Tradotta in italiano, la parola goodwill, significa buona volontà, ma in altri contesti può anche voler dire benevolenza, gratitudine. Io preferisco la seconda ed alla fine di questa storia sono sicuro che tutti sarete d’accordo con me.
Nonostante l’armistizio fosse stato firmato il 3 settembre 1943 fu reso noto solo cinque giorni dopo e quello che accadde lo abbiamo imparato tutti sui banchi di scuola o dai racconti dei nostri nonni. Nulla fu, però, detto a sei paracadutisti delle S.a.S. inglesi che, nella notte del 7 settembre, furono lanciati quasi alla cieca da un’altezza di circa 2200 metri. Atterrati nei pressi di Tresana, in località Barbarasco, si divisero subito in tre coppie, con il proposito di ritrovarsi nello stesso posto dopo una settimana, per poi tornare al proprio Comando oltre la linea Gustav. L’obiettivo principale era quello di sabotare le linee ferroviarie a nord di La Spezia. Il Sottotenente Wedderburn ed il Caporale Challenor, si diressero a ovest e furono i primi a ritornare: li ritrovò esausti, in un canale, un contadino del posto, Pietro Massimo Petriccioli, che li ospitò, li rifocillò e li rimise in sesto, tanto che due giorni dopo ripartirono a piedi verso sud, camminando lungo i crinali degli Appennini. Furono entrambi catturati, ma in momenti diversi e mentre Wedderburn vide la fine della guerra in un campo di prigionia tedesco, Challenor scappò per ben due volte: la prima travestito da donna e la seconda a piedi nudi, riuscendo finalmente a passare il confine nell’aprile del 1944.
La seconda coppia formata dal Capitano Dudgeon e dall’artificiere Brunt, inizialmente diretta verso nord, tornò al punto di rendez-vous subito dopo Wedderburn e Challenor e fu ospitata ancora una volta dal Petriccioli. I due ripartirono una settimana dopo per controllare la strada tra Aulla e Pontremoli ed è proprio lì che la sera del 30 settembre, nei pressi della località Santissima Annunziata, tesero un’imboscata ad un veicolo tedesco. Eliminati gli occupanti, si diressero verso Parma, lungo la strada della Cisa, con l’intento di eliminare il Generale Rommel, che, si vociferava, fosse proprio in quella città in quei giorni. La stessa sera furono catturati ad un posto di blocco in cima al passo. Furono subito interrogati ed il giorno dopo, verso mezzogiorno, vennero fucilati; i loro corpi vennero sepolti in una fossa comune nelle vicinanze. Per ritorsione verso l’imboscata subita, i tedeschi rastrellarono trentatré persone a Pontremoli e nelle frazioni vicine, deportandole a Santo Stefano di Magra dove il loro destino sarebbe stato tristemente segnato. Solo grazie all’intercessione di Rommel stesso, le loro vite furono risparmiate dietro il pagamento di una multa di 30000 lire da parte del comune di Pontremoli.
La terza coppia formata dal Sergente Scelto Foster e dal Caporale Shortall si diresse ad ovest, ma la sfortuna li fece incappare in un bivacco tedesco e furono catturati a Ponzano Magra, in località la Foce, oggi facente parte del comune di Santo Stefano Magra. Furono inizialmente trasportati nella fabbrica di ceramiche Vaccari, dove furono interrogati, senza che però i due rilasciassero alcuna informazione. Non avendo i nazisti celle per custodire i prigionieri, i due commandos furono trasportati nella vicina caserma dei Carabinieri che, armi puntate, furono costretti a detenerli fino al giorno dopo, quando furono portati nel bosco a qualche centinaio di metri di distanza. Uno dopo l’altro furono legati ad un albero e uccisi da un plotone di esecuzione tedesco. Hitler stesso aveva dato ordine di uccidere tutti i commandos che fossero stati catturati e di seppellire i loro corpi in tombe non segnate, in modo che né la Croce Rossa, né i loro parenti avessero potuto un giorno ritrovarli. Oggi in quello stesso punto esiste un cippo per ricordare la morte delle due giovani S.a.S. inglesi.
Ho avuto la fortuna di poter conoscere questa ed altre storie simili, grazie all’amicizia col professor Frederick McGlade, storico della seconda guerra mondiale, oggi residente a Fivizzano e con il King Counselor Brian Lett, autore del libro “Rossano, a valley in Flames” nel quale narra le vicende del padre, il Maggiore Gordon Lett che, dal suo nascondiglio a Zeri, coordinò le battaglie partigiane per la liberazione della Toscana specialmente nella zona tra Pontremoli e La Spezia.
Le vicende dell’operazione Goodwill sono invece citate in un altro libro sempre scritto da Lett: “S.a.S. in Tuscany 1943-1945”.
Leggere per conoscere la verità di ciò che accadde in quei giorni, leggere per sentire la storia raccontata direttamente da chi la vide e la visse, leggere per ricordare, per non dimenticare, per tramandare e come vi avevo detto all’inizio di questo articolo, per dimostrare gratitudine verso chi la nostra libertà l’ha pagata con la vita.