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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Lettera da un Pino di Marina di Carrara

DiPietro Marchini

Giu 16, 2023

Scusate il disturbo, mi presento: mi chiamo Pino e di cognome faccio Domestico, mi trovate nelle pinete di Marina di Carrara, almeno in quelle che sono rimaste, soprattutto dopo l’uragano del 28 agosto, che sono il mio habitat naturale, a volte anche ai margini delle strade. Mi basta poco per vivere, un po’ d’acqua dal cielo trattenuta dalle mie tipiche foglie ad ago, l’aria per le mie radici, l’amore della gente che mi rispetta e ogni tanto una potatura per togliere le parti secche. In cambio restituisco molto all’ambiente, faccio ombra, che soprattutto d’estate è molto gradita, trattengo il pulviscolo atmosferico, genero ossigeno e mangio anidride carbonica, produco un piccolo seme di cui sono molto orgoglioso, il Pinolo per la gioia di adulti e bambini. Ma quello che mi preme mettere in evidenza sono i miei gusti e la mia cultura, io non mi accontento di crescere soltanto in altezza ma, nel corso della mia lunga vita artistica, assumo forme che soltanto chi è dotato di sensibilità e grande fantasia può sviluppare.  Recentemente, proprio per le mie qualità, ho ottenuto il premio Garden Merit, conferitomi dalla società inglese Royal Horticultura, anche in virtù della mia nobile discendenza latina “Pinus Pinea”.

Ho chiesto di entrare nelle vostre case perché in questi ultimi tempi si parla molto di me, ho l’impressione che mi si voglia preferire altri generi di alberi e alcuni fanno già parte del tessuto urbano: mi riferisco soprattutto a quel vegetale che si chiama Palma e di cognome fa Washingtonia. Sia chiaro a tutti io non ho nulla nei suoi confronti, la rispetto, come rispetto tutta la natura di questa terra, anche perché il nome le fu conferito per ricordare quello del primo presidente degli Stati Uniti d’America nel XVIII secolo, George Washington. Mi sembra però che il paragone sia impietoso, non ha le mie qualità e soprattutto non ha fantasia. Nella pineta in cui sono cresciuto siamo tutti diversi uno dall’altro, credo sia un piacere scoprire tutte le forme che siamo capaci di assumere, mentre quelle mie lontane parenti, che ora abitano nel viale Colombo e che sopra ho citato, quando ne hai vista una le hai viste tutte.

Ora è tempo che io tolga il disturbo e ritorni in pineta a produrre pinoli, non prima, però, di aver ricordato che la bellezza del territorio non è un accessorio, ma un patrimonio dell’intera collettività in grado di promuovere pensieri e azioni estremamente positive.