di Selenia Erye e Cristian Samarpan Bertoli
Questa settimana parleremo del segno che dà l’avvio alla stagione estiva, il Cancro. Mio padre è nato sotto questo segno ed ho molti amici cancerini. Con loro riesco ad instaurare fin da subito un rapporto sereno ed equilibrato. Devo essere sincera: quando ho scoperto che il mio compagno aveva l’ascendente in Cancro, ho tirato un sospiro di sollievo. Questo segno zodiacale porta con sé un radicato attaccamento alla famiglia. Anime sensibili, intuitive ed introspettive, a tratti decadenti. I Cancro sono legati al loro passato, molto romantici: un segno assai complesso e da scoprire. Ma per entrare in tutte le sfaccettature del segno del Cancro, non posso che lasciare la parola alla spiegazione di Cristian, il vero esperto di questa rubrica.
Grazie Selenia per la tua introduzione sempre appassionata e carica di esperienza vissuta. Nell’introduzione all’articolo precedente, ho cercato di ridare il giusto peso e il giusto valore alla Luna, che, di solito, dai profani, viene ignorata o largamente sottovalutata, come elemento astrologico, mentre invece costituisce uno dei pilastri della nostra personalità. Come promesso, cercherò di spiegarvi in poche parole più nel dettaglio che cosa essa rappresenti. La posizione della Luna nel Tema Natale di ognuno di noi descrive il nostro mondo interiore: la nostra sensibilità, i nostri sentimenti profondi, il modo in cui abbiamo imparato a prenderci cura di noi stessi e degli altri, e tutto ciò che ha a che fare con le nostre emozioni. Il segno e la casa in cui si trova la “nostra” Luna, ci danno preziose informazioni in merito a ciò che ci serve per il nostro benessere emotivo: per sentirci al sicuro, a nostro agio, per appagare i nostri bisogni emotivi. In poche parole, potremmo dire che essa ci indica di che cosa abbiamo bisogno per essere felici. Inoltre, soprattutto nei temi maschili, indica spesso anche un tipo di donna ideale, dalla quale tendiamo ad essere attratti. Nei temi femminili, invece, rappresenta il tipo di femminilità che tendiamo ad incarnare.
Non a caso ho scelto di dare spazio alla Luna proprio in questo articolo, perché essa è il pianeta governatore del segno del Cancro. E questo già potrebbe suggerirci molte cose su questo archetipo, a partire dal fatto che, con questo segno, entriamo in un mondo completamente immerso nelle emozioni. Il segno del Cancro è il campione della sensibilità, della cura, del principio materno e femminile. Difficilmente troverete una persona più sensibile di una con forti valori in Cancro. Il Cancro sente tutto: sente le persone che gli stanno attorno, sente le atmosfere, i luoghi, capta le sottili vibrazioni emotive che lo circondano. E sente talmente tanto che, anche l’animale che lo rappresenta, è dotato di una corazza protettiva. Spesso le persone che hanno valori importanti relativi a questo archetipo, stanno molto sulla difensiva, vanno in autoprotezione, perché sono sempre in presa diretta con quella potentissima sensibilità che li mette in contatto con la vulnerabilità. Non è raro che si sentano anche molto più fragili di quanto in realtà siano. E in questo senso devono stare attenti a non esagerare, a non chiudersi troppo, a non essere troppo pessimisti o troppo lamentosi. Chi nasce con il Sole in questo segno ha il compito evolutivo di sviluppare la sua capacità di prendersi cura, di accudire qualcosa o qualcuno, ma soprattutto di entrare in contatto e di accettare le fragilità umane, aiutando gli altri, supportandoli, soprattutto da un punto di vista emotivo. Chi invece nasce con la Luna in questo segno – cioè nel proprio domicilio- ha bisogno di portare una profonda guarigione dentro se stesso. Guarigione che passa necessariamente dal cuore. L’archetipo del Cancro, inoltre, ha molto a che fare con l’infanzia e con tutto ciò che ruota attorno ad essa. Questo non solo significa che spesso troviamo qui una vera e propria vocazione nel rapportarsi con i bambini, ma anche che esso stesso tende a mantenere un collegamento profondo con la propria infanzia, con il focolare domestico dove è nato e cresciuto, con le proprie radici e con i propri famigliari. Troviamo spesso nel Cancro una esaltazione e una passione per tutto ciò che è memoria e passato, con toni molto nostalgici. La malinconia per un Cancro è una sorta di sentimento sacro costitutivo della propria essenza. Anche la grandissima fantasia è un tratto tipico del segno. Mettendo insieme i pezzi, potremmo portare come esempio illuminante quello di Marcel Proust, che aveva ben quattro pianeti in Cancro, tra cui il Sole, e che passò tutta la vita a comporre un’opera gigantesca intitolata guarda caso “Alla ricerca del tempo perduto”. Ovviamente una delle cose più difficili che un Cancro deve imparare nella vita, senza perdere la sua natura, è recidere il cordone ombelicale che lo lega in modo spesso troppo stretto al passato e alle proprie origini. E questo lo può fare solo e nella misura in cui entra in contatto con il proprio potere personale e con la propria forza, che come dicevo è molto più di quanto egli creda. Egli è depositario di un potere immenso, un potere che parte dal cuore: è il potere dei sogni, che può creare mondi completamente nuovi. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un archetipo materno, ossia creativo, generativo, capace di generare una nuova vita. Egli, quindi, non solo ha in sé la grande capacità di sognare, ma anche di coltivare, far crescere dentro di sé il sogno, nonché di partorirlo, di “metterlo al mondo”. Il suo unico limite in tal senso è che spesso si sente troppo fragile per uscire dal guscio. Per questo ama gli spazi rassicuranti del nido e del passato. I suoi semi per così dire restano confinati sotto terra, protetti, non germogliano per paura di venire mangiati. In questo modo però rischia di perdere il senso stesso della propria esperienza, di rimanere, paradossalmente, impigliato nel recinto che aveva costruito per proteggersi dall’esterno. Per salvarsi, come dicevamo, deve accettare di confrontarsi con le proprie fragilità, piuttosto che cercare di evitarle, e scoprire, così, quanto potente può essere il cuore nella sua fragilità. Viene in mente la celebre frase di San Paolo: “Quando sono debole, è allora che sono forte”.
Vi ricordo che se avete dubbi, domande o se volete mettervi in contatto con me, potete farlo scrivendo a cristianbertoli@hotmail.it, oppure sui miei canali Facebook e Youtube al nome “Cristian Samarpan Bertoli” dove potete anche trovare altri contenuti di questo tipo.