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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Emilio Pucci: la nobiltà della moda

DiPierluigi Califano

Mag 20, 2023

C’era una divertente scenetta con Massimo Troisi, nella quale l’indimenticabile attore raccontava di un bambino suo coetaneo che gli abitava di fronte, abile in molte attività. Raccontare la vita di Emilio Pucci di Barsento è come narrare la crescita di quel bambino dirimpettaio di Troisi. Emilio Pucci nacque casualmente a Napoli, da famiglia di provata e nobile origine fiorentina, il 20 novembre del 1914. Da ragazzo si appassionò allo sci e, primo tassello, venne convocato per le Olimpiadi invernali del 1936 che si svolsero a Garmisch in Baviera. Grazie allo sci, vinse una borsa di studio che gli permise di allenarsi al Reed College in Oregon. Nel tempo libero mise in atto un’altra delle sue passioni, la moda. Realizzò per la squadra l’uniforme ufficiale e, nel 1937, concluse il suo master in scienze sociali. Conscio di quanto stesse accadendo in Italia, si imbarcò su una vecchia nave, compiendo il giro del mondo. Tornò dopo circa un anno e dovette sistemare i problemi inerenti alla renitenza alla leva. Si arruolò nella Regia Aeronautica e venne destinato alla Scuola di Volo di Viterbo. Divenne ufficiale e l’entrata in guerra del Regno d’Italia lo vide pronto e protagonista. Emilio Pucci venne inviato in Africa settentrionale, tuttavia durante il servizio fu colpito da un’infezione renale e rientrò a Roma. Per non perdere tempo, ebbe modo, durante quel riposo forzato, di laurearsi in scienze politiche. Tornò operativo e venne trasferito a Pisa. Partecipò alla battaglia di mezzo giugno del 1942 e quella di mezzo agosto, per proteggere Malta dalle incursioni provenienti da Gibilterra e Alessandria d’Egitto. Nel 1943 tornò nuovamente a Roma per riprendersi da un malanno. Tutto cambiò con l’armistizio dell’8 settembre 1943. Emilio Pucci si trovava a Venezia e venne contattato da Edda Ciano Mussolini, con la quale era molto amico. Lei lo informò sulla sua deportazione in Germania e di quanto fosse in ambasce per il fatto che suoi figli fossero trattenuti in Italia. Edda Mussolini gli rivelò di essere in possesso dei diari del marito e che li avrebbe usati come merce di scambio per salvare la sua vita e quella della sua famiglia. Nel gennaio del 1944, Emilio Pucci, a bordo della sua Fiat Topolino Balestra, accompagnò Edda in Svizzera insieme ai suoi figli. Lei scrisse a Mussolini e a Hitler minacciando che se fosse stato fatto del male a suo marito, avrebbe divulgato il suo diario. Emilio Pucci fu catturato dalla Gestapo e trascorse la detenzione a San Vittore. Dopo la guerra, intraprese l’attività di maestro di sci al Sestriere, poi si stancò e tornò a Firenze attratto dal mondo della moda. Aprì la sua prima boutique a Capri nel 1950 e fu l’artefice della prima sfilata di moda per esporre i capi in movimento, era il 1951. Il suo stile fu immediatamente riconoscibile e influenzò la moda per i decenni che sarebbero arrivati. I colori brillanti, i motivi vistosi e marcati, la linea di vestiti di seta stampata senza pieghe, furono e restano dei capisaldi dello stile italiano nel mondo. Il marchese Emilio Pucci stabilì a Firenze, nel palazzo di famiglia, la sede della sua azienda di moda, in Via de’ Pucci 6, sottolineando il suo vanto nobiliare. Ebbe grande successo e aprì boutique in tutto il mondo. Disegnò lo stemma degli astronauti della Nasa e le divise di una compagnia aerea rendendole colorate e innovative rispetto a quanto visto prima. Emilio Pucci non era uomo da restare fermo e allargò alla moda maschile, ai profumi e produsse ceramiche per la casa con i suoi colori unici. Evidentemente annoiato, entrò nel mondo della politica all’inizio degli anni sessanta del ventesimo secolo. La sua casa fu quella del Partito Liberale Italiano, che aveva come segretario, Giovanni Malagodi e che aveva avuto interpreti del calibro di: Giovanni Giolitti, Benedetto Croce, Luigi Einaudi, che fu anche Presidente della Repubblica. Emilio Pucci ottenne il ruolo di Sottosegretario al Ministero dei Trasporti e venne nominato Cavaliere del Lavoro. Visse a Roma in più momenti della sua vita e in pianta più stabile tra il 1963 e il 1972. Il Marchese Emilio Pucci di Barsento è morto nella sua Firenze il 29 novembre 1992. Dopo la morte di suo figlio Alessandro nel 1998, la direzione del marchio Pucci è passato in mano a sua figlia Laudomia.  Emilio Pucci è stato un maestro di sci, un aviatore, uno stilista, un parlamentare. Ha lasciato un’eredità piena di colori ed eleganza senza tempo. Fortunatamente non era il dirimpettaio di Massimo Troisi.