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Diari Toscani

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Firenze: la festa della rificolona

DiSilvia Meacci

Set 6, 2023

“Ona ona ona, ma che bella rificolona, la mia l’è coi fiocchi e la tua l’è coi pidocchi…”. Così recita la canzoncina della rificolona, che molti fiorentini intonano per la festa del 7 settembre. Stiamo parlando di una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi, forse verso la metà del seicento. La rificolona è una lanterna con una candela. È di cartapesta, di svariate forme e colori ed è agganciata ad un bastone così come era in origine: appesa a pertiche o canne, di stoffa o di carta e vi si facevano bruciare candele di sego.  Serviva ai fedeli e ai venditori che, nella notte,  illuminandosi il cammino, dal vicino contado procedevano per raggiungere Piazza Santissima Annunziata a Firenze, dove si svolgeva una grande fiera e una messa in onore alla Madonna.  Il 7 settembre è infatti la vigilia della nascita di Maria. La fiera era chiamata “fierucolona“, appellativo dal quale è nato il nome “rificolona” per indicare le lanterne. Ma non solo: il termine era usato anche per le donne goffe e sgraziate della campagna,  derise dai giovani fiorentini, sempre propensi alla critica e al dileggio. I cittadini prendevano in giro soprattutto le contadine grasse e formose, tanto che ancora ai nostri tempi si usa dire:”È una rificolona”per intendere una persona giunonica e malamente agghindata.

Tuttora, la notte del 7 settembre in piazza Santissima Annunziata si radunano tantissime persone che esibiscono le loro rificolone. Oggi si possono comprare, ma in tanti si dilettano a costruirle e, dopo la benedizione dell’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, le rificolone più belle vengono premiate. Nel pomeriggio una processione di fedeli parte dal Santuario dell’Impruneta, raggiunge Piazza della Signoria, si fonde con il Corteo delle Rificolone e si unisce sull’Arengario al Gonfalone di Firenze, alla presenza del presidente del Consiglio comunale Luca Milani. Tutti insieme si recano nella piazza famosa per il culto mariano, la Santissima Annunziata, nella cui chiesa si celebrerà la messa.

È una festa soprattutto amata dai bambini, ma anche dai grandi, ammaliati dal fascino dei colori e delle luci di rificolone ondeggianti e vaporose. Fino a pochi anni fa, c’era l’usanza di colpirle con palline di stucco o pirulini di carta, sparati da cerbottane. Era un grande divertimento per i ragazzini,  impegnati in una animata battaglia mirata a spegnere o far incendiare le rificolone. Di solito, le ragazzine o i bambini più piccoli portavano in giro le rificolone e i maschi le prendevano come bersaglio. Oggi è vietato sparare con le cerbottane, visto che in passato si sono verificati non pochi spiacevoli incidenti, in cui accidentalmente sono stati feriti gli occhi dei bambini o dei presenti. La rificolona è festeggiata in centro a Firenze, dunque, ma  anche capillarmente in tutti i quartieri del capoluogo toscano. Fierucole, giochi e attrazioni sono pure organizzati dai comuni della campagna circostante. Ovunque varie proposte di divertimento. Si va dai mille laboratori per la creazione delle rificolone a processioni parallele, sfilate di carri e lanterne.

Il quartiere 4 di Firenze propone ai bambini “Letture sotto la quercia e laboratorio di costruzione di una Rificolona“e concerti itineranti per le strade con musica per grandi e per piccini. Non si perde l’occasione di festeggiare anche a tavola, con cene conviviali, nei giardini delle case del popolo, nei circoli creativi culturali o dei pensionati. Il quartiere 3 organizza il corteo che alle ore 20 si ricongiunge con i fedeli che arrivano dall’Impruneta, dopo aver percorso circa sedici chilometri fino ad arrivare a Firenze.