Buongiorno a tutti, chi vi parla non è un grande scrittore, nè un politico di professione, ma soltanto un umile ponte che si rivolge alla comunità con la speranza che si faccia promotrice e sostenitrice di un progetto che lo faccia riappropriarsi delle funzioni per cui fu edificato.
Eravamo alla fine del secondo millennio, quando l’amministrazione comunale di Carrara decise, a mio avviso molto opportunamente, di collegare il centro città con il Parco della Padula costruendo un apposito ponte in legno, che avrebbe permesso ai cittadini, con una piacevole passeggiata in mezzo al verde, di recarsi al parco per visitare il museo o sostare nei prati facendo giocare i bambini.
Fui inaugurato in pompa magna nel 2002, in concomitanza con la Biennale di Scultura: tutto lasciava presagire, insieme alla grande utilità, la gioia di grandi e piccini e soprattutto mia nel sentirmi attraversato in ogni momento della giornata da folle festanti, soprattutto nelle belle giornate e durante le stagioni estive per sfuggire alla calura dell’asfalto e del cemento. Ricordo che per consentire il godimento di tanta natura anche a persone disabili, fu subito costruito un apposito ascensore, guarda caso mai entrato in funzione.
A questo punto entra in scena il “sogno”, definito anche “pensiero notturno” o come sosteneva Freud “il luogo del rimosso”. Sì, perché io cominciavo a sognare di notte ciò che mi frullava in testa di giorno. Conoscendo le vicende umane, soprattutto quelle legate alla mia città, non mi sentivo tranquillo, ero costantemente pervaso da un triste presagio. Purtroppo il sogno, frutto della mia coscienza, si trasformò in realtà: in breve tempo passai nel dimenticatoio, di conseguenza l’incuria mi rese inagibile e l’alluvione del 2014 fece il resto.
Tuttavia non arrendiamoci, datemi la vostra solidarietà, fate sentire la vostra voce, per il bene comune e per un forte senso di libertà, ma anche per dire basta allo spreco delle risorse.