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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Lorenzo Ghiberti: il lato internazionale del rinascimento

DiPierluigi Califano

Lug 1, 2023

Narrare della nascita di Lorenzo Ghiberti è come descrivere una serie televisiva con grandi colpi di scena e intrecci assurdi tra padri, madri e figli. Dovrebbe essere nato nel 1378 a Firenze o forse a Pelago. Suo padre potrebbe essere stato Bartolo di Michele e sua madre monna Fiore. Oppure suo padre potrebbe essere stato Cione di ser Bonaccorso Abatini, che era a sua volta figlio di un notaio. In ogni caso Lorenzo Ghiberti crebbe a Firenze e, giocando sull’equivoco, si formò nella bottega di Bartolo di Michele che era un orafo, pur affermando di essere figlio di Cione, forse per convenienza economica. In quegli anni le botteghe orafe formavano quasi tutti gli artisti. Insieme a Lorenzo Ghiberti, passarono dalla bottega di Bartolo: Donatello, Brunelleschi e Luca della Robbia. All’inizio del 1400, Lorenzo Ghiberti si recò a Pesaro, invitato dai Malatesta. Con un collega, fu incaricato di dipingere una stanza in un palazzo medievale, che, purtroppo, è andata distrutta. Nel soggiorno a Pesaro gli arrivò l’invito a partecipare al concorso per la porta nord del Battistero di Firenze. Lorenzo Ghiberti si liberò dall’impegno con i Malatesta e nel 1401 si mise al lavoro con una formella da presentare al concorso. L’opera rappresentava il Sacrificio di Isacco e oggi è conservata al Bargello. Nel 1403 vinse il concorso a pari merito con Brunelleschi che rifiutò l’incarico, mentre Lorenzo Ghiberti accettò con entusiasmo, iniziando a delineare il carattere gotico internazionale misto ai tratti ellenici. Il portale del Battistero fu dedicato al Nuovo Testamento ed era composta da 28 formelle disposte su sette file, con episodi della vita di Cristo e la Natività. Il lavoro durò per oltre venti anni e in quel periodo Lorenzo Ghiberti si dedicò alla creazione della tribuna di Santa Maria in Fiore. Nel 1412 eseguì il San Giovanni Battista per la nicchia esterna della chiesa di Orsanmichele, un’opera decisamente di carattere internazionale con il recupero della tecnica della fusione a cera. Nel 1415 Lorenzo Ghiberti sposò Marsilia di Luca e nel 1417 nacque suo figlio Tommaso e l’anno successivo Vittorio. Lorenzo Ghiberti lavorò a due formelle bronzee per il fonte battesimale del Battistero di Siena e nel 1420 il San Matteo per la nicchia esterna della chiesa Orsanmichele. Negli stessi anni si  adoperò per la Sagrestia di santa Trinità per Palla Strozzi. Fu una delle sue poche opere come architetto e risentì del suo modo eclettico di vedere l’arte. Si trattava di un portale a tutto sesto con finestre a stretti archi a sesto acuto, una declinazione unica dei progetti architettonici. Nel 1423 ricevette la sua prima commissione e il conseguente contatto con Roma. L’occasione fu una mitria per papa Eugenio IV. Un’altra evoluzione dell’arte di Lorenzo Ghiberti ci fu nel 1428. Lavorò per la lastra tombale di Leonardo Dati per il Duomo di Firenze. Lo stile rinascimentale e il tratto naturale con l’effige del monaco domenicano, ne fecero un capolavoro che si potrebbe rapportare al verismo di Verga o al cinema neorealista. Durante la sua vita Lorenzo Ghiberti ha redatto i Commentari, una specie di diario sul quale annotava le sue opere e i viaggi intrapresi. Grazie a tale diario, riusciamo a sapere che lavorò, insieme a Brunelleschi, per risolvere il problema strutturale della cupola del Duomo di Firenze. Sappiamo che tornò a Roma per soggiornarvi ed arricchire le sue opere dei dettagli neoattici e il dettaglio per il panneggio. Si possono ammirare tali conoscenze nell’arca dei tre Martiri e l’arca di san Zenobi, due reliquiari funebri. Tornò a Firenze per fornire i disegni delle vetrate di santa Maria del Fiore. Eseguì un tabernacolo argenteo per il battistero e lo sportello del ciborio di Sant’Egidio. Nel 1435 Cosimo de’ medici, appena tornato dall’esilio fu protagonista delle formelle di Lorenzo Ghiberti, paragonandolo a Giuseppe tradito dai suoi fratelli. Le suddette formelle andarono a comporre la porta est del Battistero, quella denominata da Michelangelo: La porta del paradiso. Osservando l’opera si possono ammirare cesellate le storie di Caino e Abele, l’Incontro di Salomone con la regina di Saba, il già citato Sacrificio di Isacco. Nel 1447 si ritirò dalla vita artistica dedicandosi alla stesura dei Commentari con i quali si è riusciti in parte a comprendere la sua esistenza. Lorenzo Ghiberti morì il primo dicembre del 1455 lasciando una cospicua eredità finanziaria ed artistica. Riposa nella Basilica di Santa Croce a Firenze con la quale si accordò prima della sua dipartita per esservi sepolto. Lorenzo Ghiberti è stato uno scultore, un orafo, un architetto e uno scrittore, degno di essere nel Pantheon dei grandi artisti rinascimentali.