Si parte per la vacanza alla volta di una città europea. Il volo decolla alle nove del mattino da Roma Fiumicino, quindi dobbiamo arrivare qualche ora prima. Parcheggiata la nostra auto, una navetta ci porta in aeroporto. Malgrado sia molto presto, il simpatico autista ha il condizionatore sulla posizione Antartide: c’ è qualcuno che indossa il piumino. Arriviamo alle partenze internazionali, dove veniamo scongelati e abbattuti come il salmone nei ristoranti giapponesi. C’è molta gente che sta partendo e ci divertiamo ad osservare come sono abbigliati. Non resistiamo e ad alcuni consigliamo di accedere la luce quando si vestono. Decolliamo con qualche minuto di ritardo e, appena arrivati in quota, sull’aereo tentano di venderci di tutto. Si va dai gratta e vinci ad una boiserie del settecento. Una signora acquista una multiproprietà in Kazakistan, poi chiede dove si trovi il Kazakistan. Atterriamo e seguiamo le indicazioni per il ritiro dei bagagli. Non sono molto chiare e in effetti attendiamo invano, fino a quando veniamo colti dal leggerissimo dubbio di essere nel posto sbagliato, come accade spesso nella vita. Nel frattempo il nostro autista ci invia una foto del suo faccione in primo piano con la posizione nella quale ci attende. Dopo aver percorso la maratona di New York e imprecato in aramaico antico, troviamo i bagagli e raggiungiamo il nostro autista faccione. Nel tragitto ci decanta le meraviglie della città: credo sia stipendiato dalla pro loco. Arriviamo in albergo e dopo aver poggiato i bagagli in camera usciamo alla scoperta di questa metropoli spagnola. La sera mangiamo la classica paella e veniamo aggrediti dal molto aglio che si trova in tutte le pietanze. Saranno giorni intensi pieni di arte, letteratura e credo belle persone.