Una seconda edizione che ha ampiamente confermato e superato il successo della prima: il Chianti Natural Festival 2023, che ha aperto i battenti venerdì 23 giugno, può già fare un bilancio in positivo sia per la varietà dell’offerta all’insegna della valorizzazione del Chianti e del rispetto dell’ambiente, sia per la perfetta organizzazione dell’evento. Intorno alle mura del suggestivo borgo di Radda in Chianti si sviluppa la teoria di stand dei più svariati prodotti artigianali e non solo seguiti da quelli in cui i visitatori possono fare degustazioni dei migliori vini locali e trovare perfette grigliate di carne e ottimi piatti di pasta.
Tra i prodotti di produzione locale, la birra del Chianti prodotta da Chianti Brew Fighters, dal nome originalissimo e intrinsecamente toscano: La bestemmia. “La produzione della nostra birra – spiega Mattia Bianchi – avviene nella fabbrica a La Villa, una frazione di Radda in Chianti ed è fatta da tre mastri birrai. Abbiamo vari stili: dalle birre più luppolate, che sono di ispirazione più americana, a birre di ispirazione belga, in bottiglia in cui prevalgono i lieviti, a birre classiche tedesche lager, cioè birre bionde a bassa fermentazione, con luppolatura minore e con prevalenza di malti”. Mattia Bianchi spiega anche l’origine del nome della birra del Chianti: “Abbiamo preso ispirazione dalla parlata toscana, giocando in maniera un po’ sarcastica con la religione. La figura disegnata sulle lattine fa un gesto con la mano che, in epoca medievale, equivaleva a inveire contro la divinità, ma non è Gesù Cristo: ognuno può vederci quel che vuole. La prima birra belga ambrata è stata chiamata La Bestemmia, poi sono arrivate le altre con i nomi di Bestemmietta, La Vergine, L’esorcista e il Bestemmiator. Le nostre birre si possono trovare nel beer shop che abbiamo a Radda in Chianti, dove abbiamo sia le spine che le bottiglie o in molti ristoranti e pub italiani con cui collaboriamo”.
Poco più avanti c’è lo stand delle Api del Chianti. L’apicultore Mirko Franchi, titolare delle api di Gaiole in Chianti, racconta: “Sono api che vivono nel territorio del Chianti, che è molto difficile per la produzione di miele. Noi, infatti, non produciamo enormi quantità di miele, ma cerchiamo di trovare situazioni o posti molto vergini in cui nessuno ha ancora provato a portare delle arnie e cerchiamo di valorizzare il territorio seminando delle mellifere che aiuteranno poi le api a produrre miele diverso rispetto alle altre parti. Nel Chianti c’è una grande varietà di fiori da marzo a settembre e questo consente di avere prodotti di eccellenza. Qui, principalmente, facciamo un millefiori di campo: il millefiori toscano del Chianti è molto privilegiato per la ricca quantità di fiori a cadenza. Ha sapori molto importanti e unici nel suo genere. Il miele di castagno, invece non viene mai in purezza ma è sempre misto ad altri fiori. La nostra è una ditta a conduzione famigliare. Per lo più vendiamo nel territorio, negli agriturismo e lo proponiamo ai turisti, raccontando la vita dell’ape, e questo rende ancor più interessante il prodotto”. Mirko Franchi è arrivato all’apicultura dopo un percorso in altre professioni, perché un signore di Gaiole gli ha trasmesso la passione: “Io poi ho approfondito con corsi sulle tante sfaccettature dell’apicoltura quali la pappa reale, la raccolta del polline e la genetica, che, per noi, è importante. Vogliamo seguire proprio la genetica del Chianti trasmessa dall’apicultore di Gaiole perchè ci siamo resi conto che questa specie di api mellifera è già adagiata all’ambiente toscano: non è tanto produttiva, ma è molto resistente alle malattie per cui non dobbiamo fare santi trattamenti. A parte quest’anno che con le molte piogge abbiamo dovuto far fronte alla sostituzione delle regine e altre problematiche. È un lavoro che dura tutto l’anno. In campo si va da febbraio a ottobre, mentre in inverno si fanno più lavori di falegnameria per pulire e sostituire le arnie in modo che le api abbiano sempre un alloggio a cinque stelle.”. Franchi ha mostrato soddisfazione per la partecipazione al Chianti Natural: “La vetrina del Chianti Natural Festival è molto importante perché ci permette di parlare con tanti clienti anche stranieri dei nostri prodotti locali e far capire l’importanza delle api in tutto il mondo”.
Originalissimo lo stand della barberia storica di Alessio Ginestrini e Stefania Severi dove è possibile, per i visitatori, avere un trattamento estetico e farsi fare la barba con tecniche di eccellenza. “Si tratta di una barberia tradizionale con un tocco di modernità data dalle maschere da fare dopo la rasatura.- dice Alessio Ginestrini – Io con la mia compagna Stefania condividiamo il lavoro e facciamo trattamenti air therapy per il collo e cuoio capelluto. Abbiamo una bottega storica ad Arezzo e siamo i primi in Italia che sono anche barbieri itineranti. Inoltre portiamo avanti un progetto di nostra creazione, chiamato “Una barba per solidarietà” cioè un servizio di barberia per il quale, chi vuole, può fare un’offerta che noi giriamo a Casa Tevenen di Arezzo, un centro che accoglie bambini e ragazze madri. Noi facciamo la barba in maniera tradizionale. Dopo varie esperienze a New York, Dubai e Tokio abbiamo mixato le culture per una barba “da re”. Il Chianti Natural sta andando bene: nell’angolo barber shop vengono molti visitatori. È il nostro primo evento green e per questo abbiamo creato maschere alla menta e aloe vera da mettere dopo la barba”.