Si parte, il viaggio è iniziato: il segno dell’Ariete apre la nostra rubrica. Mi capita spesso, quando incontro qualcuno nato sotto il segno dell’Ariete di provare un senso di rispetto: non so, forse perché mia madre lo era. Un brivido mi passa lungo la schiena, perché sono consapevole di avere di fronte a me una persona tenace, capace di perseguire i propri obiettivi, andando dritto verso la meta. Molto forti di carattere, al loro cospetto mi ritraggo intimorita, temo di non reggere il loro confronto. Fa sorridere la cosa, ma è come se sentissi quella forza prorompente. Impulsivi e a tratti irruenti, mi suscitano una sorta di inquietudine quando li incontro. Cristian ci darà modo di cogliere la loro essenza in maniera oggettiva. Lascio a lui la parola:
Grazie Selenia per la tua introduzione. Prima di partire vorrei fare una piccola premessa: ognuno di noi ha una personalità complessa e fatta di tante sfumature. Quando diciamo: “io sono dell’Ariete” questo significa che il Sole, il centro del nostro sistema, in quel periodo dell’anno stava transitando in quel pezzetto di cielo che riceve gli influssi di quella costellazione. E quindi che il “centro” della nostra personalità riceve quella impronta. Ma noi, appunto, abbiamo una personalità complessa, fatta di tante sfaccettature. E possiamo essere molto diversi tra noi, anche se abbiamo lo stesso segno solare. Non basta la posizione del Sole per descriverci. Ci sono anche altri pianeti che, nel momento in cui siamo nati, transitavano in altri segni, e che ci danno una impronta diversa da quella del Sole, che in qualche modo con quella deve interagire. È un po’ come se ognuno di noi fosse una miscela unica fatta di tanti ingredienti, di tante sostanze, di cui l’ingrediente solare costituisce sicuramente uno degli ingredienti principali.
Fatta questa premessa (doverosa per me) vediamo dunque alcune caratteristiche principali del segno dell’Ariete, che rappresenta non a caso l’inizio di ogni oroscopo, perché l’inizio è una delle sue qualità essenziali: inizio, iniziatore, iniziativa, quella dell’Ariete è l’energia che dà inizio alla primavera, alla nuova vita, alla rinascita dopo il lungo periodo invernale. L’Ariete è sempre il Primo in qualcosa, tende a competere, a voler primeggiare, è la spinta propulsiva della partenza, lo slancio della vita che ha voglia e bisogno di rompere il guscio, il seme, ha bisogno di vincere a tutti i costi e di lottare per sopravvivere. Spesso i nati sotto questo segno hanno bisogno in qualche modo di sentire che stanno lottando per qualcosa. In effetti di solito primeggiano negli sport, specie quelli individuali, competitivi, e che richiedono una certa dose di coraggio. Sì, perché il coraggio è un’altra delle sue qualità principali, e allo stesso tempo è lo scopo evolutivo che in questa vita è venuto a perseguire l’individuo nato sotto questo segno. L’Ariete è l’impulso, è l’espressione propulsiva, a volte esplosiva, del fuoco. Quindi tende ad essere impulsivo, istintivo, rapido e immediato (nel senso che mal sopporta le mediazioni e qualsiasi cosa che lo rallenti, o che gli sia di impaccio). In genere è abbastanza testardo, come suggerisce l’animale che gli dà il nome, e non tollera (o addirittura spesso non vede) ostacoli. Il suo lato “oscuro” (se così vogliamo chiamarlo) è l’aggressività, il non sapersi frenare, la tendenza a volte ad essere troppo concentrato sui propri bisogni, e quella impulsività di base che può diventare anche pericolosa perché può sottovalutare i pericoli e gli ostacoli e spesso farsi del male (o farne ad altri senza nemmeno quasi accorgersene). È bene quindi che impari a canalizzare la sua potente energia in modo sano e costruttivo. Perché se non lo fa, tutta quella energia potentissima che spinge dentro di sé, può diventare molto distruttiva per se stesso e per gli altri. L’Ariete evoluto, quello che ha preso consapevolezza delle proprie potenzialità e delle proprie ombre, è un guerriero coraggioso, un eroe impavido che mette le sue qualità genuine al servizio di una causa più grande di sé. È il cavaliere che salva la fanciulla dal drago. Ma prima di fare questo, ovviamente, deve rendersi conto che il primo drago da “gestire” è dentro di sé.
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