L’asparago selvatico, nome scientifico Asparagus acutifolius, è una pianta della famiglia delle Liliaceae reperibile praticamente in tutto il bacino del Mediterraneo. Da non confondersi con il luppolo selvatico o con i germogli di pungitopo (entrambi chiamati anche “asparagi selvatici”) commestibili pure questi , raccolti a primavera, nelle campagne e nei luoghi incolti per farne risotti, frittate e minestre.
Nella medicina popolare degli asparagi vengono raccolti i germogli, con cui viene fatto un decotto bevuto come diuretico e come generico antinfiammatorio. L’asparago selvatico è un tonico potente, ma delicato per i polmoni. Ottimo per i fumatori, per chi lavora costantemente in ambienti asciutti e per le persone con tosse secca. Aiuta a inumidire i polmoni, a rimuovere le tossine delle vie respiratorie e a migliorare tutte le funzioni respiratorie. Questa erba stimola infatti la capacità naturale del corpo di produrre muco, facilitando un respiro più profondo.
I germogli commestibili hanno note proprietà diuretiche, oltre essere anche antiedemigeni, antireumatici, purificanti e lassativi. Sempre dalla medicina popolare il consumo di asparagi è raccomandato come digestivo, per trattare diversi disturbi ai reni e al fegato, malattie della prostata, litiasi dei dotti biliari o infiammazioni del fegato e bile, inoltre aiuta a perdere peso. Gli asparagi sono uno scrigno di nutrienti benefici, tra i quali possiamo trovare fibre vegetali, acido folico e vitamine, con particolare riferimento alla vitamina A, alla vitamina C ed alla vitamina E. Presentano inoltre un interessante contenuto di sali minerali, possiamo quindi dire che è un alimento sano. In cucina vengono usati esclusivamente i turioni (i germogli ) lessati e conditi con olio e mangiati in purezza oppure usati per preparare risotti, frittate, minestre, zuppe. L’asparago selvatico con il suo gusto leggermente amarognolo è più apprezzato dell’ asparago coltivato perchè più saporito .
Attingendo ai ricordi di famiglia, Nonno Vento trovò un asparago selvatico di eccezionali proporzioni che lui chiamò “asparago mostruoso”.