Riflettevo giusto ieri sugli incredibili nomi delle professioni in questa nostra buffa epoca. “Machine Learning”, “Project Engineer”, “Digital Project Manager”, “Data Scientist”, “Cyber Security Analyst”, “Legal Consultant”, “Social Media Manager e Content Creator”, “Talent Acquisition Specialist“, fino ad arrivare al rabbrividente, ma gettonatissimo, “Influencer” (spesso con altro termine anglofono strettamente associato). Insomma, quelle tipiche definizioni che, se usate in risposta alla domanda “che lavoro fai?”, ti lasciano intatto ed intonso il dubbio a riguardo. E quindi? ….e quindi, ACQUA!
È stato, infatti, nell’abbeverarmi ad una certa fontana della nostra Carrara, che ho potuto fare una piccola celebrazione dei lavori di una volta, quando uno tagliava la legna e quindi era un “Taglialegna“; quando uno seminava il campo e faceva il “Seminatore“; quando uno tirava su un muro ed era un “Muratore“; quando uno maneggiava i metalli ed era un “Metalmeccanico“. Tutti i lavori sono onorevoli, allora come ora, ma se li si chiamasse in base a quello che effettivamente sono, sarebbe meglio per tutti, a mio avviso. Almeno, ci si capirebbe meglio😄.
Pertanto, qualora lo vogliate, andate anche voi a farvi una sorsata d’acqua a quella fontana, che, a vostra volta, scoprirete contornata da piccoli bassorilievi di marmo che celebrano le più svariate professioni. E se non avete ancora capito di che fontana si tratta, puntate senza indugio l’incrocio tra Corso Rosselli e Via Cavour e la troverete. E, nell’ingollarne l’acqua, mentre ammirate la suddetta celebrazione del lavoro, capirete quel che intendo dire. Un concetto che il film “Giulietta Degli Spiriti“ aveva già espresso, a suo tempo, molto meglio di me: “Acqua. Quando voglio qualcosa di assolutamente puro, qualcosa di sincero, chiedo sempre l’acqua. C’è tanto bisogno di cose semplici per vivere, di cose che non ne nascondono altre. L’acqua è come uno sguardo che non nasconde nulla”.
Foto di Marco Germelli: La fontana della Moretta Carrara