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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

 Alessandro Malaspina: il toscano che divenne spagnolo

DiPierluigi Califano

Ott 7, 2023

Alessandro Malaspina, meglio Alejandro Malaspina nacque a Mulazzo, un piccolo paese oggi in provincia di Massa Carrara, in quella  Lunigiana, in cui suo padre, Carlo Morello dei Malaspina dello Spino Secco, era marchese, il 5 novembre del 1754. Sua madre, nipote del viceré di Sicilia, era poco felice di vivere in quel piccolo feudo, per cui la famiglia si trasferì a Palermo nel 1765. Alessandro non seguì i genitori e  fratelli, e fu affidato a padre Antonio Maria De Lugo, che dirigeva il Pontificio Collegio Pio Clementino a Roma. Il giovane Malaspina terminò gli studi nel 1773, ma decise di non intraprendere la carriera ecclesiastica alla quale sembrava destinato. Alessandro era attratto dalla navigazione, dal mare da esplorare e conoscere. Si trasferì a Malta e fece esperienza presso l’Ordine Militare di San Giovanni di Gerusalemme, che era qualcosa di simile alla guardia costiera odierna, solo che cercavano i pirati. Dopo la morte del padre, Alessandro Malaspina si traferì in Spagna, paese in cui  suo zio era di casa, in quanto viceré spagnolo in terra siciliana. Ebbe il ruolo di guardiamarina all’Accademia della Real Marina di Spagna a Cadice, nel novembre del 1774. Nel gennaio del 1775 Alessandro Malaspina ebbe il suo battesimo di fuoco. A bordo della fregata Santa Teresa, venne attaccato dal sultano del Marocco. Dimostrò coraggio e venne nominato alférez de fragata e intraprese il suo primo viaggio oceanico. La missione a bordo della fregata Astrea, arrivò a Manila, possedimento spagnolo, seguendo la rotta di Capo di Buona Speranza. Il viaggio durò due anni e al ritorno, insieme a una promozione, ebbe l’incarico di guidare il vascello San Julian al largo di Gibilterra. Il natante avrebbe dovuto impedire i rifornimenti agli inglesi impegnati nella guerra di indipendenza americana. Carlo III, il re di Spagna si era schierato con gli insorti, probabilmente per le mire espansionistiche degli spagnoli. Nel 1780 Alessandro Malaspina fu catturato dagli inglesi, durante la battaglia ricordata come la Moonlight Battle. Si scatenò una tempesta e grazie alla perizia di Alessandro Malaspina, l’equipaggio inglese riuscì a salvarsi e Malaspina rientrò a Cadice da vincitore. Nei successivi due anni Alessandro Malaspina, divenuto ormai Alejandro, partecipò a numerose missioni, tra le quali l’attacco a Gibilterra e la battaglia di Capo Spartel. Stanco delle guerre, chiese e ottenne di guidare campagne di rilevazioni cartografiche nel Mediterraneo, era il 1785, Malaspina fu coadiuvato dal matematico e astronomo Vicente Tofino. Le preziose scoperte furono e sono importanti per la navigazione in quel tratto di mare. La Spagna, in quel periodo, decise di riconvertire qualche nave della sua flotta a scopi meramente commerciali. Alessandro Malaspina fu incaricato di guidare l’Astrea verso rotte che conosceva molto bene. Doppiò il Capo di Buona Speranza e fece scalo in Cile, poi si diresse verso il Perù e infine le Filippine. Dopo aver caricato la preziosa merce riprese la via di ritorno prima dell’arrivo dei monsoni. Alessandro Malaspina dovette affrontare lo scorbuto che colpì il suo equipaggio e ne causò la morte per 16 membri. L’Astrea rientrò nel porto di Cadice il 18 maggio del 1788, il comandante Malaspina si recò a Madrid per fare il resoconto del lungo viaggio, ormai convinto che il suo ruolo fosse quello di guidare spedizioni di ricerca sulle terre scoperte, avvalendosi di esperti in ogni campo delle scienze umane e sociali. Si può affermare che fu il primo esploratore umanista. Propose al regno di Spagna di intraprendere viaggi che avrebbe accresciuto il prestigio della corona e ne avrebbe fatto il riferimento anche per le altre nazioni europee. Il 30 luglio del 1789 due corvette gemelle, la Descubierta e la Atrevida, salparono dal porto di Cadice. Arrivarono a Montevideo il 20 settembre e iniziarono i rilievi astronomici, geografici e cartografici, oltre le raccolte naturalistiche alle quali Malaspina teneva molto. Salparono verso la Patagonia e poi seguendo la rotta di Cook, risalirono il Pacifico e poi nuovamente verso Lima. Le corvette navigarono per tutto il centro America, le isole Marianne, la Cina, la Nuova Zelanda. Fecero rilievi nelle Falkland e rientrarono a Cadice il 21 settembre del 1794, dopo cinque anni di intense rilevazioni e scoperte in giro per il mondo. Alessandro Malaspina trovò una situazione completamente diversa in Spagna. Carlo IV era diventato re e la rivoluzione francese aveva spazzato via un ramo dei Borbone. Era un contesto talmente fluido che lo stesso Malaspina fu accusato di essere un cospiratore giacobino e imprigionato. Rimase in carcere fino al 1802, quando, per intercessione di Francesco Gravina e Napoleone, fu liberato e costretto all’esilio perpetuo. Rientrò in Italia, a Genova, nel 1803 e decise di stabilirsi a Pontremoli, nella terra in cui era nato. Si interessò alla politica e venne in contatto con i circoli intellettuali milanesi e studiò un meccanismo di esazione dalle tasse per le popolazioni della Lunigiana, il suo luogo del cuore. Alessandro Malaspina morì a Pontremoli il 9 aprile del 1810, certamente sentendosi amareggiato dal trattamento degli spagnoli e lasciando un’eredità morale e civile di un grande toscano. I Malaspina regnarono sulla Lunigiana e su Massa e Carrara dal ‘200 al ‘500 e poi ancora, dopo la fusione con i d’Este, fino all’800. La Lunigiana è disseminata di castelli dei Malaspina e a Massa, Carrara e Fosdinovo ci sono i manieri più famosi.