Se è dunque vero che “L’abito non fa il monaco“, a maggior ragione l’abito non farà colui che del monachesimo è considerato il fondatore. Parlo di quel Sant’Antonio Abate che dà il nome ad una delle località della nostra Carrara, e che potete trovare presso il Civico 231 di Via Carriona, in forma di bassorilievo. Un uomo che, in quel proverbio, doveva crederci davvero, visto che è sempre ritratto (ed anche in questo caso) con un campanaccio in mano ed un maiale che lo segue come un fedele cagnolino. Eh già…decisamente “L’abito non fa il monaco“! Quindi, sull’onda di piena di questa verità, anche la costruzione che potete trovare in direzione mare, pochi metri dopo il bassorilievo del santo, può essere un altro fulgido esempio di quanto vado dicendo. Essendo egli nativo dell’Egitto dei faraoni, fu proprio sulla tomba di Sant’Antonio, a circa 160 chilometri dal Cairo, che venne edificato quello che è considerato il più antico monastero cristiano al mondo. E se non avete voglia di spararvela fin laggiù, sappiate che, nell’omonima località carrarina, oltre che Sant’Antonio stesso, potrete trovare anche la chiesa eretta sulla sua sepoltura, da cui poi si è sviluppato tutto quanto il suo suddetto monastero. E se comparate le immagini che vi allego, vi renderete conto che la somiglianza c’è tutta😄.
Sant’Antonio in Carrara e la parte di Via Carriona che attraversa quella località si vestono dunque di egizia e sacrale importanza, perchè, ora come allora, “L’abito non fa il monaco………ma lo veste😄”.