 1441 e il 1445, (sarebbe stato bello lavorare all’ufficio anagrafe dell’epoca, sai che pacchia!). Studiò ad Arezzo presso la bottega di Piero della Francesca e, ovviamente, ne rimase affascinato tanto che la sua produzione iniziale ne fu permeata. Nel 1470 si sposò con Galizia di Piero Carnesecchi ed ebbe quattro figli: Antonio, Felicia. Tommaso e Gabriella. Le influenze di Piero della Francesca furono evidenti nell’opera del 1472, il Polittico di Sant’Agostino. Il primo lavoro riconosciuto di Luca Signorelli fu la Madonna con i santi affrescata a Città di Castello. Tra il 1477 il 1480 Signorelli fu a Loreto, dove decorò la Sagrestia della Cura nel Santuario della Santa Casa e le pareti con gli episodi dell’Incredulità di San Tommaso e la Conversione di San Paolo. Appena trentenne partecipò all’impresa della decorazione della Cappella Sistina a Roma. In quella occasione fu coadiuvato dal Perugino. Dipinse le scene della Disputa sul corpo di Mosè e il Testamento e morte di Mosè. Dopo la fine del suo operato a Roma, Luca Signorelli dipinse la Pala di Sant’Onofrio per il Duomo di Perugia e la Natività del Battista del Louvre che richiamava la luce delle opere di Filippo Lippi. Nel 1490 Signorelli si trovava a Firenze e nella città toscana entrò in contatto con l’Accademia neoplatonica. In quel periodo dipinse una celebre tavola, l’Educazione di Pan che purtroppo andò distrutta durante i bombardamenti nel 1945. Un’altra tavola di quegli anni fu la Madonna col bambino tra gli ignudi che, fortunatamente, è conservata agli Uffizi. La tavola apparteneva a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, che fu lo stesso committente della Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli. Nel 1492 morì Lorenzo il Magnifico e nel 1494 ci fu la cacciata di Piero de’ Medici, la conseguenza inevitabile fu quella che Luca Signorelli si allontanò dalla sua amata Toscana. Lavorò nuovamente in Umbria e nella chiesa di Loreto nella navata centrale con un ciclo di profeti. Signorelli aprì una sua bottega e ottenne molte committenze. Urbino in quel tempo era un centro di importante arte e cultura e Luca Signorelli dipinse il gonfalone della confraternita dello Spirito Santo. Un altro luogo importante fu Città di Castello. Nella città umbra dipinse l’Adorazione dei Magi che oggi è ammirabile al Louvre e l’Adorazione dei pastori che si trova alla National Gallery di Londra. Nel 1498 Luca Signorelli rappresentò con dovizia di particolari il Martirio di San Sebastiano. La produzione di Tondi e Madonne di quegli anni fu molto intensa. Tra quelli più importanti della produzione di Signorelli sono: Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Bernardo e la Sacra Famiglia con una santa e la Sacra Famiglia di Parte Guelfa che si trova agli Uffizi. Nel 1497 gli fu commissionato il Chiostro Grande dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, il cui tema erano le Storie di San Benedetto. Nel 1499 Luca Signorelli firmò un contratto per il completamento della decorazione delle volte della Cappella Nova nel Duomo di Orvieto. Per i lavori gli vennero in aiuto alcuni teologi e il tema furono le Storie degli ultimi giorni, che fu una novità assoluta per l’epoca. Nella Predica e fatti dell’Anticristo, Luca Signorelli dipinse una vera rappresentazione teatrale. Il riferimento abbastanza palese ad un finto Gesù, quel Savonarola che dopo il periodo oscurantista fu smascherato e messo al rogo. La fantasia visionaria si Signorelli raggiunse il suo apice nella Resurrezione dei corpi, nella quale i Dannati sono rappresentati in modo che lo spettatore li possa osservare da varie angolazioni e con lo stesso artista che si autoritrasse nel ruolo di demone. Nel 1502 morì suo figlio Antonio a causa della peste e Luca lo volle vedere cadavere, per poi raccontarlo e omaggiarlo nel Compianto sul Cristo morto. Alla soglia dei cinquant’anni entrò in contatto con Michelangelo Buonarroti a causa di beghe legali riguardanti un prestito di denaro e forse risentì della morte di suo figlio con una perdita di inventiva nelle sue opere. In ogni caso dipinse il Crocifisso con la Maddalena nel 1505 che si può ammirare oggi agli Uffizi e lo Stendardo della Crocefissione per Sansepolcro. Per la stessa località produsse il magnificente Polittico di Arcevia e la Vergine e santi, che si trova nella Pinacoteca di Brera. Tornato nella sua Cortona, realizzò il Compianto tra angeli e santi per l’oratorio di San Niccolò , un’opera caratterizzata da una ricerca prospettica, con un uso dello spazio come se fosse antesignano del 3D. Ormai anziano dipinse la sua ultima opera, la Madonna col bambino e santi e conobbe un bambino di nome Giorgio, che qualche anno dopo ne avrebbe narrato le gesta, il suo cognome era Vasari. Luca Signorelli morì nel 1523, a Cortona cadendo da un ponteggio mentre faceva ciò che amava, dipingere i colori dell’anima. Giorgio Vasari raccontò il suo incontro con Luca Signorelli in questo modo: «Fu condotta quest’opera da Cortona in Arezzo, sopra le spalle degl’ uomini di quella Compagnia; e Luca, così vecchio come era, volle venire a metterla su et in parte a rivedere gl’amici e parenti suoi. E perché alloggiò in casa de’ Vasari, dove io era piccolo fanciullo d’otto anni, mi ricorda che quel buon vecchio, il quale era tutto grazioso e pulito, avendo inteso dal maestro che m’insegnava le prime lettere, che io non attendeva ad altro in iscuola che a far figure, mi ricorda, dico, che voltosi ad Antonio mio padre gli disse: “Antonio, poi che Giorgino non traligna, fa ch’egli impari a disegnare in ogni modo, perché quando anco attendesse alle lettere, non gli può essere il disegno, sì come è a tutti i galantuomini, se non d’utile, d’onore e di giovamento”. Poi rivolto a me, che gli stava diritto inanzi, disse: “Impara parentino”.»