La cicoria selvatica è una delle piante spontanee commestibili più comuni. Fa parte della tradizione popolare e contadina ed è molto diffusa nei prati, nei giardini, lungo i bordi delle strade e nei campi incolti È piuttosto facile da riconoscere per chi vuole raccoglierla, soprattutto quando è in fioritura, grazie ai suoi splendidi fiori celesti, anch’essi commestibili, inoltre ha foglie seghettate che terminano a forma di punta di freccia, mentre la rosetta basale è ampia e ricca di foglie robuste e ruvide, leggermente pelose e dentate, con una nervatura centrale molto marcata, mentre il gambo della pianta, in genere, è rossiccio. Possiamo definire la cicoria come l’amica del fegato, perché ha la proprietà di aiutare l’eliminazione della bile. Alcuni studi hanno anche messo in evidenza le sue proprietà ipoglicemizzanti. Sembrerebbe che la cicoria sia in grado di abbassare i valori dello zucchero nel sangue e potrebbe essere utilizzata come coadiuvante degli ipoglicemizzanti orali o dell’insulina, anche se non può esserne considerata il sostituto. Infine l’applicazione locale delle foglie bollite aiuta a risolvere ulcere cutanee e contrasta l’insorgenza dei foruncoli. Della cicoria selvatica si utilizzano le radici, le foglie, gli steli teneri e i fiori. La raccolta si fa in diversi periodi dell’anno, a seconda dello stato vegetativo. Le radici, che vengono raccolte da settembre a ottobre, da piante a fine ciclo di fioritura, hanno numerosi principi attivi, quali: colina, sostanze amare, insulina, potassio, ferro, calcio. A queste, se usate sotto forma di decotto o sciroppo, vengono riconosciute proprietà diuretiche, depurative, ipoglicemizzanti, colagoghe. Le foglie vengono raccolte quando sono più tenere, nell’autunno del primo anno o a inizio primavera. Si utilizzano in infuso e hanno proprietà toniche, stimolanti delle funzioni digerenti e del fegato, diuretiche e leggermente lassative. Con queste si può preparare anche un succo fresco mescolandolo con aceto e olio di rose, che, frizionato sulle tempie, aiuta a combattere il mal di testa.
Nei tempi passati la cicoria selvatica era una risorsa alimentare importante, perché si poteva consumare sia cotta, che cruda. Numerosi sono, ancora oggi, gli utilizzi della cicoria selvatica in cucina. La radice, si può lessare assieme agli altri erbi oppure, se raccolta tenera, si può anche mangiare cruda in insalata al pari delle tenere foglie. Una curiosità: durante la guerra in Italia non arrivava il caffè per cui si usava la radice di cicoria come surrogato. Una volta raccolta e pulita dalla terra, la radice veniva tagliata per lungo e messa ad essiccare in piccoli pezzettini in un forno a legna. La tostatura la si faceva molto lentamente per non correre il rischio di bruciare le radici. Una volta essiccate si macinavano i pezzettini nel classico macinino a manovella e si utilizzava la polvere ottenuta al posto del caffè.