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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Don Lorenzo Milani: I care of you

DiPierluigi Califano

Lug 22, 2023

Il percorso della breve vita di Don Lorenzo Milani racchiude mille esistenze. Nacque a Firenze, il 27 maggio del 1923 da una famiglia agiata con la passione per la letteratura e le arti. I suoi genitori erano agnostici e anticlericali, la madre era di origine ebrea. Nel 1930, a causa della grave crisi economica, la famiglia si spostò a Milano e i genitori di Lorenzo furono costretti a sposarsi con rito cattolico e far battezzare i figli. Fin da ragazzo, la formazione culturale di Lorenzo fu elevata. Sua madre era stata allieva di James Joyce, infatti Lorenzo parlava inglese, francese, tedesco e spagnolo e conosceva il latino e l’ebraico. Praticamente, l’esatto contrario di un  attuale concorrente di Temptation Island che non parla neppure l’italiano. Tornando a Lorenzo Milani, si diplomò al liceo ginnasio Giovanni Berchet di Milano nel maggio del 1941. Decise di non iscriversi all’università, come avrebbero voluto i suoi genitori. Si appassionò alla pittura e si iscrisse all’Accademia di Brera, dove ebbe come insegnanti Achille Funi ed Eva Tea, che lo introdusse all’arte sacra e alla liturgia. Forse a causa di una delusione d’amore per una ragazza dai capelli rossi, conosciuta a Brera, che fu sua complice nell’opposizione al regime fascista, decise di prendere i voti nel 1942. Frequentò l’Accademia di Brera solo per un anno, periodo in cui ebbe un’altra quasi relazione con Carla Sborgi, che diede il colpo di grazia alle velleità amorose di Lorenzo, che decise, definitivamente, di entrare in seminario. Nel 1943, finita la guerra, la famiglia Milani lasciò Milano per tornare a Firenze. Nello stesso anno Lorenzo si convertì al Cattolicesimo e ricevette la cresima. Incontrò don Raffaele Bensi che fu il suo padre spirituale e gli fece incontrare Cristo, come lui stesso scrisse qualche anno dopo. Alla fine di quello stesso anno, entrò in seminario e iniziarono gli scontri con la Chiesa e la curia che Lorenzo vedeva troppo lontane dalla sincerità del Vangelo. Fu ordinato sacerdote il 13 luglio del 1947 e il suo primo incarico fu quello di vicario a Montespertoli. Successivamente Lorenzo Milani fu mandato a San Donato di Calenzano e si trovò davanti a una nuova esperienza popolare, venendo in contatto con le masse operaie. In quel periodo formativo scrisse: Esperienze Pastorali, un trattato sociologico dell’Italia degli anni cinquanta vista attraverso la vita di una parrocchia di periferia. Lorenzo che nel frattempo era diventato Don Lorenzo Milani, continuò i suoi screzi con la Curia di Firenze, che lo riteneva troppo sincero e, soprattutto, troppo vicino agli emarginati. Per questo motivo  spedito a Barbiana, una frazione di Vicchio nel Mugello. Non sapevano che quello era il terreno ideale per le idee di uguaglianza e inclusione che il sacerdote aveva in mente. Don Milani fu l’artefice della scuola a tempo pieno, che avrebbe istruito coloro che non avevano mezzi per accedere alla scuola ordinaria. Nel suo ideale di istruzione, ognuno avrebbe dovuto avere la possibilità di arrivare al grado più alto, una scuola inclusiva e non selettiva. Fece dei corsi di scrittura collettiva, sostenendo con convinzione che chi sapeva di più doveva condividere con chi non era ancora arrivato ad avere un’istruzione adeguata. Ovviamente, come tutte le innovazioni, la scuola di Don Milani venne osteggiata dal mondo della chiesa e anche da quello laico, che, in realtà, avrebbe dovuto essere partecipe degli ideali professati da Lorenzo. Probabilmente non sapeva che adottando il motto inglese “I care”, ossia mi importa di te, ti ho a cuore, avrebbe cambiato la comunicazione politica e religiosa per gli anni che sarebbero arrivati. Don Milani abolì qualsiasi punizione corporale, pratica ammessa dalla scuola pubblica e ancor più da quella cattolica privata e propose la figura del professore amico, quella forma pedagogica che fu invisa all’epoca dalla società italiana chiusa e retrograda. L’insegnamento di Don Milani è oggi forse troppo applicato nella scuola moderna, per cui siamo passati dal lato opposto della disciplina che l’istituto pedagogico voleva divulgare nel paese. Don Lorenzo Milani ha cambiato radicalmente l’approccio all’insegnamento e il suo essere francescano, quel bisogno di tendere una mano agli ultimi, ha spesso messo in imbarazzo il Vaticano. Barbiana divenne il punto di riferimento per le contestazioni studentesche. Don Lorenzo Milani diventò il simbolo della lotta di classe per l’accesso all’istruzioni di tutti gli strati sociali. Il suo impegno per i ragazzi figli dei contadini della montagna toscana si interruppe il 26 giugno del 1967. Morì a 44 anni a causa di un linfoma di Hodgkin. Durante la sua malattia volle accanto i suoi studenti perché imparassero cosa fosse la morte. Negli ultimi istanti della sua vita gli tenne la mano Carla Sborgi, la sua quasi fidanzata che gli era rimasta accanto per tutta la sua breve vita. Don Lorenzo Milani è stato più un insegnante e un pedagogo che un religioso. Ha applicato gli insegnamenti di Cristo come forse la Chiesa ha dimenticato ed ha cambiato il metodo scolastico italiano negli anni che vennero dopo la sua morte.