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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Paolo Rossi: un ragazzo come noi

DiPierluigi Califano

Set 23, 2023

Raccontare di chi sia stato Paolo Rossi, per la nostra generazione, quella dei ragazzi del 1982, è narrare di una parte di noi. Paolo nacque a Prato il 23 settembre del 1956. Iniziò a giocare a calcio nella squadra del Santa Lucia, una frazione di Prato. All’età di sedici anni fu acquistato dalla Juventus e il suo trasferimento a Torino fu ostacolato dai genitori, delusi dall’esperienza del fratello maggiore di Paolo, Rossano, che era stato scartato dai bianconeri. Paolo si trasferì nel capoluogo piemontese e fece la trafila delle giovanili. Essendo molto fragile si ruppe il menisco per tre volte in due anni e malgrado tutto riuscì a esordire nel maggio del 1974 accanto a compagni come Dino Zoff e Franco Causio, con i quali avrebbe condiviso grandi vittorie. L’anno successivo fu ceduto al Como e non fu una stagione particolarmente brillante. La Juventus credeva ancora in lui e convinse il Lane Rossi Vicenza ad acquistarlo in comproprietà. Fu la fortuna di Paolo Rossi, del Vicenza e forse del calcio italiano. Il tecnico dei biancorossi, Giovan Battista Fabbri, lo trasformò da ala in attaccante centrale, uno da ultimi 16 metri. Nel suo primo anno con il Vicenza vinse il titolo di capocannoniere e contribuì alla promozione della squadra veneta in Serie A. L’esordio nella massima serie fu difficile, poi il L.R. Vicenza prese a macinare vittorie e Paolo Rossi a segnare goal che lo confermarono capocannoniere anche in Serie A. Le prestazioni valsero a Paolo Rossi la convocazione ai mondiali in Argentina nel 1978. Quella stessa estate il suo cartellino fu conteso alle buste dal Vicenza e dalla Juventus, l’offerta più alta fu quella dei veneti del presidente Farina, Rossi restò alla corte di Fabbri. Nella stagione successiva Paolo Rossi si infortunò nuovamente al ginocchio e i suoi 15 goal non valsero la salvezza al Vicenza. Quello che accadde durante il calciomercato del 1979, delinea quello che era il carattere di Paolo Rossi. La sua cessione al Napoli era praticamente chiusa e Paolo rifiutò a causa della sua riservatezza: avrebbe sofferto troppo il calore esuberante dei napoletani, per cui scelse il Perugia, che l’anno prima era arrivato  secondo alle spalle del Milan campione. Paolo Rossi segnò 13 goal, ma il Perugia non fu in grado di ripetere la stagione straordinaria del secondo posto. Il 1980 fece da spartiacque nel calcio. Paolo Rossi fu coinvolto nello scandalo scommesse e squalificato insieme ad altri giocatori. Pensò di smettere tanto era la delusione per essersi fidato di un suo compagno di squadra che gli aveva teso una trappola con dei loschi personaggi. Nel 1982 terminò la sua squalifica. Nel frattempo era stato acquistato dalla Juventus, quindi, tornò a giocare in tempo per festeggiare lo scudetto ed essere convocato da Enzo Bearzot per i mondiali in Spagna. Eccoci alla nostra estate, di quel mondiale che vincemmo senza essere favoriti, quella in cui Paolo Rossi divenne capocannoniere e varcò i confini nazionali ed europei. Divenne il simbolo di una squadra irripetibile, di un momento storico suggellato dall’esultanza di Sandro Pertini, che rimane nei nostri cuori. Di ritorno da quella storica vittoria, Paolo Rossi continuò a inanellare successi con la Juventus. Vinse un altro scudetto, una coppa Italia, la Coppa dei Campioni nella tragica notte di Bruxelles e la Coppa Intercontinentale con un Platini stratosferico. In bianconero visse anni agrodolci. Veniva spesso sostituito e pensò nuovamente di smetterla con il calcio giocato. Passò al Milan, che nel frattempo era stato acquisito dal suo presidente ai tempi del Vicenza, Giussy Farina. A Milano si infortunò nuovamente. Rientrò per siglare la vittoria nel derby con l’Inter e qualche altro lampo di una classe che sembrava scemare. Chiuse la sua carriera a Verona, nello scambio che portò Giuseppe Galderisi al Milan. Nella città scaligera giocò di rado, sempre a causa degli infortuni sempre più continui. Alla fine di quella stagione decise di smettere per seguire le sue attività. Paolo Rossi mise la sua competenza al servizio di varie emittenti sportive, sempre con preparazione ed equilibrio. È stato sposato da giovane ed ha avuto un figlio da Simonetta, una ragazza conosciuta a Vicenza. Si risposò con Federica Cappelletti, una giornalista dalla quale ebbe due figlie. Un brutto male ha portato via il sorriso di Paolo Rossi nel dicembre del 2020. Paolo Rossi è stato un grande campione, un uomo garbato, un grande comunicatore, ma soprattutto rimane quel ragazzo del 1982, quel ragazzo come noi.